FALDELLA, Giovanni
Scrittore e giornalista, nato a Saluggia (vercelli) il 26 aprile 1846, ivi morto il 14 aprile 1928. Collaborò a tutti i periodici letterarî dell'ultimo Ottocento, e fu corrispondente da Roma della Gazzetta piemontese. Deputato al parlamento dal 1881, poi senatore dal 1896, l'attività politica spense in lui, a poco a poco, l'originaria vena narrativa.
Le cose sue più singolari sono, infatti, dei primi anni: Figurine (1875), Rovine (1879), Un viaggio a Roma (1880), Un serpe (1881), Roma borghese (1882), Una serenata ai morti (1884), Tota Nerina (1887), Madonna di fuoco e Madonna di neve (1888), ecc. Seguirono opere storico-politico-oratorie, e raccolte di articoli di giornale di scarso valore. Gli argomenti narrativi del F. sono, per lo più, episodî di vita campagnola, contrasti psicologici disegnati con lieve tratto caricaturale, secondo modi che risalgono ancora, almeno in parte, al verismo; ma la visione d'insieme sfugge ad ogni precisione etico-sociale, affidata come è al personale estro dello scrittore. Lirica è la funzione del linguaggio, gustosamente combinato fra l'italiano e il piemontese, modulato sensitivamente, frenetico nel ritrovare colori e immagini alterate, assoluto in sé stesso, come un puro giuoco surreale, e solo condizionato dalle esigenze dell'acceso umorismo del bozzetto, della "figurina".
Bibl.: B. Croce, in La lett. d. Nuova Italia, V, 2ª ed., Bari 1943; G. Ferrata, prefaz. alla ristampa di Figurine, Milano 1942; G. Contini, Pretesto novecentesco sull'ottocentista G. F., in La Rassegna d'Italia, aprile 1947; G. Petrocchi, in Belfagor, maggio 1947.