GIOVANNI da San Giovanni (Giovanni Mannozzi, detto)
Pittore. Nacque a San Giovanni Valdarno il 20 marzo 1592, morì a Firenze il 6 dicembre 1636. Scolaro di Matteo Rosselli, presto si emancipò dalla sua influenza e si formò uno stile personale. Operò specialmente in Firenze e nella Toscana godendo della protezione dei granduchi Cosimo II e Ferdinando II de' Medici; fu anche a Roma ove lasciò opere sue in chiese e palazzi. Fu senza dubbio uno dei più interessanti pittori a fresco del suo tempo: staccandosi dai manieristi toscani, seppe quasi sempre mostrare originalità inventiva e gusto del colore con un senso d'aria, di luce e delicati effetti di mezze tinte. Trattò soggetti sacri, mitologici e allegorici, e in certe scene di ninfe e satiri rivelò la sua fine arguzia che fa pure capolino in episodî della vita del suo tempo da lui rappresentati. Molto meno interessante appare nelle sue pitture a olio che qualche volta risultano piuttosto volgari. Malgrado le sue qualità non seppe formare una scuola ed ebbe come unico scolaro e anche aiuto Baldassarre Franceschini detto il Volterrano, che poi seguì la corrente di Pietro da Cortona. Le sue prime opere datate sono del 1616 e fino alla morte egli lavorò intensamente. Prodigioso è il numero delle sue pitture nel breve spazio della sua vita, se a quelle esistenti si aggiungono altre ricordate dal Baldinucci e da documenti. Ricordiamo le più importanti: tra gli affreschi la Quiete che tiene incatenati gli elementi (1620 circa) nel collegio delle Montalve a La Quiete presso Firenze; il Riposo in Egitto (1621) nella cappella, già nella Crocetta, ora nell'Istituto di belle arti di Firenze; la tribuna della chiesa dei Santi Quattro Coronati in Roma (1624); il cortile della villa detta "il Pozzino" presso Firenze (1630) con scene mitologiche e di genere; le storie di S. Caterina (1633) nella cappella del Palazzo Pallavicini Rospigliosi in Pistoia; Ganimede sostituito a Ebe nella Villa Corsini a Mezzomonte (presso Firenze). L'Aurora e Titone, già nel Palazzo Pucci ora nel museo Bardini di Firenze, è dell'ultimo periodo (1635-1636) insieme con le 3 storie delle pareti e col soffitto della sala detta degli argenti a Palazzo Pitti: Fra le tele: La notte delle nozze (Galleria Pitti).
Bibl.: O. H. Giglioli, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIV, Lipsia 1930 (con la bibl. precedente).