ANERIO, Giovanni Francesco
Romano, ritenuto fratello di Felice (v.), e anch'egli compositore. In mancanza di dati sicuri circa la sua nascita, si usa seguire il Fétis, che la pone verso il 1567; si crede che sia morto verso il 1621, perche l'ultima pubblicazione di musiche in cui si legge il suo nome apposto alla dedicatoria è del 1620. Pare anche che il soggiorno dell'Anerio alla corte di Sigismondo III di Polonia, di cui fa cenno lo scolaro Marco Scacchi nel Cribrum musicum, sia avvenuta un po' prima del 1610; nel quale anno il maestro, forse di ritorno dalla Polonia, fu a Verona direttore della cappella della cattedrale e quivi dedicò al vescovo Alberto Valier una raccolta di madrigali ad una e due voci col basso continuo, intitolata Recreatione Armonica. Ma nel 1611 Roma riebbe certo l'Anerio, stando al titolo dei mottetti apparsi in quell'anno presso lo Zanetti romano: Jo. Francisci Anerii Romani, in Seminario Romano Musicae Praefecti, Motectorum.... Liber II. Due anni dopo fu maestro di cappella in Ecclesia Deiparae Virginis ad Montes, carica che conservò forse fino alla morte, essendo menzionata nelle stampe, apparse col suo nome, fra il 1613 ed il 1620.
Fattore importante nella vita dell'Anerio furono le relazioni ch'egli coltivò coi padri della Compagnia di Gesù, ai quali è forse da attribuire la sua andata in Polonia. Passato da Verona a Roma, la sua attività si svolge nella loro orbita; al generale dei gesuiti, padre Acquaviva, sono dedicati i primi mottetti apparsi appena rientrato in patria; per il Collegio romano compone le musiche conservate nelle collezioni maior e minor della biblioteca Altempsiana; nella Chiesa del Gesù, il 7 agosto 1616, celebra la prima messa - dopo essersi con lunghe meditazioni deciso al sacerdozio festeggiato dai cantori romani. Ma anche con la congregazione romana dell'Oratorio la sua opera sta in rapporto: ché, per questa istituzione fondata da Filippo Neri, l'Anerio compone quel Teatro armonico spirituale, apparso nel 1619, segnante un momento di capitale importanza nello sviluppo dell'oratorio in volgare.
In confronto della produzione di Felice Anerio, questa di Giovanni Francesco si manifesta più copiosa e varia. Di essa parla la bibliografia compilata dal Haberl, nella quale sono date come esistenti non meno di 320 composizioni chiesastiche, di cui alcune, come le Messe ed i Magnificat, sono gruppi di pezzi diversi. Sono inoltre da aggiungere le opere profane, come i Madrigali e le Canzonette; le musiche di soggetto spirituale, composte sopra testo volgare, alle quali appartengono Il dialogo pastorale al presepio (1600) citato dal Baini ed il Teatro armonico; la trascrizione, per quattro voci, della Missa Papae Marcelli di Palestrina; alcuni saggi di musica strumentale, come Il libro delle Gagliarde intavolate per sonare nel cembalo e liuto (1607).
La varietà di questa produzione si stacca naturalmente anche per lo stile da quella di Felice Anerio. Giovanni F. Anerio dimostra infatti una spiccata tendenza all'eclettismo ed all'adozione degli elementi caratteristici del nuovo stile monodico. Mentre nella Messa della battaglia e nella Missa Paulina Borghesia super "Quem dicunt homines" dedicata a Paolo V Borghese, risuonano echi e sopravvivono metodi di costruzione polifonica appartenenti ad un genere anteriormente stato in auge; mentre nei Responsorîe del Natale, nel Requiem, in alcune Litanie e nei Mottetti ad otto voci la tecnica del polifonista è stata giudicata frutto di una buona educazione contrappuntistica, le impronte del nuovo stile monodico si manifestano nella composizione mottettistica e madrigalesca a una e due voci col basso continuo, nelle arie della Selva armonica (1617), e nelle musiche chiesastiche comitantibus variis instrumentis contenute nelle collezioni del Collegio Romano.
Il Teatro armonico spirituale di Madrigali a cinque, sei, sette ed otto voci concertati con il Basso per l'organo, schiude, in forza dell'elemento dialogico che vi è contenuto, l'avvenire all'oratorio volgare. L'Anetio, dopo aver dimostrato le sue simpatie alla Congregazione dell'Oratorio collaborando al Libro delle laudi dato alla luce nel 1599 dal padre Ancino, svolge, nel 1619, la laude draminatica che egli denomina ancora madrigale, come Claudio Monteverdi svolgerà il madrigale drammatico nei Madrigali guerrieri e amorosi approssimandolo allo stile rappresentativo. Del Teatro armonico di G. F. Anerio fa parte il "Dialogo della Conversione di S. Paolo", con Soli, Combattimento con l'Istrumenti, Simphonia, in 26 parti, col quale il compositore romano scioglie ogni legame che potesse aver avuto prima con l'arte chiesastica e s'allontana di tanto dallo spirito di Palestrina di quanto s'avvicina a quello delle "nuove musiche".
Bibl.: F. X. Haberl, in Kirchenmusik. Jahrbuch (1886).