DACRE, Giovanni (Ioannes Utinensis, fra' Zanetto, Zanettino da Udine, Giovanni d'Acri)
Figlio di Giovanni, nacque a Udine probabilmente nel 1416.
Il diminutivo "Zanetto", con il quale è normalmente conosciuto, ha fatto credere che il D. appartenesse alla nobile famiglia udinese (poi trasferitasi a Bologna) degli Zanettini, ma senza fondamento. Pure senza fondamento è l'attribuzione del cognome "d'Acri", dovuta probabilmente ad un errore di lettura. Non si sa se Giovanni fosse il suo nome di battesimo o di professione religiosa: si sa, però, che Giovanni era anche il nome di suo padre.
A soli tre anni venne affidato dai genitori ai frati minori del convento di S. Francesco in Udine, affinché lì si provvedesse alla sua educazione. Dopo i normali corsi di studi elementari e, nella giovinezza, di lettere e di filosofia, il D. si dedicò allo studio della teologia, sotto l'insegnamento di F. Mayron, seguace di G. Duns Scoto. In quegli anni ebbe probabilmente l'opportunità di ascoltare, nella città natale, alcuni famosi predicatori, come Giovanni da Verona (1428) e Francesco di Castel Fiorentino (1432).
Divenuto sacerdote nel 1441, seguì i corsi di perfezionamento in teologia prima a Udine e poi (1445-1449) a Venezia, presso lo studio di S. Maria de' Frari, allora diretto da Francesco da Fermo. Nel 1450 il D. fu a Treviso, ove insegnò lettere e filosofia presso il convento del suo Ordine. Riprese gli studi superiori nel 1451, a Firenze, dove ebbe la possibilità di conoscere Francesco Della Rovere da Savona, futuro generale dell'Ordine e futuro pontefice con il nome di Sisto IV. Nel 1453, ormai in possesso del titolo di "baccelliere formato", si recò a Padova, presso la cui università ottenne la licenza il 29 ottobre, e conseguì il dottorato in teologia il 27 dic. 1454.
Da quel momento inizia la lunga serie di incarichi che il D. assunse all'interno dell'Ordine: nel 1455 fu eletto a capo della custodia friulana; nel 1460 fu inquisitore contro gli eretici della Marca Trevigiana e iniziò a dirigere lo studio veneziano di S. Maria de' Frari; contemporaneamente era commissario del ministro generale per il Friuli. Nel 1463 venne inviato a Roma quale procuratore generale dell'Ordine presso la Curia romana ed ottenne in quell'occasione la conferma, da parte di Pio II, di una concessione (già accordata da Eugenio IV e da Niccolò V) della dimora di S. Salvatore per i frati minori a Roma.
Nel 1468 ricopriva l'incarico di provinciale della provincia di S. Antonio. In quello stesso anno il ministro generale, Francesco Della Rovere, fu elevato alla porpora cardinalizia da Paolo II, che gli permise di mantenere il governo dell'Ordine fino al successivo capitolo generale degli elettori tenuto (1469) a Venezia. Ne fu presidente proprio il D., nominato pei l'occasione vicario per l'Italia dal cardinale Della Rovere, impedito a parteciparvi: l'elezione del 19 maggio vide il D. divenire ministro generale dei francescani.
Negli anni durante i quali ricoprì la massima carica del suo Ordine, il D. si occupò di questioni disciplinari e organizzative distinguendosi per moderazione e abilità diplomatica. Nel 1472 accordò alla custodia di Dublino la possibilità di accogliere frati provenienti da altre province, in deroga - per altro motivata dalle particolari necessità locali - ad un principio generale, che era stato ribadito anche dal capitolo del 1469 e per far osservare il quale egli si era recato, nell'estate 1470, in Germania, a Magonza. In quell'occasiosne era passato per due volte per la città natale (il 24 aprile e il 17 ottobre) dov'era stato festeggiato dalla cittadinanza con doni e un discorso di encomio tenuto da Bartolomeo da Brescia, allora insegnante a Udine.
A motivo della sua abilità di negoziatore venne utilizzato dal papa per alcune impegnative missioni. Sisto IV lo incaricò infatti di una legazione pontificia per trattare alcune questioni con Ferdinando di Aragona. La missione si concluse positivamente e il D. ne fu ricompensato, sembra, con la nomina ad arcivescovo di Spalato, conferitagli nel 1474. Negli anni successivi furono affidate al D. altre due legazioni, questa volta presso il governo veneziano.
Ebbe modo di dar buona prova delle sue capacità organizzative, oltre che in occasione del capitolo convocato a Ferrara nel 1473, anche con l'impulso e il sostegno da lui dedicati alla diffusione dell'Ordine in Danimarca (in ciò sostenuto dal re Cristiano, che chiese ed ottenne da Sisto IV di confermare la riforma francescana per i conventi di Svendborg, Naestved ed altri).
Il 6 apr. 1478 il D. venne nominato vescovo residenziale di Treviso, sede vacante a seguito del trasferimento di Lorenzo Zane a Brescia; ed egli ebbe, contemporaneamente, il titolo di arcivescovo titolare di Tebe. A quella data il D. non era più ministro generale dell'Ordine dei frati minori: tale incarico era stato infatti assunto fin dal 14 maggio 1475 (capitolo tenutosi ad Urbino) dal provinciale di Toscana, Francesco Nano (detto Sansone). Preso possesso della sua nuova sede, il D. fece restaurare il palazzo vescovile ed erigere nella cattedrale una nuova cappella, dedicata all'Immacolata Concezione. Una lapide ricorda l'avvenimento e fornisce anche alcune notizie biografiche sul Dacre. Nell'ambito dei lavori di ristrutturazione e di abbellimento della cattedrale, il nuovo vescovo fece anche costruire un'arca di marmo, per conservare degnamente le reliquie dei santi Tabra, Tabrata e Teonisto. L'arca fu poi posta nell'altare maggiore.
Il 23 dic. 1484 si trovava a Venezia, dove dettò ad un pubblico notaio il suo testamento, anch'esso ricco di notizie biografiche, col quale dispose che i suoi beni, piuttosto considerevoli, venissero distribuiti a diverse chiese, soprattutto trevigiane e udinesi, senza nulla legare ai suoi parenti.
Morì a Treviso il 14 febbr. 1485.
Non ci è pervenuto alcuno scritto del D., sebbene tutti gli studiosi che si sono occupati di lui lo definiscano "dottissimo". Qualcuno dà come sicura la notizia, peraltro soltanto verosimile, che egli sia stato autore di opere sull'Immacolata Concezione di Maria, e motiva questa affermazione coi fatto che il D. seguì la scuola teologica del Mayron e fu amico di Francesco Della Rovere e di Francesco Nano, tutti studiosi di quel problema. Anche se risulta che fu docente di teologia non si sa con precisione dove abbia svolto il suo insegnamento. Certo era compreso tra i dottori del Collegio della facoltà di teologia dell'università di Padova il 17 giugno 1467, e compare fra i reggenti (ma non si sa se solo della scuola del suo Ordine o anche di quella vescovile) nell'ottobre del 1468. Imprecisa è anche la notizia che insegnasse a Padova nel dicembre 1470 (Facciolati), anche se certamente continuava a partecipare alle attività della facoltà, ma forse senza tenere lezioni.
Bibl.: G. F. Palladio degli Olivi, Historie della provincia del Friuli..., Udine 1660, II. p. 44; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra..., V, Venetiis 1720, coll. 562, 568 s.; G. Facciolati, Fasti Gymnasii Patavini, Patavii 1757, p. 95; B. Asquini, Vita del beato Odorico, Udine 1737, p. 216; G. G. Liruti, Notizie delle vite ed opere scritte da' letterati del Friuli, III, Udine 1780, pp. 291-307; B. Gonzati, La basilica di S. Antonio di Padova. I, Padova 1852, p. 44; G. Brotto-G. Zonta, La facoltà teologica dell'univers. di Padova, Padova 1922, p. 172; G. Praga, L'arcivescovo di Spalato fra' Zanettino da Udine e il priorato benedettino di S. Leonardo di Padova, in Arch. stor. per la Dalmazia, XII (1931-32), pp. 366-373; L. Wadding, Annales Minorum, XIII, ad Claras Aquas 1932, pp. 380, 501; XIV, ibid. 1933, pp. 3, 96, 142; C. Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi..., II, Monasterii 1914, pp. 240, 249.