Giovanni da Ravenna
Umanista (Buda 1343-Venezia 1408). La sua indole insofferente e avventurosa lo portò a esercitare la professione di maestro in molti luoghi dell'Italia settentrionale: fu a Bologna, Padova, Venezia (nel settembre 1373, quando rivide il Petrarca, cui era stato presentato già nel 1364 da Donato Albanzani) e, dal luglio 1368 ai primi mesi del 1369, a Firenze in qualità di notaio del podestà e di lettore nello Studio.
Nell'ultima parte della sua vita egli fu al servizio dei Carraresi in Padova, come segretario e ambasciatore. L'identità del nome e del luogo di nascita hanno fatto spesso confondere la sua figura con quella di un altro Giovanni da Ravenna, il Malpaghini (v.), di cui è attestata una lettura di D. a Firenze (ma solo dal 1412). Si è creduto quindi che il lettore di D. fosse G. da R., il quale invece pare si limitasse a esporre solo le Georgiche e la Rethorica ad Herennium. Se comunque non bisogna accogliere la notizia di un suo lettorato di D. a Firenze, numerosi accenni nelle sue opere rivelano una buona conoscenza del poeta fiorentino, chiamato " unicum musarum aerarium " e qualche volta citato (ad es. Pd XXII 74-75) o reso in latino (" dumtaxat in foliorum scribitur detrimentum "), mentre, a gloria della sua Ravenna, egli ricorda come sia stata proprio tale città a costituire per D. l'ultimo rifugio.
Bibl. - R. Sabbadini, G. da R.. insigne figura di umanista, Como 1924; ID., L'epistolario di Guarino Veronese, III, Venezia 1915-19, 8, 19, 54, 366; A. Foresti, Aneddoti di vita di F. Petrarca, Brescia 1928, 425-457; T. Klette, Beiträge zur Geschichte und Literatur der italianischen Gelehrtenrenaissance, Greifswald 1888; V. Rossi, introd. a F. Petrarca, Le Familiari, I, Firenze 1933; V. ZACCARIA, Il " Memorandarum rerum liber " di G. da R., in " Atti e Mem. Ist. Veneto " evI (1947-48); E. Garin, Il pensiero pedagogico dell'Umanesimo, Firenze 1958.