BINI, Giovanni Francesco
Figlio di Giovanni, che fu dei Priori nel 1488, e nipote di Niccolò di Giovanni di Iacopo, capitano delle galee fiorentine di Fiandra, nacque a Firenze nel 1497. Intorno ai vent'anni raggiunse il fratello Piero, mercante a Lione, ma, mentre questi rientrava dopo non molti anni in Italia, il B. non si mosse più dalla Francia.
A Lione, dove altri Bini, di cui è incerta l'ascendenza, Simone e poi suo figlio Bino, furono nell'arco di tutto il secolo "maestri de' coreri", il B. proseguì le attività commerciali e bancarie iniziate dal fratello, aprendo e chiudendo tutta una serie di compagnie. Nel 1539 risultava ancora aperta una compagnia in nome suo e del fratello; nel 1532 si era associato con Filippo Strozzi e Neri di Gino Capponi (forse suo zio materno); intorno al 1538 veniva costituita la prima delle numerose compagnie del B. con Palla di Lorenzo di Filippo Strozzi; ai due si aggiunse più tardi anche Tommaso di Niccolò Biffoli (fratello del più noto Angelo), la cui collaborazione non fu tuttavia fortunata; nel marzo del 1552 il B. e lo Strozzi costituivano nuova compagnia di commercio e banca, l'ultima fra i due che ci sia nota.
Le attività mercantili del B. sono svariate e possono essere seguite sull'abbondante ma frammentaria documentazione che, raccolta da Palla Strozzi, è conservata nelle Carte Strozziane dell'Arch. di Stato di Firenze (s. V, f. 1090, ins. 2). Vanno segnalati la costante, ovvia, presenza alle fiere di Lione, i rapporti con i Guicciardini, gli acquisti di grano, insieme con i Gondi, dalla Normandia e dalla Borgogna, i frequenti spostamenti a Tolosa e a Parigi, una causa per ragioni commerciali con Roberto Strozzi nel 1547-48, numerosissime scritte di assicurazione, l'accordo fra il B. e lo Strozzi, a chiusura d'una delle loro compagnie, di mantenere per il solo "stralcio", "un giovane, due servitori e una chavalcatura alle spese di detta ragione", il che è buon indice delle dimensioni della "ditta".
Le iniziative del B. avevano comunque un raggio ancora più ampio di quanto la documentazione rimastaci, prevalentemente relativa ai rapporti con gli Strozzi, non permetta di vedere. Ad esempio sappiamo che, associato col lucchese Giambattista Bernardini, aveva ottenuto nel 1543 un privilegio reale per l'importazione delle sete straniere in Francia per dieci anni: ma la privativa venne poi revocata da Francesco I per le proteste degli altri mercanti. Lo stesso sovrano, che del B., in quanto agente e socio di Filippo Strozzi, era debitore per ingenti somme, lo aveva fatto arrestare nel 1535 per cautelarsi dall'eventuale buon esito dell'accordo che gli Strozzi ed i fuorusciti fiorentini avevano tentato di stringere con Carlo V contro i Medici.
Nella sua "piazza" di Lione Giovanni Francesco era uno degli anelli della rete di agenti strozziani diffusi in mezza Europa e sempre occupati per metà nella mercatura e per metà negli intrighi politici. Del suo impegno per gli Strozzi resta la testimonianza di alcune lettere del 1541-42 dirette a Roberto e al suo agente veneziano; da una di esse si ha anche il ricordo della sua personale partecipazione alla costruzione delle galee che gli Strozzi armavano a Marsiglia nel 1542.
Rimasto vedovo di Lucrezia di Gino di Girolamo Capponi, che aveva sposato nel 1543, il B. contraeva un nuovo matrimonio con una nobildonna lionese e cominciava ad investire in beni fondiari la maggior parte delle sue fortune. Del decennio 1540-1550 è la costruzione di una splendida villa nella campagna di Lione; sempre intorno alla metà del secolo sembra che il B. abbia ottenuto, probabilmente per acquisto, una signoria con titolo baronale. Non è nota la data della sua morte. Il suo notevole patrimonio era destinato a disperdersi per mancanza di discendenza (si ricorda soltanto un figlio maschio che fu frate). Dopo il 1565 si perdono le tracce della famiglia in Lione.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Firenze,Carte Pucci, III, 6; Ibid.,Carte dell'Ancisa, GG, c. 226; KK, cc. 336v, 337; Ibid.,Carte Strozziane, s. III, f. 96, cc. 101, 108, 132v, e 133; f. 116, ins. 39; f. 144, ins. 28; s. V, f. 1090, ins. 2; G. Cambi,Istorie, in Delizie degli eruditi toscani, XXI, Firenze 1785, p. 38; A. Ademollo,Marietta de' Ricci,ovvero Firenze al tempo dell'assedio, a cura di L. Passerini, VI, Firenze 1845, pp. 2047 s.; H. A. Charpin-Feugerolles,Les Florentins à Lyon, Lyon 1893, pp. 163 e 192; E. Picot,Les Italiens en France au XVIe siècle, Bordeaux 1902, p. 98; L. Galle,La ville d'un marchand fiorentin du XVIe siècle à Gorge de Loup,près de Lyon, in Revue d'histoire de Lyon, V (1906), pp. 181-210; R. Ehremberg,Das Zeitalter der Fugger, I, Jena 1912, p. 300; D. Gioffrè,Gênes et les foires de change. De Lyon à Besançon, Paris 1960, p. 182.