CORNER, Giovanni
Nacque a Venezia il 4 dic. 1515 da Paolo di Marino del ramo da S. Marina, e da una figlia di Benedetto Sanuto.
Il padre fu consigliere e pervenne alla massima dignità della Repubblica dopo il dogado, quella di procuratore di S. Marco; ebbe, oltre al C., altri quattro figli: Francesco (1531-1579); Benedetto (1521-1568), che fu senatore e percorse una discreta carriera ricoprendo varie magistrature della Repubblica; Marino (1529-1571); Andrea (1518-1570), anch'egli senatore.
Il C. fu a sua volta uno dei più notevoli esponenti della sua famiglia nel sec. XVI, raggiungendo le massime posizioni di potere della Repubblica veneta. Circa il suo ingresso in Maggior Consiglio le fonti discordano: da alcune sembra che egli entrasse nel 1535 in occasione del giorno di S. Barbara; per altre vi entrò nel 1537 mediante un deposito, offerto in occasione della guerra veneto-turca. Nel 1539 fu eletto savio agli Ordini; si trattava di una carica di rilievo (affiancata a quelle di savio di Terraferma e di savio del Consiglio) con la quale si entrava a far parte del Collegio ed era in genere riservata ai giovani di maggiore spicco, per qualità o condizione familiare, perché si impratichissero subito della vita politica ad alto livello. Fu nuovamente savio agli Ordini nel 1541; nello stesso anno lo troviamo membro di una Quarantia e successivamente, dal febbraio 1543 al giugno 1544, ebbe il primo incarico fuori Venezia in qualità di camerlengo a Brescia. Nel 1545 fu ancora savio agli Ordini; dal settembre 1546 al gennaio 1548 fu giudice del Forestier; dal marzo 1551 al luglio 1552 fu ufficiale alla Camera degli imprestidi; nel 1553 fu eletto nuovamente savio agli Ordini e dall'agosto 1553 all'agosto 1555 fu provveditore sopra i Dazi. Dal luglio 1557 al luglio dell'anno successivo fu dei Dieci savi di Rialto, mentre dal novembre 1558 al luglio 1561 trascorse un lungo periodo fuori Venezia in qualità di capitano a Raspo; di questo suo lungo rettorato non abbiamo significative testimonianze. Nel 1561 era membro del Senato; dal settembre 1565 al gennaio 1567 ricoprì la carica di podestà e capitano di Treviso.
Si trattava di un incarico se non importantissimo, data la tradizionale fedeltà trevigiana alla Repubblica veneziana e la relativa stabilità di quel territorio, certo di prestigio, così come gli altri capitanati e podestarie dei capoluoghi di Terraferma. La documentazione ci illumina soprattutto sull'attività amministrativa del C., che tratta con il Collegio dei nobili di Treviso, cui concede un locale per la loro cancelleria e che, soprattutto, si occupa del restauro del palazzo pubblico, portandolo a termine con soddisfazione della cittadinanza.
Nel 1567 fu uno dei quarantuno elettori finali del doge Pietro Loredan; dal gennaio 1569 al maggio 1570 fu provveditore al Sale. A partire dal 1570 si ha la sensazione che il C. fosse entrato in quella ristretta oligarchia patrizia che finiva per dominare, in quegli anni in maniera particolarmente accentuata, la scena politica veneziana; infatti, a partire appunto da quell'anno, troviamo il C. membro del Consiglio dei dieci ed eletto più volte consigliere per il sestiere di San Marco, avendo "case a S. Maria Zobenigo sopra Canal Grande appresso Casa Contarini"; venne eletto consigliere - la carica era annuale - nel febbraio 1572 e nel giugno 1575. Dal novembre del 1572 al marzo del 1574 egli fu governatore alle Entrate.
Nel 1576 il C. venne eletto podestà a Brescia, incarico di grande prestigio. Entrato in carica nel maggio, avrebbe dovuto reggere la città fino al settembre 1577; ma erano gli anni della terribile peste che falcidiò decine di migliaia di persone ed il C., dopo pochi mesi, di cui ci resta una scarna documentazione di parte veneziana ed un accenno in alcuni versi, morì del contagio nel novembre 1576, a Brescia.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Avogaria di Comun, Nascite libro d'oro, reg. 51/I, c. 67v; Ibid., Segretario alle voci. Elezioni Maggior Consiglio, regg. 1-5; Ibid., Segretario alle voci, Elez. Pregadi, regg. 1, 3, 4; Ibid., Capi Cons. dei dieci. Lett. di rettori, b. 23, ff. 190-198, 204, 219, 220; b. 135, ff. 239-241, 244-245; Ibid., M. Barbaro, Arbori de' patritii veneti,III, cc. 9, 111; Venezia, Bibl. d. Civ.Museo Correr, Cod. Cicogna 3781: G. Priuli, Pretiosi frutti del Maggior Consiglio, cc. 197v-198r; Ibid., Cod. Cicogna 3232/VIII (versi che accennano al C. podestà a Brescia); Ibid., Mss. P. D., c 2456/XVIII, Prov. Bernardi; Ibid., c 2159, c. 5v, c. 1; Venezia, Bibl. naz. Marciana, Mss. It., cl.VII, 925 (= 8595), cc. 24v-25r; Ibid., Mss. It., cl. VII, 15 (= 8304), c. 325r; Relaz. dei rettori veneti in Terraferma, III, Podestaria e capitanato di Treviso, Milano 1975, p. LIV.