BALDI, Giovanni dei Tambeni
Nato nella seconda metà del sec. XIV dai Tambeni di Faenza, è tuttavia esplicitamente ricordato come cittadino di Firenze e comunemente noto sotto il cognome Baldi. Fu medico di professione, ma, sia pure per difendere i fondamenti della propria disciplina, si dedicò a studi di filosofia ed astrologia, tanto che dal 1385 al 1389 insegnò filosofia naturale (dal 1388 al 1389 anche logica) nell'università di Bologna e - stando a quel che dice egli stesso - in seguito insegnò anche a Firenze "publica mercede". Scrisse alcuni trattati, dei quali solo il primo e l'ultimo danno la misura della sua partecipazione alle dispute culturali del suo tempo, mentre i rimanenti non escono dai ristretti limiti degli scritti d'occasione. Il 19 febbr. 1419 fu nominato "protofisico" di Martino V; non si conosce la data in cui lasciò tale ufficio; si può tuttavia pensare che ciò avvenisse prima del 1423, poiché il 19 febbr. di quest'anno fu nominato il suo successore, Antonio Pucci.
Gli scritti sono: 1) Tractatus quo concluditur nullam Gentilium scientiam catholicae fidei Christianae esse contrariam. L'opera, che è preceduta da un'epistola nuncupatoria ed è dedicata a Malatesta de' Malatesta, signore di Pesaro, fu scritta in polemica con il parere di Rainaldo "domini Masii de Albizis de Florentia"; nelle tre sezioni di cui si compone, il B. sostiene, in pieno clima salutatiano, che la scienza dei gentili non solo non è contraria alla fede cattolica, bensì è un mezzo per giungere alla verità. 2) Extirpatio irae a nobili iuvene Florentino Nicola domini Verii de Medicis. 3) Tractatus quo ratione concluditur non esse possibile hominem filium habuisse; et si potest haberi, quod non possit amitti; et si possit amitti, quod non sit illius morte dolendum. Dedicato ad un tal conte "de Monte Garneli", ha lo scopo di consolare costui della morte del figlio; per raggiungere tale fine, il B. si avvale nell'argomentazione della tecnica sofistica, mentre nello stile risente del petrarchesco De remediis utriusque fortunae. 4) Tractatus de temporibus partus ad nobilem legum doctorem dominum Alexandrum Salvi Philippi utilem Florentinum civem. 5) De electione medici ad nobilem Florentinum iuvenem Cosmum Ioannis Bitii de Medicis. Questi cinque trattati sono contenuti nel codice Mediceo-Laurenziano XXX, plut. XIX, copiato il 28 apr. 1488 da altro codice redatto il 23 apr. 1415; quindi per stabilire la data della composizione dei trattati del B. bisogna assumere il 21 genn. 1385 (ascesa al potere di Malatesta de' Malatesta, cui è dedicato il primo dei trattati), quale "terminus post quem" e, ovviamente, il 23 apr. 1415, quale "terminus ante quem". Ma, poiché nell'epistola nuncupatoria che precede il primo trattato, il B. dà come già avvenuto il proprio insegnamento a Bologna (1385-1389) e a Firenze (dopo il 1389), riteniamo che l'epoca della composizione debba essere spostata verso la data di stesura del codice. 6) Disputatio an medicina sit legibus politicis praeferenda, vel e contra,nel quale l'autore affronta la questione - in quell'epoca al centro di una vasta polemica nella quale intervennero molte personalità, come Poggio Bracciolini e Coluccio Salutati - se la medicina sia superiore alla giurisprudenza. La risposta del B. è positiva e deriva dall'identificazione della medicina con l'intelletto e della giurisprudenza con la volontà: quest'ultima può errare, la prima no; la scienza, poi, non può essere contraria alla fede cattolica, poiché la religione non può volere che sia negato l'intelletto, ma esige invece la negazione della volontà. Il B. aggiunge che i canoni della medicina non possono essere sconvolti, perché radicati nella natura, dimostrando così una completa adesione alla tradizione galenica. Questo trattato è contenuto nel cod. miscellaneo Laurenziano-Gaddiano 74,nel quale è preceduto dal già noto De temporibus partus.
Il B. morì, con ogni probabilità, poco prima del 19 febbr. 1423.
Fonti e Bibl.: L. Mehus, Ambrosii Traversarii ... latinae epistulae,Florentiae 1759, p. CCCXCIV, n. 7; G. Marini, Degli archiatri pontifici, I, Roma 1784, pp. XXVIII, 133, nota; A. M. Bandini, Catalogus codicum latinorum Bibliothecae Mediceae Laurentianae, I, Florentiae 1774, coll. 574-576; Id., Bibliotheca Leopoldina Laurentiana, II, Florentiae 1792, coll. 72 s., 92, 97; U. Dallari, Irotuli dei lettori, legisti e artisti dello Studio bolognese, I, Bologna 1888, p. 7; IV, ibid. 1919, pp. 11, 12, 14; G. M. Mazzuchelli, GliScrittori d'Italia, II, 1, Brescia 1758, p. 129; L. Thorndike, Medicine versus Law in late medieval and medicean Florence,in The Romanic Review,XVII (1926), pp. 8-31; Id., Science and thought in the fifteenth century,New York 1929, pp. 24-58; E. Garin, La disputa delle arti nel Quattrocento,Firenze 1947, p. XVI n. 1; L. Thorndike, A History of magic and experimental Science, V, New York 1951, p. 507, n. 51.