Poeta (sec. 13º-14º), figlio di Baldovino di Condé-sur-l'Escaut, presso Valenciennes; l'elogio del suo protettore, Guglielmo di Hainaut, è del 1337. Autore fertilissimo, di facile vena, compose dits, contes, fabliaux, lais, rielaborando il patrimonio novellistico e aneddotico dell'arte giullaresca e della letteratura romanzesca e riprendendo motivi e intrecci dai Vangeli, dai bestiarî, dalla produzione goliardica, dalla poesia allegorico-morale. Alcune sue composizioni sono brevi ed epigrammatiche; altrove usa la satira ecclesiastica e monastica (Des jacobins et des frameneurs, ecc.), oppure, sotto forma di sogni allegorici, dà qualche nozione scientifica e morale (La messe des oisiaus, D'entendement, ecc.). Spesso è licenzioso e mordace, tipico scrittore di fabliaux (Dou pliçon, Des braies le piestre, De la nonnette, Dou clerc qui fu repus derier l'escrier, ecc.); ma è autore anche di poemetti narrativi di vita cavalleresca e amorosa, soffusi di delicato lirismo, come il Lays dou Blanc chevalier.