BORDINI, Giovanni Francesco
Nacque a Roma, circa il 1536. Addottoratosi in leggi, nel maggio 1558 conobbe Filippo Neri, del quale divenne penitente e familiare seguace, nella cerchia più stretta del sodalizio laicale dell'Oratorio. Aggregato più tardi alla comunità di S. Giovanni dei Fiorentini, nucleo della futura Congregazione, fu ordinato prete nel 1564. Il mistico Bonsignore Cacciaguerra, morto nel 1566, gli diresse una delle sue lettere, sul tema: "come i mondani molto s'ingannino a credere che le persone spirituali non possino havere vera allegrezza, et consolatione, come quella che si pensano haver loro". Era d'ingegno e gusto letterari e formato nelle scienze ecclesiastiche. Da Milano l'arcivescovo Carlo Borromeo lo richiese a Filippo, con lettera del 13 ott. 1569, destinandolo alla "prebenda theologale" della sua cattedrale. Ma non lo ebbe, per essere egli, come l'agente dell'arcivescovo presso la Curia C. Speciani lo qualificava, in lettera del 23 dic. 1570, "forse il più valente prete, che sia in Roma... ed è la più forte colonna che sia nell'Oratorio". Partecipò alla lunga elaborazione delle costituzioni destinate a reggere la Congregazione che si andava formando, e nel 1583 redasse un primo progetto in latino. Fu, nel maggio 1584, uno dei quattro "deputati" eletti al governo, con Filippo preposito. Ma questi, che pur riconosceva in lui "molte belle parti e virtù", lo escluse dalla sua successione, unitamente al Talpa, in un singolare documento dettato intorno al gennaio 1586, per designare invece il Tarugi. Il sagace conoscitore di uomini giudicò, con severità, il B. "duro et di proprio parere", facendogli carico di diversi atti arbitrari e irriguardosi. Credette anche, probabilmente, che egli volesse mettersi in mostra con qualche sua produzione letteraria, come l'opuscolo De rebus praeclare gestis a Sixto V pont. max., composto di distici latini, e pubblicato nel 1588 con una dedicatoria al papa e una serie di quindici tavole in rame, illustranti i rinnovamenti edilizi del pontificato. Con qualche maneggio, come pare, il B. ottenne di seguire il cardinale Ippolito Aldobrandini nella sua legazione in Polonia, dal 1º giugno 1588 al 27 maggio 1589. Divenuto papa questo cardinale con il nome di Clemente VIII, fu eletto quasi subito, il 17 febbr. 1592, vescovo di Cavaillon, diocesi del Contado Venassino soggetto anche temporalmente alla S. Sede. I sentimenti di affetto conservati per Filippo risultano da una lettera che gli diresse, entrato in sede, il 22 luglio 1592, e dalla commozione dimostrata alla sua morte: mandò a Roma, l'11 febbr. 1596, un "compendium vitae", e il 30 giugno dell'anno stesso fece in Cavaillon la propria deposizione, per il processo di canonizzazione del fondatore dell'Oratorio. Nel settembre 1597 l'altro oratoriano Tarugi fu traslato a Siena, e il B. ne ebbe la successione, prima come vicelegato di Avignone e quindi, l'11 marzo 1598, come arcivescovo di questa metropoli, che governò attivamente, celebrando più sinodi, tra i quali va ricordato specie quello del 1600. Morì nel gennaio 1609 e fu sepolto nella cattedrale.
Il B. compose, oltre al citato De rebus praeclare gestis a Sixto V pont. max. ... Carminum liber primus, Romae 1588, una cronotassi, in due volumi, Summorum Urbis et orbis Pont. series et gesta... Ex Annalibus ampliss. Card.lis Caesaris Baromi deprompta, Parisiis 1604.Tradusse, inoltre, dallo spagnolo la prima biografia del fondatore dei fatebenefratelli, scritta dal padre Francisco de Castro, Vita et opere sante di Giovanni di Dio,dell'istituzione dell'ordine,e suo spedale (Firenze 1589), e Vita della madre Teresa di Gesù (Venezia 1604).
Fonti e Bibl.: Il primo processo per s. Filippo Neri, a cura di G. Incisa della Rocchetta, N. Vian e C. Gasbarri, III, Città del Vaticano 1960, pp. 272-274, 384-398; IV, ibid. 1962, pp. 181, 242 s. Una biografia secentesca si trova tra quelle di Paolo Aringhi, in due redazioni, nel cod. Vallicelliano O. 58, ff. 239-244. Il B. compare tra i personaggi del dialogo di A. Valier, Philippus,sive de laetitia christiana, in Due opere latine, a cura di C. Cavattoni, Verona 1862: cfr. A. Dupront, Autour de saint Filippo Neri, in Mélanges d'archéologie et d'histoire, XLIX (1932), pp. 250 s. Un profilo in L. Ponnelle e L. Bordet, Saint Philippe Néri et la société romaine de son temps, Paris 1929, pp. 174-176, 378 s. e passim. Per l'opera episcopale: J. H. Albanés, Gallia christiana novissima, I, Avignon, Valence 1920, coll. 629-636; e S. Fantoni Castrucci, Istoria della città d'Avignone e del Contado venesino, I, Venetia 1678, pp. 334 s., 380. Per la bibliografia degli scritti e in particolare sull'opuscolo De rebus praeclaragestis, G.M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 3, Brescia 1762, p. 1700; J. A. F. Orbaan, Documenti sul barocco in Roma, Roma 1920, pp. 422 s. e nota; Biblioteca Angelica, Mostra del libroillustrato romano del Cinquecento (catalogo), Roma 1950, p. 38 n. 119; L. Gigli, L'"incisore" G.F. Bordino e l'obelisco di S. Croce in Gerusalemme, in Studi romani, III (1955), pp. 580-584 e tavv. LXIX-LXX.