Scrittore e prelato (Salisbury tra il 1110 e il 1120 - Chartres 1180), una delle maggiori figure nella cultura del 12º sec. Formatosi alla scuola dei più famosi maestri di Parigi e Chartres negli anni 1136-48 (Abelardo, Guglielmo di Conches, Gilberto Porretano, ecc.), divenne in Inghilterra segretario dell'arcivescovo di Canterbury (prima di Teobaldo poi di s. Tommaso Becket); spesso incaricato di tenere i rapporti col re d'Inghilterra e con la Santa Sede, si dovette trasferire, dopo la morte di Tommaso Becket, in Francia e fu creato vescovo di Chartres (1176). Le opere maggiori di G., tra le più significative per la cultura del 12º sec., sono il Metalogicon e il Polycraticus. La prima, scritta in difesa della logica (donde il titolo), combatte le correnti utilitaristiche e sofistiche (soprattutto i cosiddetti "cornificiani", dal nome, forse allusivo, di Cornificio con cui è indicato il loro caposcuola) e prospetta un ideale di cultura (o philosophia) che riunisca armonicamente trivio e quadrivio, il sapere letterario e quello scientifico; ma soprattutto al primo è legato G., educato alla lettura dei classici latini e in particolare a Cicerone, del quale egli vuole seguire anche l'equilibrato accademismo: G. infatti, nel passare in rassegna sistemi e maestri dell'età sua, cerca di mettere sempre in evidenza la difficoltà di risolvere definitivamente i massimi problemi (di particolare interesse quello che dice sul problema degli universali, a suo avviso irrisolvibile; G. è tra i primi a conoscere tutte le opere logiche di Aristotele). Non meno importante è il Polycraticus sive de nugis curialium et vestigiis philosophorum, soprattutto per la storia delle dottrine politiche: egli sostiene l'origine divina del potere regale e quindi la sua dipendenza dal potere sacerdotale; ma se il re si tramuta in tiranno, ne è lecita l'uccisione. G. scrisse anche in versi (Entheticus seu de dogmate philosophorum) le sue idee filosofiche, sviluppando motivi del Metalogicon; le sue lettere sono documenti interessantissimi per lo studio del tempo. Incompleta ci è giunta l'Historia pontificalis (1148-52), che tratta del pontificato di Eugenio III.