Giovanni di ser Buccio da Spoleto
Nato forse a Spoleto attorno al 1370, vivo ancora nel 1445. E nella storia poco più di un'ombra, ma ebbe il merito di dare diffusione e popolarità alla Commedia in Siena. In questa città messer Giovanni il 4 maggio 1396 fu dal concistoro condotto a insegnare nello Studio grammatica e retorica, con l'obbligo di leggere pubblicamente nei giorni festivi " il libro di Dante ".
Veniva da Perugia, dove probabilmente si era acquistato nome di maestro. Come risulta dall'accettazione, e secondo la consuetudine, la condotta era fatta per un biennio, e avrebbe avuto termine il 18 ottobre 1398. Anche se mancano talune conferme per i bienni successivi, non dubitiamo che il suo insegnamento sia stato continuativo. Nel 1432-33 troviamo registrati, fra quelli degli altri dottori, i pagamenti a lui fatti; del 1440 vi è la deliberazione di conferma nell'insegnamento. Nel 1445 la tarda età impedì che venisse confermato, ed egli si rivolse al consiglio generale della città, raccomandandosi di non essere abbandonato, e implorando un " caritativo subsidio ". Gli furono concessi 30 fiorini all'anno finché fosse vivo, a titolo di elemosina.
Fu uomo lodato per vita virtuosa, più che per dottrina. Eppure il suo insegnamento non dev'essere stato senza efficacia. Fra i primi suoi allievi troviamo s. Bernardino, che sotto la sua guida dedit operam trivio, e, secondo M. Vegio, avrebbe ascoltato la lettura di molti poeti. Altro famoso scolaro di Giovanni da Spoleto fu Enea Silvio Piccolomini che in Siena, circa il 1423, si applicò allo studio della grammatica, della retorica e della poesia.
Bibl. - P. Thureau-Dangin, Un prédicateur populaire dans l'Italie de la Renaissance, Parigi 1896; P. Rossi, La " Lectura Dantis " nello studio senese: Giovanni da Spoleto maestro di rettorica e lettore della D.C., in Studi giuridici dedicati e offerti a F.S. Schupfer, Torino 1898, 153-174.