Giovanni da Ripatransone (lat. Iohannes de Ripa; o de Marchia)
(lat. Iohannes de Ripa; o de Marchia) Filosofo e teologo (sec. 14°), detto Doctor difficilis e Doctor supersubtilis. Francescano, fu baccelliere sentenziario a Parigi, verosimilmente nell’anno accademico 1352-53. Teologo di primo piano, si confrontò con le posizioni di autori francescani, come Francesco della Marca, e agostiniani, come Gregorio da Rimini, non senza ignorare le dispute oxoniensi tra Bradwardine e Th. Buckingham. Importante fu la sua soluzione al problema della visio beatifica, e in partic. il concetto di immutatio vitalis, volto a salvaguardare, nella presenza compiuta dell’essenza divina a un intelletto creato, sia l’insuperabile distanza tra Dio e la creatura, sia la pienezza della beatitudine. Significative anche le sue riflessioni sul rapporto tra immensità divina e infinità possibile nell’ordine creaturale, e sulla possibilità di confrontare diversi tipi di infinito, che si ripercuotevano sulla dimostrabilità dell’esistenza di Dio, mentre sulla questione dei futuri contingenti rimase nella scia di Duns Scoto. In campo teologico, oltre che in relazione alla sua tesi delle distinzioni formali in Dio, che già aveva suscitato la scandalizzata reazione di Jean de Gerson, G. è stato studiato per le sue dottrine trinitarie e cristologiche. Tra le sue opere vanno ricordate la Lectura sui libri delle Sentenze di Pietro Lombardo, la Quaestio de gradu supremo e infine le Determinationes.