Ferri, Giovanni (Giovanni del Ferro)
Notaio bolognese, preposto nel 1321 alla compilazione dei Libri Memorialium, ove, dopo un atto del 22 dic. 1321, trascrisse in modo non grossolano la terzina Or te sta, che tu se' ben ponito; / e guarda bem la mal tolta moneta / ch'eser te feçe contra Charlo ardito (If XIX 97-99): terzina che, a non volerla spiegare come occasionale reminiscenza, parrebbe rivelare nel notaio umori filoangioini, d'altronde non rari nella Bologna di quegli anni. Di lui si sa che era figlio di un Antonio notaio e che fu membro del consiglio generale del popolo nel 1347; morì probabilmente durante la peste del 1348, dato che, " corpore languens ", faceva testamento il 13 agosto di quell'anno. Sempre di mano sua restano nei Memoriali del '21 altri undici versi, provenienti da tre ballate anonime, che rivelano un uomo, se non di vasta cultura, almeno di un certo gusto.
La terzina dantesca, la cui presenza venne segnalata dal Livi nel 1906, costituì per una dozzina d'anni il più antico frammento della Commedia, finché lo stesso Livi rinvenne in un registro di atti criminali del 1317, sempre dell'archivio bolognese, la terzina 94-96 e frammenti dei vv. 103-104 di If III, insieme ad altri (vv. 16-17) di If V.
Bibl. - La terzina ricordata è a c. 39v del vol. CXLIII dei Memoriali (Bologna, Arch. di Stato), ove si trovano anche le altre rime trascritte dal F.; tutte queste rime in A. Caboni, Antiche rime italiane tratte dai Memoriali bolognesi, Modena 1941, 108-110 (ma v. anche Contini, Poeti I 765 ss.). Sul F. in particolare v. G. Livi, Cultori di D. in Bologna nei secoli XIII e XIV, in " Nuova Antol. " CXXIII (1906) 442-456; ID, La più antica prova di divulgazione dell'" Inferno " dantesco, ibid CXCIV (1918) 63-69; ID, D., suoi primi cultori, sua gente in Bologna, Bologna 1918, 16; ID, D. e Bologna, ibid 1921, 8.