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ANISIO, Giovanni Francesco

di Anna Buiatti - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)
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ANISIO (Anisi, Anicio), Giovanni Francesco (Giano)

Anna Buiatti

Nacque nel Napoletano, forse a Sarno, da famiglia di origine francese. La data di nascita, sulla quale manca l'accordo, si può collocare tra il 1465 e il 1475. I dati biografici dell'A. non sono molti né molto precisi: sappiamo che studiò diritto e lettere classiche e che molto presto, pare intorno al 1486, si dedicò alla poesia. Fu certamente a Roma, forse al seguito di qualche signore.

Divenne abate, ma rifiutò, forse per dedicarsi agli studi poetici intrapresi, un vescovado che gli venne offerto. Era intanto rientrato a Napoli e venuto in contatto con l'Accademia pontaniana, divenendo amico dei più illustri uomini di cultura del tempo, tra cui il Sannazzaro, il Summonte, il Seripando, il Valla, il Bembo, il Telesio, e godendo della particolare protezione del cardinale p. Colonna. Anche il fratello dell'A., Cosimo, medico e poeta latino, ricordato dai contemporanei, e il nipote Orazio, facevano parte dell'ambiente degli umanisti napoletani.

L'attività poetica dell'A., tutta in latino, conferma in lui l'esperto umanista, ma, se pure stilisticamente corretta, rivela anche scarsità di ispirazione e raggiunge un livello poetico mediocre.

Fanno parte della sua produzione sei egloghe sul gusto del Pontano e del Sannazzaro, ricche di reminiscenze mitologiche e con personaggi allusivi a figure contemporanee, varie poesie d'amicizia o scherzi epistolari nei modi oraziani, alcune liriche sacre, in forme classiche e sostanzialmente profane nello spirito (si può ricordare quella ad divum Ianuarium sul miracolo di san Gennaro), e molti brevi carmi erotici, in cui l'A. si compiace di vagheggiare un clima di impossibile idillio.

Ma l'A. si riteneva particolarmente portato per la satira di tipo oraziano e il suo impegno in questo senso è dimostrato da sei libri di satire in esametri, forse la parte più notevole della sua opera.

In realtà, le satire dell'A., spesso prolisse e noiose, mancano di vera ispirazione e interessano solo talvolta per lo spunto polemico e il richiamo a personaggi o avvenimenti della politica e del costume contemporaneo (come quella diretta a Giulio II, o le altre che illuminano aspetti di corruzione e di servilismo politico delle corti italiane).

L'A. è autore anche di una tragedia sacra, il Protogonos, in versi giambici e saffici ispirata alla vicenda del peccato originale. Malgrado il proclamato tentativo di restaurare la tragedia classica, sia pure nei modi senechiani, il Protogonos, in cinque atti con prologo e cori moraleggianti, non esce dal tono della sacra rappresentazione medievale; i personaggi si presentano come astratte allegorie animate da un incerto sentimento religioso e la tragedia, nell'insieme, si rivela semmai adatta più alla lettura che alla scena. Lo stesso generico moralismo dei suoi cori si ritrova nelle Epistolae de Religione.

Nel 1536 Carlo V concesse all'A. e al nipote Orazio il privilegio familiaritatis. L'A. era ancora vivo nel 1540, ma dovette morire poco dopo. Fu sepolto a Napoli in S. Giovanni Maggiore.

Ed. delle opere: Varia poemata et satyrae ad Pompeum Columnam cardinalem, Neapoli 1531; Satyrae ad Pompeum Columnam cardinalem, ibid. 1532; Poematum liber secundus con Cosmi Anysii poemata, ibid. 1533; Protogonos tragoedia, Variorum poematum libri novem Sententiae et satyrae, ibid. 1532-36; Variorum poematum libri duo accedit liber tertius, ibid. 1536; Variorum poematum liber tertius, ibid. 1537; cfr. inoltre O. Anisio, Commentariolus in tragoediam Iani A. e Apologia (rivolta al card. A. M. Palmieri e indirettamente a Paolo III), con Epistolae, Correctiones e I.A. poematum libri duo, a cura di G. V. Gentili, Neapoli 1536; inutile ricordare che versi dell'A. sono in varie raccolte del tempo, per es. epigrammi in Coryciana, Romae 1524, pp. 35-40, ed egloghe in Bucolicorum auctores, Basileae 1546, pp. 409-433.

Fonti e Bibl.: Lettere di diversi, a cura di L. Dolce, Vinegia 1554, c. 233; J. E. Martinez Ferrando, Privilegios otorgados por el emperador Carlos V en el reino de Nápoles, Barcelona 1943, p. 16; P. Giovio, Opera,a cura di G. G. Ferrero, I, Roma 1956, p. 177; C. M. Tallarigo, Giovanni Pontano e i suoi tempi, I, Napoli 1874, pp. 168 s.; Id., G. A., in Il real liceo di Napoli nell'anno scolastico 1874-75, Napoli 1876, pp. 11-83; E. Percopo, Marc'Antonio Epicuro in Giorn. stor. d. letter. ital., XII (1888), pp. 9, 32; G. Vollaro, G. A. umanista dell'Accademia pontaniana, Napoli 1914; E. Gothein, Il Rinascimento nell'Italia meridionale, Firenze 1915, p. 260; G. Mistruzzi, Giovanni Cotta, in Giorn. stor. d. letter. ital., suppl. 22-23 (1924), pp. 14, 15; V. Cian, La coscienza politica nazionale nel Rinascimento, in Scritti minori, II,Torino 1936, pp. 158, 169; A. Altamura, L'umanesimo nel Mezzogiorno d'Italia, Firenze 1941, pp. 11, 116-120, 138, 155; V. Cian, La satira, II, Milano s.d., pp. 162-165; Encicl. Itat., II, p. 377; XXVI, p. 482; Encicl. d. Spettacolo, I, coll. 649 s.

Vedi anche
Quinto Oràzio Flacco Oràzio Flacco, Quinto (lat. Quintus Horatius Flaccus). - Poeta latino (Venosa 65 a. C. - Roma 8 a. C.). Nacque da padre libertinus, come egli stesso dice, e fu educato a Roma, dove ebbe come primo maestro Orbilio; compiuti i vent'anni si recò ad Atene, a completare gli studî retorici. Prima o dopo questo ... poesia Arte di produrre composizioni verbali in versi, cioè secondo determinate leggi metriche, o secondo altri tipi di restrizione; con una certa approssimazione si può dire che il significato di poesia è individuabile, nell’uso corrente e tradizionale, nella sua contrapposizione a prosa, in quanto i due termini ... letteratura In origine, l'arte di leggere e scrivere; poi, la conoscenza di ciò che è stato affidato alla scrittura, quindi in genere cultura, dottrina. Oggi s'intende comunemente per letteratura l'insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano ... Umanesimo Periodo storico le cui origini sono rintracciate dopo la metà del 14° sec., e culminato nel 15°: tale periodo si caratterizza per un più ricco e più consapevole fiorire degli studi sulle lingue e letterature classiche, considerate come strumento di elevazione spirituale per l’uomo, e perciò chiamati, ...
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aniṡiano
anisiano aniṡiano agg. e s. m. [der. di Anĭsus, nome lat. del fiume Enns, nel Tirolo austriaco]. – In geologia, piano inferiore del trias medio di facies alpina, caratteristico, in Italia, soprattutto del Trentino e del Veneto; è detto...
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anisato2 aniṡato2 s. m. [der. di anis(ico)1, col suff. -ato]. – In chimica organica, sale dell’acido anisico.
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