CURIONI, Giovanni
Nacque ad Invorio Inferiore (Novara) l'8 dic. 1831, da Rocco e da Caterina Degianni. Frequentò le scuole elementari ad Invorio, e poi il ginnasio ed il collegio "Caccia" di Novara. Si recò successivamente a Torino dove conseguì la laurea in ingegneria ed architettura presso quella università.
Nella stessa città iniziò la carriera di docente, quale assistente di geometria pratica nell'istituto di insegnamento tecnico, trasformato nel 1860, dalla legge Casati, in scuola d'applicazione per ingegneri. In quest'ultima il C. ebbe l'incarico di assistente alla cattedra di costruzioni di architettura e geometria pratica. Nel 1861 pubblicò a Torino il Corso di topografia, poi ripreso ed inserito nella più monumentale opera L'arte del fabbricare (Torino 1873-1884). Con il Corso di topografia poté accedere alla cattedra di geometria pratica, costruzioni ed estimo nell'istituto industriale e professionale di Torino. Nel 1862 superò l'esame, di dottore aggregato in scienze fisiche e matematiche trattando l'argomento "Sulla misura di una base geometrica". Fu tra i promotori che si unirono ai diciannove firmatari per la richiesta di istituzione, il 25 marzo 1864, della Società degli ingegneri ed industriali, poi trasformata in Società degli Ingegneri ed architetti in Torino, di cui anni dopo il C. doveva diventare attivi o presidente. Nel 1865 il C. veniva nominato da P. Richelmy direttore della scuola di applicazione, quale assistente alla cattedra di costruzioni. Nel 1866 divenne professore straordinario di costruzioni, dividendosi per alcuni anni fra l'istituto professionale, dove curava l'insegnamento della geometria pratica, costruzioni ed estimo e la scuola di applicazione degli ingegneri, dove oltre alla cattedra di costruzioni sovraintendeva ai corsi di disegno.
Iniziò pure in quegli anni la stesura dell'opera per cui ancora oggi è noto, quell'Arte del fabbricare in sei volumi, più altri sei di appendice, che lo doveva impegnare sino al 1885 (il primo volume fu edito nel 1873 e l'ultimo nel 1884, mentre l'ultimo volume della appendice venne terminato dal successore del C., il prof. S. Canevazzi dal 1891 al 1894). Divenuto nel 1868 professore ordinario, il C. abbandonò ogni altro incarico esterno alla scuola di applicazione, dedicandosi all'insegnamento presso la stessa. Fece nel contempo approntare una serie di modelli per il gabinetto di costruzioni della scuola di applicazione, di cui si era fatto promotore, in parte ancora esistenti. Eletto socio della Accademia delle scienze di Torino nel 1871, vi presentò in seguito alcune memorie sulle problematiche attinenti la resistenza e l'impiego dei materiali da costruzione. Ricordiamo tra le memorie del C.: Sul lavoro della resistenza molecolare in un solido elastico qualunque sollecitato da forze comunque operanti, in Atti dell'Accademia d. scienze di Torino,VIII (1872), pp. 33-58; Sulla determinazione delle grossezze dei rivestimenti delle gallerie in terreni mobili, ibid., IX (1873-74), pp. 253-290, prima di una serie di note, che doveva ultimare nel 1882, che assicurarono al C. fama internazionale nel settore della scienza delle costruzioni teorica e applicata.
Nel laboratorio della Scuola di applicazione il C. fece installare una grande macchina universale: per prove materiali (lunga cinque metri ed alta due) che egli era riuscito a far costruire con un finanziamento di L. 20.000 della provincia di Torino (cfr. G. Curioni-G. Sacheri, La nuova macchina per studiare la resistenza dei materiali nella Scuola degli ingegneri in Torino, in L'Ingegnerid civile e le arti industriali, VII [1881], pp. 81 ss.). Con tale macchina si eseguirono, sino alla sostituzione effettuata da C. Guidi negli anni '90.in seguito alla introduzione del cemento armato, numerosi esperimenti per la verifica della resistenza dei materiali da costruzione. Il politecnico di Torino deve inoltre al C. l'attività svolta per ricercare e quindi per migliorare e rendere più idonea la propria sede: dal progetto di ampliamento Brayda da lui propugnato al progetto Reycend sempre da lui caldeggiato, che però fu attuato dopo la morte del C. avvenuta nel 1887.
Nel 1879 il C. attese pure all'insegnamento presso il torinese R. Museo industriale, come risulta dalla relazione dei direttore dell'epoca prof. G. Axerio (cfr. L'Ingegneria civile e le arti industriali, VI [1880], p. 161). Il C., che già era consigliere provinciale per la provincia di Novara, venne eletto deputato sul finire della XIV legislatura (1881) quale rappresentante per il collegio di Borgomanero. Nel 1882 veniva rieletto quale deputato per il collegio di Novara II (Biella). Era intanto stato nominato anche vicedirettore della scuola d'applicazione (la carica di direttore era incompatibile con quella di deputato), in sostituzione del prof. G. Berruti. Con questo incarico il C. doveva, di fatto, dirigere la scuola di applicazione sino alla sua morte (cfr. G. M. Pugno, Storia del Politecnico di Torino Torino 1959-, p. 85). Il C. si sottopose in quegli anni (1882-1886) ad una attività stressante, poiché in qualità di deputato diede il suo apporto a due importanti progetti, oltre ad essere autore di diverse interpellanze (cfr. Atti parlamentari, Camera, Discussioni, Sessione unica, 1882-1886, vol. XVIII, Dal 23 nov. 1882 al 14 apr. 1886, all'indice alfabetico degli interventi).
Durante la discussione del disegno di legge "Per modificazioni alle leggi vigenti per l'istruzione superiore" presentata dall'allora ministero per la Pubblica Istruzione M. Coppino. Il C., operò, durante le quarantuno sedute dedicate al dibattito, una decina di interventi (la legge venne approvata il 28febbr. 1884). Il C. si batté per l'incremento dei fondi di dotazione alla scuola di applicazione iorinese, allora la più frequentata in Italia, "si oppose alla nomina" a turno di tutti i professori ordinari alla carica di direttore ed anche alla loro appartenenza, per un solo anno, al Consiglio di amministrazione delle scuole. In questo modo - a suo dire - si impediva una corretta amministrazione, non avendo i docenti il tempo di seguire i provvedimenti proposti; inoltre non tutti i docenti disponevano di doti di comando. Si oppose alla inamovibilità dei professori, per evitare che gli incompetenti si stabilissero nelle scuole di ingegneria. Trattò il problema della libera docenza, opponendosi al predominio della Commissione centrale romana, parlò a favore del decentramento per questo tipo di controllo, si oppose a che fosse permesso il libero accesso dei liberi docenti alle apparecchiature scientifiche di proprietà delle università ed istituti scientifici, per coloro che non erano insegnanti presso gli stessi.
Si batté perché agli istituti superiori fosse conservata l'indipendenza rispetto alle università. Disse: "Il voler mantenere le scuole di applicazione con qualche dipendenza dalle università è un sistema oramai abbandonato e che ha fatto il suo tempo, e rimontano ad epoche già remote i Politecnici Germania, le scuole di Germania, le scuole di ponti e strade, delle miniere e di arti e manifatture di Francia, cui indipendentemente dàll'Università si impartisce la superiore cultura tecnica". (cfr. Atti parlamentari Camera, Discussioni, Sessione 1882-86, VI, pp. 5493, 5647, 5814, 5821, 5832, 5858, 6041, 6051, 6131, 6194). Altro importante apporto il C., lo diede quale relatore incaricato di riferire per la parte tecnica nelle convenzioni per il disegno di legge "Per l'esercizio delle reti ferroviarie Mediterranee, Adriatiche, Sicula e costruzioni di strade ferrate complementari" che doveva assicurare il traffico ferroviario sin alla nazionalizzazione dell'inizio del '900. Furono ben cinquantuno gli interventi dei C. durante la lunga discussione, in cui trqttò dettagliatamente delle problematiche del rinnovo dei parco ferroviario e dell'armamento delle linee italiane (cfr. ibid., p. 10.279, tornata del 16 dic. 1884).
Il C. svolse nel contempo interrogazioni sui problemi derivanti dall'impiego di personale d'ordine negli uffici tecnici del ministero delle.Finanze (p. 806 dei citati Atti parlameritari), sulle questioni inerenti al traffico dalla Liguria e Piemonte per la linea dei Gottardo, lungo la cosidetta "via delle nazioni" (cfr. ibid., 1882-86, p. 2845). Trattò inoltre del problema delle irrigazioni raccomandando al ininistero dei Lavori Pubblici di dare un Maggiore impulso alle stesse (cfr. ibid., p. 607)., prese parte alla discussione del bilancio dei Lavori Pubblici e propose numerosi emendamenti al disegno di legge per: il riordinamento delle imposte fondiarie. Al termine della legislatura (1886) venne rieletto. Pur appartenendo al partito governativo, il C. era critico circa la politica dell'insegnámento tenuta nel confronti della scuola , di applicazione torinese; infatti nel 1884, in occasione della Esposizione nazionale italiana di Torino, il C. aveva dato alle stampe a Torino Cenni storici e statistici sulla scuola di applicazione per gli ingegneri in Torino, fondata, nel 1860, dove ne poneva in evidenza le carenze di spazio e di finanziamenti.
Dopo il 1885 il C. ebbe a subire attacchi di febbri, malariche contratte nel soggiorno romano; inoltre molto aveva sofferto per la morte della moglie. Ciò gli causò uno stato di prostrazione che si accentuò dopo che venne stampata una memoria redatta dal C., unitamente all'ing. E. Copella (già direttore dei lavori per il traforo del Moricenisio) relativa alle motivazioni per i ritardi nella costruzione della galleria sussidiaria dei Giovi (Sulle condizioni della grande galleria di Ronco per la ferrovia succursale dei Giovi, Torino 1887; vedi anche G. Sacheri, La questione della grande galleria di Ronco per la linea succursale dei Giovi, in L'Ingegneria civile e le arti industriali, XIII [1887], 2, pp. 17-27; G. Curioni, Sulla natura e sui lavori di riparazione della galleria dei Giovi, in Atti d. Accad. d. scienze di Torino, IX [1873-74], pp. 26-44; Id., Ricerche teoriche sulla stabilità del primitivo e del nuovo rivestimento del tronco di galleria dei Giovi ibid., pp. 556-614).
Si trattava di impresa grandiosa, di circa 9 km, che avrebbe accelerato il traffico da Genova per il Nord Italia ed Europa, eliminando il vecchio percorso appenninico che prevedeva l'innalzamento delle locomotive e vagoni su piano inclinato. Le aspettative erano molte, i lavori che dovevano durare dal 1882 all'84, erano ancora in corso nell'86. Per difendersi dalle critiche e per evitare spese enormi, l'impresa appaltatrice dei lavori Ottavi commissionò al C. e al Copella la memoria difensiva. Questa non era ancora nota che già sollevava discussioni e critiche. Il 18 genn. 1887 l'on. V. Armirotti (cfr. Atti parlamentari, Camera, Discussioni, 1886-1887, pp. 1491 ss.) mise in evidenza, danni al commercio ligure derivanti dal ritardo nel compimento del traforo dei Giovi. Altri attacchi furono rivolti al C. (cfr. i necrologi in Gazzetta del Popolo del 2 febbr. 1887 e in L'Ingegneria civile e le arti industriali, XIII [1887], p. 31).
II C., dopo aver legato il suo patrimonio, 200.000 lire, al comune di Invorio perché fossero costruiti un asilo ed una scuola (tutt'ora esistenti), si suicidò il 10 febbr. 1887 in Torino.
Tra le opere del C. ricordiamo anche diciassette memorie presentate all'Accademia delle scienze di Torino che, riportate in Repertorio bibliogr. delle pubblicazioni della R. Accademia delle scienze di Torino compilato dal socio A. Manno, Torino 1883.
Fonti e Bibl.: Necrol. in L'Ingegn. civile e le arti industriali, XIII (1887), 2, p. 31; Atti parlamentari, Camera, Discussioni, 1886-1887, II, p. 1961; Gazzetta del Popolo, 2 febbr. 1887; V. Soldati, Commem. di G. C., in Atti d. Soc. d. ingegneri e industriali di Torino, XXI (1887), p. 39; G. M. Pugno, Storia del Politecnico di Torino dalle origini alla vigilia della seconda guerra mondiale, Torino 1959, pp. 79, 85, 151, 159, 163; C. Codegone, Ingegneri e architetti a Novara fra il Sei e l'Ottocento, in Boll. stor. per la prov. di Novara, IX (1969), 2, pp. 16-19; L'arte di edificare in Italia 1750-1950, a cura di E. Tarnagno. Milano 1981, pp. 83-96; La formazione dell'ingegnere nella Torino di Alberto Castigliano. Le Scuole di ingegnere nella seconda metà dell'Ottocento (catal.), Torino 1984, pp. 14, 16 s., 72, 76, 90.