FEDINI, Giovanni
Di questo pittore, figlio di Domenico di Lazzaro, fiorentino, non sono note le date di nascita e morte; le notizie circa la sua attività sono comprese tra il 1563 e il 1599. Del 1563 è una lettera di protesta inviata al luogotenente dell'Accademia dei disegno, firmata con altri cinque artisti, per contestare le recenti nomine dell'Accademia. V. Borghini, scrivendo al duca Cosimo, minimizzò l'accaduto, qualificando il gruppetto protestatario come "sei fraschette con poco consiglio e men ragione" (Cavallucci, 1873, pp. 45-49). Lo stesso Borghini propose però il F. nel 1565 come aiuto nella preparazione dell'apparato per le nozze di Francesco Maria de' Medici e Giovanna d'Austria (Bottari-Ticozzi, 1822).
Questo lascia supporre che il F. fosse allora relativamente giovane e poco affermato; anche le poche ulteriori notizie che lo riguardano confermano un iter simile a quello dei più giovani pittori dello studiolo di Francesco I in palazzo Vecchio. Nel 1569 risulta iscritto all'arte dei medici e degli speziali, lo stesso anno in cui si iscriveva anche Alessandro Fei (Colnaghi, 1928). Con il Fei il F. lavorò nella cappella dei pittori all'Annunziata, luogo di sepoltura e di culto degli accademici, dove nel 1570 dipinse una delle storie a chiaroscuro sopra le nicchie, identificata con l'Incontro di Abramo e Melchisedec (Giovannetti, 1988). In quegli anni entrò a far parte dell'Accademia, prima come provveditore, nel 1570-71, poi come accademico, il 13 genn. 1572 (Colnaghi, 1928), dopo la commissione di un ovale per lo studiolo.
L'ovale da lui dipinto per lo studiolo a Firenze è stato datato al 1571 c., firmato "Giovan. Fe Fior", ed è l'ultimo pannello inferiore della parete dedicata all'elemento dell'acqua. Il soggetto è stato misconosciuto per molti anni poiché si è a lungo creduto che raffigurasse "Daniele al convito di Baldassarre". Si tratta invece della storia dell'Anello di Policrate di Samo, un soggetto tratto da Plinio e suggerito a G. Vasari dal Borghini come adatto ad ornare l'armadio, che poteva contenere anelli o gemme, in quanto collegato al tema dell'acqua (Frey, 1930; Schaefer, 1980).
Definito dal Venturi (1933, p. 445) "quadro oscurissimo", in cui le piccole figure rosseggianti si perdono nel grande spazio, l'ovale del F. è effettivamente poco leggibile anche per le scelte compositive: la scena del convito animato da figurette ondeggianti si perde sotto l'architettura incombente, mentre in primo piano spicca in modo favolistico il particolare del pesce nel quale si ritroverà l'anello, portato sul vassoio dai servitori che salgono un'ampia scalinata. Poco lusinghiero anche il giudizio del Freedberg (1971) che, pur collocando il F. tra gli artisti di derivazione bronzinesca, lo considera più un artigiano che un artista.
Il F. ricopri di nuovo la carica di provveditore all'Accademia del disegno nel 1575-76 (Colnaghi, 1928). All'attività di pittore dovette affiancare interessi letterari e teatrali come attesta la pubblicazione nel 1583 di una sua commedia in prosa intitolata Le due Persilie, rappresentata a Firenze l'anno precedente e stampata sempre a Firenze presso i Giunti con un ritratto dell'autore ed una dedica a Pietro Conti, segretario del granduca.
L'ultima notizia riguardante il F. è del 1599, anno in cui fu coinvolto in una disputa a proposito di tre tele, copie da originali, raffiguranti le Stagioni, delle quali il F. avrebbe tracciato il disegno (cfr. Colnaghi, 1928).
Fonti e Bibl.: G. Bottari-S. Ticozzi, Raccolta di lettere..., Milano 1822, I, p. 196; C. I. Cavallucci, Notizie stor. intorno alla R. Accademia delle arti del disegno in Firenze, Firenze 1873, pp. 4549, 105; A. Venturi, Storia dell'arte ital., IX, 6, Milano 1933, pp. 445 ss.; D. E. Colnaghi, A Dictionary of Florentine painters, London 1928, pp. 97 s.; K. Frey, Der literarische Nachlass Giorgio Vasaris, München 1930, II, p. 534; S. J. Freedberg, Painting in Italy..., Harmondsworth 1971, p. 512n. 10b; S. J. Schaefer, The Studiolo of Francesco I de' Medici in the palazzo Vecchio in Florence, tesi dott. [Bryn Mawr College 1976], University microfilms international, Ann Arbor, Mich., 1980, I, pp. 263 s., 327 s.; E. Allegri-A. Cecchi, Palazzo Vecchio e i Medici - Guida storica, Firenze 1980, pp. 337 s.; A. Giovannetti, in La pittura in Italia. Il Cinquecento, Milano 1988, II , pp. 709 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 337.