CERTANI, Giovanni Filippo
Nacque a Bologna il 6 sett. 1645(non nel 1646come in Enc. catt.)da famiglia nobile di origine fiorentina; era imparentato con Francesco Cerretani, uno dei fondatori della Congregazione dell'oratorio di Firenze. Compiuti gli studi di teologia a Bologna venne ordinato sacerdote. Subito dopo, il 9 febbr. 1672 entrò nella Congregazione dell'oratorio di Bologna e il 9 marzo 1672 vestì l'abito. Il C. si dedicò alla cura spirituale delle anime. Per sette trienni, cioè fino al 1693, ebbe l'incarico, rinnovato alla fine di ogni triennio, di educare i novizi dell'Oratorio. Ma si distinse soprattutto, più tardi, nell'opera di redenzione delle meretrici della sua città. Il card. Giacomo Boncompagni, arcivescovo di Bologna, gli affidò il compito di creare un convento dove queste potessero sottrarsi alla vita che conducevano. Il C. istituì così il convento di S. Maria Egiziaca provvedendone alle esigenze spirituali e materiali. Alla sua morte le cosiddette penitenti di S. Maria Egiziaca erano oltre trenta. Diede pure regole al convento: Le costituzioni per le Religiose di S. M. Egiziaca approvate dall'E.mo Arcivescovo con molte grazie e privilegi (Bologna 1702).
Sempre per sette trienni, contemporaneamente all'incarico di maestro dei novizi, il C. rivestì la carica di prefetto delle cerimonie ecclesiastiche. Si dedicò a questo compito con molta cura e volle che le cerimonie della sua chiesa si distinguessero per esattezza e splendore. Acquistò ben presto molto credito come liturgista e il Gabrielli ci dà notizia di varie opere scritte dal C. in questo campo: sulla comunione, sui vespri, sulla settimana santa, sull'ottavario del SS. Sacramento, sulla benedizione delle palme, sulle Ceneri e su altre solennità. Due di queste vennero pubblicate postume dagli oratoriani di Bologna e dedicate al card. Lambertini che fu uno dei più reputati commentatori di liturgia: Riti della messa privata spiegati secondo il senso più proprio delle rubriche del messale e le dottrine degli autori che scrissero sopra tali materie (Bologna 1737; 2 ediz., "corretta ed accresciuta da un prete dell'oratorio", Bologna 1757) e Riti della messa solenne spiegati giusta la norma delle rubriche del messale de' cerimoniali e degli autori (Bologna 1750).
Le due opere, nelle quali il C. attacca l'abitudine diffusa nel suo tempo di considerare le norme delle rubriche "non precettive, ma direttive e piuttosto consiglio che legge", sono un compendio della scienza liturgica dell'epoca in materia. Gli autori ai quali il C. fa più spesso riferimento sono liturgisti come il Gavanti, il Bauldry, il Merati, ma anche scrittori di ascetica come il Lohner.
Nello stesso tempo il C. si dedicò allo studio di opere mistiche ed ascetiche, con una particolare attenzione per s. Francesco di Sales e in genere per la produzione francese. In questo venne facilitato anche dall'incarico di censore dei libri francesi affidatogli dall'Inquisizione di Bologna. A testimonianza di questo interesse rimangono le sue traduzioni, alquanto libere, alcune delle quali sono rimaste manoscritte: Vita ben regolata di una dama chevoglia vivere santamente anche nel secolo (conservata a Bologna nella Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, B. 1508), e Vitedel padre G.F.C. prete dell'Oratorio diBologna, comprendente La vita di madreMaria Amata di Blonè e Le vite di novereligiose dell'Ordine della Visitazione diS. Maria,scritte dalla M. FrancescanaMaddalena di Chaugy Superiore del primo monastero di d.o Ordine (Ibid., B. 3203). Altre sono state pubblicate (cfr. Fantuzzi, Notizie, III, p. 169): L'uomo d'orazione (Bologna 1686) e La maniera di ben predicare (Bologna, più ristampe). Entrambe risultano irreperibili, ma è probabilmente da identificare con la seconda il manoscritto La miglior maniera di predicare. Opera di mons. D. B. trasportata dalla lingua francese (conservato a Bologna nella Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, B. 1514). Ebbe una grande diffusione un'altra traduzione, Ritiramento spirituale d'un giorno per ciascun mese composto in francese da un religioso della Compagnia di Giesù,trasportato in italiano da un prete dell'Oratorio (Bologna 1700) di Jean Croiset (cfr. C. Sommervogel, Dict. des ouvrages anonymes..., Paris 1884, p. 845).
Almeno una decina di edizioni di questo scritto comparvero nella prima metà del Settecento a Bologna, Venezia, Roma e Milano (cfr., anche se incompleto, l'elenco in C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus,Bibliographie, II, Bruxelles-Paris, 1891, coll. 1668 s.). L'opera, oltre ad alcune considerazioni generali sul ritiro, comprende sei serie di meditazioni, dato che lo stesso soggetto ritorna due volte all'anno, a distanza di un semestre. Ogni giorno comporta tre meditazioni, la terza delle quali sempre dedicata al tema della morte. Il Ritiramento spirituale ha avuto un posto notevole nella storia della spiritualità europea: basta pensare alle numerosissime edizioni, traduzioni, contraffazioni. Anche in Italia sembra avere avuto importanza nel propagandare la pratica del ritiro spirituale mensile. Il C. nell'introduzione indirizzò la sua traduzione non solo ai religiosi, ma "ad ogni sorta di persone" e alla gente che in generale non disponeva di otto o dieci giorni di seguito da dedicare al ritiro. Di lì a poco la pratica del ritiro spirituale avrebbe avuto in Italia l'esempio di s. Paolo della Croce.
L'attività di scrittore del C. non si fermò qui. Il Gabrielli ci dà notizia (pp. XXXV-XXXVI) di vari trattati sulla frequenza della confessione, sulla contrizione, suicasi di coscienza e di un poema scritto in latino in onore di Clemente XI "in prova del mistero della Immacolata concezione di Maria Vergine".
La Bibl. dell'Archiginnasio di Bologna conserva due manoscritti: Epitalamio dell'anima sposa di Giesù Cristo overo pratiche di ben prepararsi alla Santissima Comunione e di render le grazie dopo quella (B. 1499) e Panagion cioè Vite di tutti i santi onorati dalla Chiesa ... estratte dagli atti antichi ... (mese di gennaio) (B. 1678): questa seconda opera, prevista in dodici volumi ma non proseguita, sfrutta gli Acta Sanctorum dei bollandisti. Nella Biblioteca universitaria di Bologna sono conservati alcuni distici in latino ricordati dal Gabrielli: IoHieronymo Sbaraleo philosopho,ac medico excellentissimo Io Philippus Certanus, s. d.(ms. 239, c. 1 n.n. rv).
Il C., sotto il pontificato di Clemente XI, su invito del card. Sebastiano Tanara, legato di Urbino, dovette recarsi a Pesaro per ricostituire quell'Oratorio, allora in grave stato di decadenza, riuscendo in breve tempo a portare a termine con successo la missione. Ritornato a Bologna, nel 1712 subì un colpo di apoplessia, che lo costrinse ad una relativa inattività fino alla morte, avvenuta il 23 nov. 1717.
Fonti e Bibl.: Due lettere del C. al conte Alfonso Dosi (1707) sono conservate a Bologna, Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, ms. B. 938, n. 11, tra le Lettere originali d'alcuni celebriletterati bolognesi scritte ad altri bolognesi; cfr. inoltre: C. M. Gabrielli, Notizie della vita delpadre G. F. C., in Riti della Messa privata, Bologna 1737, pp. VII-XLIV; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, III, Bologna 1783, pp. 167 ss.; C. A. de Rosa di Villarosa, Mem. degli scrittori filippini, I, Napoli 1837, pp. 87-90; Encicl. catt., III, col. 1326.