GIOVANNI da Cerreto, detto Tacuino
Originario del Monferrato, di G. si ignora la data di nascita e non si hanno notizie sul periodo precedente al suo arrivo a Venezia, dove è ben definita la sua attività di tipografo condotta tra l'ultimo decennio del XV secolo e la prima metà del XVI.
L'ipotesi che il soprannome gli sia venuto dall'avere iniziato a produrre testi del formato di taccuini fu respinta dal Vernazza (p. 169), che riferisce che questi erano in uso a Firenze già dal XIV secolo.
G. fu il terzo dei tipografi trinesi - dopo Bernardino Giolito de' Ferrari, detto Stagnino, e Guglielmo da Trino, detto Anima mia - ad abbandonare la città d'origine per stabilirsi a Venezia e intraprendere lì la sua attività. A Venezia G. iniziò a stampare nel 1492 con ben cinque opere (E. Albiflorio, Vitas. Rochi; A. Dati, Elegantiolae; Giovenale, Satire; Storiadei nobilissimi amanti Paris e Viena; G.M. Filelfo, Novumepistolarium) e proseguì fino al 1541 (cfr. Borsa, I, p. 309), anche se un'edizione delle Eroidi di Ovidio (Roma, Bibl. universitaria Alessandrina, N.d.52) reca nel colophon la data 1542 e la sottoscrizione "Joannis Tacuino de Tridino" come tipografo. Nel 1511 stampò in collaborazione con Bernardino Benali l'opera Ortus sanitatis e il suo nome compare associato a quello di G.M. Palamides, che firma due edizioni a Venezia nel 1539 e nel 1540 come "nevodo" di Giovanni Tacuino. Inoltre il Panzer riferisce di un'edizione di Ovidio, De arte amandi, stampata nel 1522 a firma di un Francesco Tacuino da Tridino.
Il nome di G. compare nelle sottoscrizioni in numerose forme, variamente combinando cognome, soprannome, luogo d'origine: "Johannes de Cerreto alias Tacuinum de Tridino", "Giovanni da Trino", "Johannes de Cereto", "Johannes de Tridino", "Johannes Tacuinus", "Ioannis Tacuinus de Tridino", "Maistro Zuanne de Trino" ecc. (cfr. Borsa, I, p. 309). Numerose anche le marche. La più antica è costituita da un doppio cerchio sormontato da una doppia croce: nella metà inferiore del cerchio si trovano le iniziali "Z. T." (Zuanne Tacuino); una marca successiva presenta l'immagine di s. Giovanni Battista in piedi con l'agnello e la croce nel braccio sinistro, all'intorno un nastro con la scritta "Ecce Agnus Dei". Questa seconda marca si alterna con altre tre, una delle quali ne è una semplice variante: la croce è posta a destra di s. Giovanni e la scritta è stampata a lato. Le altre due marche sono costituite rispettivamente da una ghirlanda retta da centauri con le lettere "I. O. S." (Zappella, fig. 769) e da una vignetta con le iniziali "C. G.".
La produzione di G. è caratterizzata da testi di letteratura amena, da opere di argomento musicale (Bonaventura da Brescia, Regula musicae, 1523) e di autori classici sia in latino sia in volgarizzamenti. Dal punto di vista tipografico, a G. si deve l'uso di iniziali in grosso con i fiori e il ricorso al carattere romano. Accreditato presso il Municipio di Venezia, G. godette di numerosi privilegi e protezioni (cfr. M. Sanuto, Diarii, XXVIII, col. 129). Il Faccio segnala 37 edizioni dal 1494 al 1536; il Sincero, sulla base di Mattaire, Panzer e Clerico, circa 160 dal 1492 al 1538; l'Illustrated incunabula short-title catalogue (ed. 1996) 92 dal 1492 al 1500. Negli anni 1492-1500 l'andamento della produzione rivela un ritmo piuttosto costante, mantenendosi su una media di otto-dieci opere prodotte tra il 1496 e il 1500.
Di G. è ignota anche la data di morte, da porre presumibilmente in concomitanza della cessazione della sua attività intorno al 1541.
Fonti e Bibl.: M. Maittaire, Annales typographici ab artis inventae origine ad annum MD, Hagae Comitum 1719-41, ad ind.; W.G. Panzer, Annales typographici ab artis inventae origine ad annum MDXXXVI continuati, Norimbergae 1793-1803, ad ind.; G. Vernazza, Diz. dei tipografi e dei principali correttori ed intagliatori che operarono negli Stati sardi di terraferma… sino all'anno 1821, Torino 1859, p. 169; G. Clerico, Catalogo delle edizioni dei tipografi di Trino nei secoli XV e XVI, Torino 1870, ad ind.; C. Sincero, Trino, i suoi tipografi e l'abazia di Lucedio. Memorie storiche con documenti inediti, Torino 1897, pp. 193-195; [V. Masséna d'] Essling, Études sur l'art de la gravures sur bois à Venise. Les livres à figures venetiens de la fin du XV siècles et du commencement du XVI, Florence 1907-14, III, p. 165, n. 1136; G.C. Faccio, I tipografi vercellesi e trinesi dei secoli XV e XVI. Notizie ed elenchi, in Museo Camillo Leone di Vercelli, Illustrazioni e cataloghi, I, Vercelli 1910, pp. 62-69; E. Pastorello, Tipografi, editori, librari a Venezia nel sec. XVI, Firenze 1924, n. 102; R. Bertieri, Editori e stampatori italiani del Quattrocento. Note bio-bibliografiche, Milano 1929, p. 136; F.J. Norton, Italian printers 1501-1520. An annotated list, London 1958, p. 154; C. Sartori, Diz. degli editori musicali italiani. Tipografi, incisori, librai editori, Firenze 1958, p. 153; H.W. Davies, Devices of the early printers 1457-1560, Folkeston 1974, p. 220; G. Borsa, Clavis typographorum librariorumque Italiae 1485-1600, Baden Baden 1980, I, p. 309; II, ad indicem; E. Vaccaro, Le marche dei tipografi ed editori italiani nel sec. XVI nella biblioteca Angelica di Roma, Firenze 1983, figg. 486 s.; G. Zappella, Le marche dei tipografi ed editori italiani del Cinquecento, Milano 1986, I, pp. 110, 198, 220; II, figg. 326, 674-676, 769; F. Ascarelli - M. Menato, La tipografia del '500 in Italia, Firenze 1989, pp. 335 s.