GIOVANNI di Salisbury (Iohannes Saresberiensis o Iohannes Parvus)
Scrittore medievale, nato in Salisbury tra il 1110 e il 1120, morto a Chartres nel 1180. Dal 1136 studiò dialettica e teologia nelle scuole di Parigi e di Chartres, dove apprese le più diverse correnti di pensiero dei più celebri maestri: Abelardo, Teodorico di Chartres, Guglielmo di Conches, Gilberto Porrettano, ecc. Dal 1148 G. svolse un'attività fecondissima: consigliere degli arcivescovi di Canterbury, Teobaldo e Tommaso, divise di questo ultimo la causa e l'esilio; fu segretario e ambasciatore di Enrico II d'Inghilterra, familiare di Adriano IV, in rapporto con Alessandro III; nei suoi molti viaggi visitò anche Roma e si spinse nella Puglia. Filosofo e teologo, investì i problemi più salienti della sua epoca; e, nutrito di cultura classica, fu elegante scrittore in prosa e in versi: fu lo stilista più perfetto e il pensatore più lucido della cultura anglo-francese del sec. XII.
Nel Metalogicus combatte i falsi filosofi, astratti o utilitaristi, e difende le arti del Trivio, specie la dialettica, intesa come forma concreta del pensiero: nel riprendere la questione degli universali egli si manifesta realista. Nell'Entheticus de dogmate philosophorum (poema di 926 distici di accurata fattura, composto forse nel 1157) ritorna agli stessi concetti, dichiarando la vera filosofia ed esponendo le dottrine antiche sulla fisica, l'etica e la metafisica. Ma l'opera più importante è il Polycraticus, che è dedicata a Tommaso Becket e tratta di politica e di morale, richiamando la vita storica e intellettuale contemporanea, e mirando a una teoria dello stato: G. è assertore del potere diretto della chiesa sullo stato. Le molte lettere, dirette a principi ed ecclesiastici, ad amici e familiari, sono di grande interesse e per il contenuto e per il valore formale. G. scrisse anche una Historia Pontificalis (1148-1152), una Vita di S. Anselmo e di S. Tommaso di Canterbury; mentre sono di dubbia attribuzione il Carmen de membris conspirantibus e il De septem septenis.
Ediz.: Opere, in Migne, Patr. Lat., CXCIX. Il Polycraticus, a cura di C. J. Webb, Oxford 1909; il Metalogicus a cura dello stesso, ivi 1929; R. L. Poole, J. S. Historiae pontificalis quae supersunt, ivi 1927.
Bibl.: C. Schaarschmidt, J. S., Lipsia 1862; l'abate Demimuid, J. de S., Parigi 1873; E. Buonaiuti, G. di S. e le scuole filosofiche del suo tempo, in Rivista storico-critica delle scienze teologiche, IV (1908); R. L. Poole, The early correspondence of J. of S., in Proceedings of the British Ac., XI (1924); sul Polycraticus, J. Dickinson, in Speculum, I (1926), pp. 308-37; The Statesman's Book of J. of S., New York 1927.