Filosofo (m. Todi 1328), amico e collega di Marsilio da Padova all'univ. di Parigi. Per avere collaborato alla stesura del Defensor pacis di Marsilio, condivise le avversità che, per tale opera, colpirono l'autore; si rifugiò anch'egli nel 1326 presso la corte di Ludovico il Bavaro, e l'anno seguente fu, insieme con Marsilio, colpito da scomunica. Tra le sue opere filosofiche, dichiaratamente averroistiche, vanno ricordati i commentarî a opere di Aristotele, al De substantia orbis di Averroè, alla Expositio problematum Aristotelis di Pietro d'Abano; le sue tesi politiche antipapali sono sviluppate nel De laudibus Parisius.