FIORILLO, Giovanni Domenico (Johann Dominicus Justinus Augustus)
Nacque ad Amburgo il 13 ott. 1748 da Ignazio, compositore e maestro di cappella di origine napoletana, e da Petronilla Cosimi. Nel 1759 frequentava l'Accademia di belle arti di Bayreuth; due anni dopo fu mandato a Roma, dove proseguì gli studi sotto la direzione di P. Batoni e di G. Bottani. Nel 1765 si trasferì a Bologna e frequentò, sotto la guida di V. Bigari ed E. Lelli, i corsi dell'Accademia Clementina.
Nel 1770 rientrò in Germania, stabilendosi alla corte di Brunswick, dove dimorava il padre. Qui entrò in contatto con alcuni scrittori dello "Sturm und Drang", quali J.A. Leisewitz e, probabilmente, G.E. Lessing. Sempre nel corso dell'ottavo decennio si sposò con Sophie Piepenbringk.
Coinvolto in una truffa, nel maggio del 1781 fu condannato a dieci anni di reclusione ma, dopo solo cinque mesi, ottenne la libertà (Menze, 1987). Si stabilì quindi a Gottinga, come studente di matematica e maestro di disegno, ottenendo nel 1783 il permesso di impartire lezioni di storia dell'arte; in seguito organizzò ufficialmente tale attività didattica nella facoltà di lettere e filosofia.A Gottinga il F. godette della protezione dei filologo e bibliotecario Ch.G. Heyne, grazie alla quale nel 1784 fu nominato custode della ricca raccolta di stampe dell'università. Pur continuando saltuariamente a dipingere, da questo momento si dedicò agli studi e all'insegnamento della storia dell'arte, ottenendo, però di essere nominato professore straordinario solo nel 1799.
Grazie soprattutto al fondo di stampe dell'università di Gottinga - ad esempio quelle relative ai capolavori del Rinascimento - il F. fu in grado di organizzare corsi di alto livello durante i quali esortava gli studenti a prendere contatto diretto in Italia con le opere d'arte. Il primo programma di quei corsi ci è pervenuto pubblicato in Über die Groteske (Göttingen 1791).
Docente pieno di entusiasmo, ma anche di sobrietà illuministica, il F. divenne un importante mediatore della cultura italiana al di là delle Alpi, stimato da F. Schlegel, A. von Arnim e molti altri studiosi, spesso stranieri, che frequentavano l'università. Tra i suoi allievi emerge K.F. von Rumohr, che ne continuò la tradizione critica.
Il F. è autore di numerosi brevi scritti su aspetti tecnici e biografici e su questioni terminologiche, ma solo nei saggi più estesi riuscì a superare i limiti dell'erudizione settecentesca, portando a sintesi la vasta messe di dati raccolta nella sua attività di bibliografo e catalogatore; a questo scopo si ispirò allo schema storiografico della Storia pittorica di L. Lanzi (1789). Con i colleghi delle altre discipline collaborò al gran progetto di J.G. Eichhom di una storia universale delle arti e delle scienze, per la quale stese i cinque volumi Geschichte der zeichnenden Künste von ihrer Wiederauflebung bis auf die neuesten Zeiten, pubblicati a Gottinga (1798 e 1808). Completò l'opera negli ultimi anni di attività con la Geschichte der zeichnenden Künste in Deutschland und den vereinigten Niederlanden (quattro volumi, Hannover 1815-1820).
Contribuì alle Meusels Miscellaneen artistischen Inhalts, alla Bibliothek der alten Literatur und Kunst, alla rivista Wünschelruthe, ma, soprattutto, scrisse instancabilmente, per le Göttingische gelehrte Anzeigen, centinaia di resoconti, che testimoniano della sua larghissima e sempre attuale conoscenza della letteratura internazionale nei campi artistico ed archeologico. Mantenne contatti epistolari con amici in Italia e diventò membro corrispondente delle accademie di Monaco e di Parigi. Nel 1807 fu insignito della croce di Cristo da papa Pio VII.
Nel 1813, ormai sessantacinquenne, divenne professore ordinario all'università di Gottinga. Tre anni dopo fu colpito dalla morte del primogenito Guglielmo Raffaello, che aveva collaborato con lui alla stesura di alcuni scritti (Schlosser Magnino, 1964). Nel 1818, alla morte della moglie, si sposò con Elisabeth Struck.
Il F. morì a Gottinga il 10 sett. 1821.
Oltre agli scritti citati si ricordano: Salvator Rosa. La pittura. Satira, con le note di J.D. F., Göttingen 1785; Das vermeinte Grabmal Homers nach einer Skizze des Herm Lechevalier gezeichnet... Erläutert von C. G. Heyne. Mit fünf Kupfertafeln, Leipzig 1794; Kleine Schriften artistischen Inhalts, Göttingen 1803-1806; Beschreibung der Gemälde, Sammlung der Universitát zu Göttingen, ibid. 1805; Über einige italiänische Gelehrte und Künstler welche Matthias Corvinus König von Ungam beschäftigte. Ein Versuch, ibid. 1812.
La produzione pittorica e grafica del F. è per lo più dispersa. Alcuni disegni giovanili si conservano a Bologna all'Accademia Clementina. I ventotto disegni con i quali illustrò l'Iliade curata dall'amico Heyne (Lipsiae 1802), sono conservati presso lo Städtisches Museum di Gottinga, dove si trova anche un suo Ritratto di G.A. Bürger (un elenco delle opere del F. in Menze, 1987, pp. 1-16).
Fonti e Bibl.: Gottinga, Archiv der Georg-August-Universitát, Kunstsamlung, ad nomen (epistolario e cartella personale del F.); W. Waetzoldt, Deutsche Kunsthistoriker, I, Berlin 1986, pp. 287-292; W. Vogt, F. s Kampf um die Professur, in Beiträge zur Gottinger Bibliotheks- und Gelehrtengeschichte, Göttingen 1928, pp. 91-107; J. Schlosser Magnino, La letteratura artistica, Firenze 1964, ad Indicem; U. Kultermann, Geschichte der Kunstgeschichte..., Frankfurt-Berlin-Wien 1981, p. 74; A. Hölter, Der Romantiker als Student. Zur Identität von zwei Tieck-Handschriften, in Deutsche Vierteljahrsschrift, LXI (1987), pp. 125-150; M. Menze, J.D. Fs Weg in die Künstgeschichte, tesi di laurea, Göttingen 1987; S. Vietta, in Literaturlexikon, a cura di W. Killy, III, Gütersloh-München 1989, p. 384; A. Hölter, Goethe, Meyer und der Kunsthistoriker J.D. F. …, in Goethe-, Vahrbuch, CIX (1992), pp. 115-130; Renaissance in der Romantik. J.D. F., italienische Künst und die Georgia Augusta…, a cura di M. Boetzkes - G. Unverfehrt - S. Vietta, Hildesheim 1993; A. Hölter, J.D. F. s "Geschichte der zeichnenden Künste" und ihr Bild der Renaissance, in Romantik und Renaissance, a cura di S. Vietta, Stuttgart-Weimar 1994, pp. 95-115; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, p. 2.