Domenicano (m. Bordeaux 1306); nel 1304 divenne magister theologiae, ma l'anno dopo fu sospeso dall'insegnamento per la sua opera De modo existendi corporis Christi in sacramento altaris. Morì a Bordeaux dove si era recato per appellarsi contro la sospensione. L'opera più importante è un commentario alle Sentenze di P. Lombardo (tra il 1292 e il 1296); delle altre è da ricordare il Correctorium corruptorii fratris Thomae (1282-84 circa), che difende s. Tommaso dalle critiche di Guglielmo de la Mare, e il De potestate regia et papali, in cui, intervenendo nelle polemiche suscitate dalla lotta tra Bonifacio VIII e Filippo il Bello, sostenne l'autonomia del potere civile che viene al re da Dio tramite il popolo, e non dal papa; questi deve compiere il suo fine spirituale tramite una giurisdizione morale sulle coscienze.