GIOVANNI da Gengenbach
Figlio di Ugo, originario probabilmente di Gengenbach nel Baden; non è noto l'anno della sua nascita, da porre verso la metà del sec. XV.
Come molti altri tipografi di origine tedesca prestò probabilmente la sua opera presso svariate stamperie prima di avviare un'attività autonoma. È certamente da identificare (Haebler, p. 97) con quel Giovanni di Genenpach che il 16 febbr. 1479 a Napoli ottenne una delle litterae passus consistenti in privilegi - concessi di solito a istanza di singoli librai - per effettuare il commercio di libri stampati senza l'obbligo di pagare diritti doganali. Poiché risulta che in tale periodo molti di questi salvacondotti furono rilasciati su richiesta del più attivo tipografo napoletano, Francesco Del Tuppo, non è da escludere che anche G. facesse parte di quei "Germani fidelissimi" collettivamente ricordati in alcune edizioni di quel tipografo, che pare si servisse quindi dell'opera di più esperti artigiani tedeschi non solo per la realizzazione materiale delle sue edizioni, ma anche per il commercio librario.
Le tracce di G. ricompaiono a Roma agli inizi degli anni Ottanta del XV secolo, quando apparve sul mercato un volume delle Commedie di Terenzio (Audiffredi, p. 413; Panzer, II, n. 846) con la sottoscrizione "per Johannem hugonis de Gengenbach". Questa edizione si è rivelata, però, sorprendentemente identica a un'altra della medesima opera (Indice generale degli incunaboli [IGI], 9410), priva del nome dello stampatore, ma concordemente attribuita all'officina di Giorgio Lauer (attivo a Roma fra 1471 e 1480) sulla base dell'assoluta identità dei caratteri con quelli adoperati per la stampa di altre opere esplicitamente sottoscritte dallo stesso Lauer. Considerando che il termine del lavoro nell'officina di quest'ultimo coincide con l'inizio dell'attività romana di G., Olschki (pp. 321-324) ha persuasivamente supposto che G. abbia rilevato nel 1481 la stamperia del collega ritiratosi dal campo del commercio librario, assumendosi il compito di smerciare le copie rimaste invendute delle edizioni già realizzate. Così le Comoediae di Terenzio sottoscritte da G. altro non sarebbero che copie in giacenza della precedente edizione dovuta a Giorgio Lauer, sulle quali fu effettuata la sostituzione dell'ultima pagina per trasformarle nel nuovo prodotto della recentemente istituita officina di G. (le ultime carte delle due edizioni sono riprodotte in Olschki).
Sull'attività di questa tipografia abbiamo poche notizie, e l'individuazione delle edizioni realizzate è tanto più difficile per la consueta assenza o incompletezza delle sottoscrizioni tipografiche.
Pertanto solo sulla base del confronto col carattere adoperato in opere sottoscritte alcuni bibliografi attribuiscono all'opera di G. altre due edizioni: De laudibus pacis di Benedetto Maffei (Hain, 10435 che però ne attribuisce la stampa a "Hugo de Gengenbach"), di appena 16 fogli, stampato a Roma il 12 dic. 1482, e Aureum repertorium super Speculo Guilelmi Durantis (Hain, *2337) di Baldo degli Ubaldi, completamente privo di note tipografiche, di 42 fogli.
Non recano l'indicazione dell'anno e del luogo di stampa, né alcuna sottoscrizione, neanche le edizioni di due opere del giurista spagnolo Gundisalvo (Gonzalo) Villadiego, De cardinalium excellentia et dignitate ac de officio vicecancellarii del 1483 circa (Panzer, II, n. 844) e Contra haereticam pravitatem del 1485 circa (IGI, 4639), rispettivamente di 16 e 20 fogli, impressi in caratteri identici per le due edizioni e di misura leggermente inferiore a quelli usati nel Tractatus de legato, sempre del Villadiego, esplicitamente sottoscritto da Giovanni da Gengenbach. Queste due opere, però, sono state attribuite anche a Georg Herolt, che le avrebbe stampate a Roma intorno al 1482 (per il De cardinalium: Proctor, 1420; IGI, 4637; Gesamtkatalog der Wiegendrucke [GW], 12091; per il Contra haereticam: GW, 12094).
Finalmente corredato di note tipografiche è il già ricordato Tractatus de legato (IGI, 4640; GW, 12093), di 44 fogli, finito di stampare a Roma il 14 giugno 1485 (ritenuto dall'Audiffredi la prima edizione romana nella quale è presente la segnatura dei fogli) e la cui sottoscrizione non lascia stavolta adito ad alcun dubbio: "Joannes Hugonis de Gengenbach impressit".
Questa è l'ultima opera che reca la sottoscrizione di G., che morì di peste il 20 ag. 1485 a Roma.
La notizia della morte è riportata dal Burckard: "Sabbato xx mensis augusti in domo mee contigua ante hora prandii obiit dominus Johannis Hugonis de Gengenbach impressor librorum ex peste sepultus est in ecclesia Sancti Gregorii de Urbe cuius anima requiescat in pace" (Liber notarum, p. 119). Grazie a questa annotazione conosciamo anche il luogo ove risiedeva G.: la sua casa era adiacente quella di Burckard, situata nell'attuale via del Sudario.
Fonti e Bibl.: I. Burckardus, Liber notarum, a cura di E. Celani, in Rer. Ital. Script., 2ª ed., XXXII, 1, p. 119; G.B. Audiffredi, Catalogus historico-criticus Romanorum editionum saeculi XV, Romae 1783, pp. 272, 413; G.W. Panzer, Annales typographici…, II, Norimbergae 1783, nn. 844, 846; D. Marzi, I tipografi tedeschi in Italia durante il secolo XV, in Festschrift zum fünfhundertjährigen Geburtstag von J. Gutenberg, a cura di O. Hartwig, Leipzig 1900, pp. 418, 438; T. De Marinis, Catalogue de livres anciens, Florence 1904, I, p. VII; M. Fava - G. Bresciano, La stampa a Napoli nel XV secolo, Leipzig 1911, pp. 35 s.; E. Celani, Il tipografo G. in Roma, in La Bibliofilia, XIV (1912-13), p. 200; L.S. Olschki, Livres inconnus des bibliographes, ibid., pp. 286 s.; Id., Il tipografo G. successore del tipografo tedesco Giorgio Lauer di Roma?, ibid., pp. 321-324; M. Fava - G. Bresciano, I librai ed i cartai di Napoli nel Rinascimento, in Arch. stor. per le provincie napoletane, n.s., IV (1918), p. 92; K. Haebler, Die deutschen Buchdrucker des XV. Jahrhunderts im Auslande, München 1924, pp. 69, 97 s.; L. De Gregori, La stampa a Roma nel sec. XV, Roma 1933, p. 25; F. Geldner, Die deutschen Inkunabeldrucker, Stuttgart 1970, p. 56; L. Hain, Repertorium bibliographicum, nn. *2337, 10435; D. Reichling, Appendices ad Hainii-Copingeri Repertorium, n. 1420; Gesamtkatalog der Wiegendrucke, 12091, 12093, 12094; Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d'Italia, nn. 4637, 4639, 4640, 9410.