DE TONI, Giovanni
Nacque a Venezia il 3 marzo 1895 da Ettore e Italia Battistella: si laureò in medicina e chirurgia a Padova il 15 dic. 1919 con lode e dignita di stampa della tesi. Mentre era studente universitario, partecipò volontario, come ufficiale degli alpini, alla prima guerra mondiale guadagnando due croci di guerra al valor militare e una croce di guerra al merito come ufficiale combattente e soffrì anche la prigionia, nel campo di concentramento di Sigmundsherberg.
L'attività pediatrica del D. ebbe inizio nel 1920, quando divenne assistente nella clinica pediatrica dell'università di Padova. Nell'anno accademico 1920-21, avendo vinto una borsa di studio del ministero della Pubblica Istruzione, divenne "assistente straniero" nella clinica pediatrica dell'università di Parigi, ove seguì i corsi di due grandi maestri della pediatria, B.-J.-A. Marfan, e P-A-A. Nobécourt. Alla fine del 1921 fu chiamato a dirigere l'ospedale infantile "Cesare Arrigo" di Alessandria, ove rimase per cinque anni, fino al 1926, non disattendendo una interessante attività di ricerca scientifica, particolarmente nel settore delle malattie del lattante, e fondando la Società medico-chirurgica alessandrina.
Conseguita nel 1926 la libera docenza in clinica pediatrica, nel 1927 il D. fece ritorno all'università, ottenendo il posto di aiuto volontario e nel 1928 quello di aiuto di ruolo, presso la clinica pediatrica di Bologna. Nel 1935, in seguito a concorso, fu chiamato a dirigere la clinica pediatrica dell'università di Modena e, appena sette anni più tardi, nel 1942, la clinica pediatrica "G. Gaslini" dell'università di Genova: in questa prestigiosa sede rimase fino al novembre 1965.
Nel 1922 il D. aveva sposato Giulia Zadra, anch'essa pediatra; dei due figli nati dal matrimonio, Tonino ed Ettore, il primo morì tragicamente a Genova il 25 apr. 1945, ucciso in combattimento dai Tedeschi a poca distanza dalla clinica "Gaslini".
Brillante didatta, il D. predilesse studi di natura francamente clinica, orientati verso l'osservazione e la più approfondita conoscenza del bambino malato, recando contributi di notevole valore in vari campi della specialità.
Nel 1933 descrisse una turba costituzionale della funzione renale, l'insufficienza del tubulo prossimale, comportante la perdita di glucosio, di amminoacidi e di fosfati, e quindi causa di una peculiare forma di rachitismo: il diabete renale gluco-fosfo-amminico (Remarks on the relations between renal rickets - renal dwarfism - and renal diabetes, in Acta paediatrica, XVI[1933], pp. 479-484). La forma, indicata con l'eponimo di "malattia di De Toni, Debré, Fanconi" per ricordare gli altri autori che la studiarono, rimane il cardine di quel gruppo di affezioni che doveva poi costituire il capitolo dei rachitismi vitamina D-resistenti, sulla cui sistemazione il D. sarebbe poi successivamente tornato (Una nuova varietà di nanismo rachitico glicosurico: contributo alla sistematica dei nanismi, in Policlinico infantile, XIV [1946], p. 310; La clinica dei nanismi renali, in Minerva pediatrica, VII [1955], pp. 85-116).
Nel 1940, a Modena, concepì la quasi antesignana iniziativa, solo di pochi mesi seguente quella analoga di R. E. Gross, di far sottoporre un bambino a intervento di legatura del dotto arterioso di Botallo (si veda P. Valdoni, Un caso di legatura del dotto arterioso di Botallo, in Policlinico infantile, VIII [1940], pp. 393-401). Più tardi segnalò con dovizia di dettagli una singolare malattia ossea, caratterizzata da decorso acuto ed esito benigno e da iperosteogenesi periosteo-encondrale a carico di numerosi segmenti ossei (Una nuova osteopatia infantile: la poliosteopatia deformante connatale regressiva, ibid., XI [1943], pp. 201-232; Alcune nuove sindromi osteopatiche del neonato e del lattante: le deformità congenite di origine meccanica [Browne]; la poliosteopatia deformante connatale regressiva [De Toni]; l'iperostosi corticale infantile [Caffey e Silverman], in Scritti medici in onore di G. Caronia, I, Roma 1949, pp. 211-220); secondo la maggior parte degli studiosi questa malattia è identificabile nella iperostosi corticale infantile studiata da J. Caffey e W. A. Silverman nel 1945, così da giustificarne la denominazione con l'eponimo di "malattia di Caffey-De Toni". Nel 1946 elaborò un nuovo "metodo auxologico" (Proposta di una semplice griglia auxometrica per la valutazione dell'accrescimento umano durante l'età evolutiva, in Minerva pediatrica, III[1951], 2, pp. 83-88), un'originale interpretazione e quantificazione delle turbe dell'accrescimento staturale e ponderale, inseribili in una vera e propria griglia recante al centro l'area della normalità e, intorno a questa, le variazioni per difetto e per eccesso di statura e peso riferite all'età espressa in anni: il metodo auxologico ebbe largo credito in Italia, anche se non appariva in grado di competere con la universalità delle quantificazioni esprimibili con la cosiddetta metodica dei "centili". Ripetutamente il D. manifestò il suo interesse per l'accrescimento e le sue turbe, che rappresentano uno dei problemi fondamentali della pediatria, come testimoniano le pubblicazioni che ha lasciato sull'argomento: L'accrescimento umano. Elementi di auxologia, Brescia 1954; Trattato di auxologia, 2 voll., Torino 1965 (in collaborazione con il figlio Ettore e con C. Zunin).
Oltre ai risultati dei suoi studi e ricerche nei vari settori della pediatria, pubblicò anche opere a carattere compilativo pregevoli per chiarezza di impostazione e valore didattico, delle quali si ricordano: Introduzione allo studio della puericoltura, Torino 1939; Malattie del midollo spinale, dei nervi periferici e dei muscoli, in Manuale di pediatria, a cura di G. Frontali, II, ibid. 1936, pp. 207-246; Malattie neuropsichiche, ibid., pp. 247-298, Toxoplasmosi, in Trattato di malattie infettive, diretto da E. Carlinfanti e F. Magrassi, III, Napoli 1952, pp. 1155-1174; Trattato di pediatria e puericoltura, a cura di G. De Toni, 5 voll., Torino 1958-1961. Infine non va dimenticato il suo interesse per i problemi sociali e psicologici connessi con la clinica pediatrica: L'assistenza sociale al bambino italiano, in Puericultura, pediatria preventiva individuale e sociale, Torino 1939, pp. 484-524; Le basi psicologiche della moderna puericoltura, in Atti del Convegno italo-svizzero di neurofisiologia infantile, Bologna 1948, pp. 181-197.
Il D. fu un autentico maestro della pediatria e fondatore di una grande scuola, alla quale si formarono valorosi specialisti che seppe indirizzare favorendone la naturale inclinazione verso particolari settori della clinica: P. Durand, studioso del metabolismo, G. Sansone, ematologo, P. Tolentino, infettivologo, il figlio Ettore, cultore della pediatria preventiva e dell'auxologia; suo più diretto continuatore fu R. Bulgarelli, particolarmente attratto dallo studio delle malattie degli apparati cardiocircolatorio e respiratorio.
Membro di numerose società scientifiche italiane e straniere, il D. nel 1949 fondò, con G. Guassardo di Torino e I. Nasso di Milano, la rivista Minerva pediatrica; nel 1959 l'Associazione dei pediatri di lingua latina; nel 1966 l'Associazione italiana per la lotta contro la fibrosi cistica del pancreas. A Genova aveva anche creato il centro "Villa S. Chiara" per l'assistenza ai bambini handicappati, che gestì con l'aiuto della consorte.
Morì a Genova l'8 genn. 1973.
Bibl.: Necrol., in Notiziario della Soc. ital. di Pediatria, VII (1973), pp. II-V e VI-XIV.