CASSANA, Giovanni Francesco
Pittore, nato a Cassana presso Bonassola, sulla riviera orientale di Genova, probabilmente nel primo decennio del Seicento. Le poche notizie biografiche che abbiamo su di lui si basano soprattutto sul Soprani-Ratti. Il C., allievo a Genova di Bernardo Strozzi, seguì il maestro quando questi si stabilì a Venezia nel 1630-31. Nonostante le lodi di scrittori contemporanei come A. Lupis (in Soprani-Ratti, p. 13; G. G. Bottari, Lettere pittoriche, V, Milano 1822, p. 348), secondo il quale sarebbe stato maestro di G. B. Langetti, non trovò grande favore a Venezia, dove non si trovano sue opere di destinazione pubblica. L'attività del C., piuttosto, sembra essersi svolta prevalentemente in provincia, specie a Mirandola, dove il C. era stato invitato, sempre secondo il Soprani-Ratti, da Alessandro Il Pico (1637-41) ma non sappiamo in quale anno. La stessa fonte rammenta a Mirandola alcune sue opere (una tela con S. Ignazio per la chiesa dei gesuiti; un S. Francesco di Paola per la chiesa di S. Rocco, e un S. Girolamo penitente per il duomo, quest'ultimo emigrato nel Museo di Carpi dove ancora si trova), e da lì egli potrebbe aver inviato a Padova alcune delle sue opere, come le due grandi tele con Abramo visitato dagli angeli e Il castigo di Nabad e Abjud che si trovano nel presbiterio di S. Giustina.
Il suo Autoritratto presunto è Conservato agli Uffizi (Invent. 1890, n. 1777).
Morì a Mirandola il 19 luglio 1690 secondo quanto riferisce P. Papotti (Annali mirandolesi. in Campori, 1855). P. A. Orlandi (Abcedario pittorico, Bologna 1704, p. 294) scrive che "dipinse paesi, vedute, figure, e pochi anni dopo mori al servizio del Serenissimo della Mirandola".
La ricostruzione della personalità del C. resta molto difficile sia per le scarse notizie, sia per le poche opere conservateci e che si possano considerare sue con certezza (Padova, Carpi). Considerato allievo dello Strozzi, è difficile, come rileva il Castelnovi (p. 143), rintracciare componenti stilistiche di questo tipo nella sua produzione nota, mentre generico è l'apprezzamento del Brandolese ("il suo stile è di forte colore, di gran macchia, carnoso, e risentito nel nudo: il suo pennello facile, e spedito"), che attribuiva al C. un Baccanale nel Monte di Pietà di Padova "condotto sul modo di Rubens". È per questa ragione che al C. sono state in passato attribuite opere che nulla hanno a che fare con lui, come il noto Ritratto di un cavaliere di Malta in palazzo Pitti o il S. Martino e il povero della Pinacoteca di Bologna. Anche l'attribuzione al C. (Pinetti) di una Resurrezione di Cristo nella chiesa parrocchiale di Dossena presso Bergamo non è comprovata né dallo stile né dai documenti.
Il C. ebbe tre figli - Nicolò, Giovanni Agostino e Giovanni Battista - che ne seguirono il mestiere.
Di Giovanni Battista il Campori (1855) oltre a dare Riogo e data di morte (a Mirandola, il 29 ott. 1738, di circa settanta anni) elenca una serie dì opere di soggetto religioso già sparite dalla chiesa di Mirandola, e considera sua opera migliore un autoritratto nella sua stessa collezione. Secondo il Soprani-Ratti dipinse fiori, frutta e animali.
Figlia di Giovanni Battista e di. Giulia Borgonovi fu Giulia Vittoria, suora, ancora vivente nel 1738; "si occupò, al dire dei biografi, nel dipingere mezze figure di sacre immagini" (Campori, 1855), di cui non resta traccia.
Probabilmente apparteneva alla stessa famiglia Grisante Cassana (Casana) che secondo P. Zani (Enc.... delle Belle Arti, I, 6, Parma 1820; pp. 61 s.) nacque nel 1738 a Borgo San Donnino, dove morì nel 1783. Già P. Vitali (Le pitture di Busseto, Parma 1819, p. 52) registrava come perdute sue opere di soggetto sacro, mentre A. Ghidiglia Quintavalle (P. Balestra e G. Cassana..., in Aurea Parma, XI, [1956], p. 176) in una Maddalena Penitente, firmata e datata 1759 in collezione privata, scorgeva una "propensione alla pittura veneta, soprattutto del Piazzetta, interpretata con una modesta ma personale sensiblità".
E. Scarabelli Zunti (Parma, Museo naz. d'antichità, Documenti e memorie..., ms., VII, p. 35) registra anche un Luca Carlo Nicolò Cassana, nato il 6 genn. 1706 a Borgo San Donnino da un altro Grisante "zio od avo che fosse del pittore omonimo". Questo Luca fu alla scuola del Tagliasacchi, ma Scarabelli non conosceva sue pitture né prima né dopo l'entrata nell'Ordine dei gesuiti il 27 giugno 1729.
Fonti e Bibl.: R. Soprani-C. G. Ratti, Vite de' pittori, scultori ed architetti genovesi..., II, Genova 1797 [1769], pp. 12-17; G. B. Rossetti, Descriz. delle pitture, sculture e architetture di Padova, Padova 1870, p. 196; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia, a cura di M. Capucci, III, Firenze 1974, p. 215; P. Brandolese, Pitture, sculture, architetture ed altre cose notabili di Padova..., Padova 1795, pp. 11, 94, 270; G. Campori, Gli artisti ital. e stranieri negli Stati estensi, Modena 1855, pp. 140 s.; Id., Racc. di catal. ed inventari ined. ... dal sec. XV al sec. XIX, Modena 1870, p. 146; C. Gamba, in Il ritratto ital. da Caravaggio al Tiepolo alla mostra di Palazzo Vecchio nel 1911..., Bergamo 1912, p. 118; Inv. de gli oggetti d'arte d'Italia, A. Pinetti, Provincia di Bergamo, Roma 1931, pp. 256 s.; G. Delogu, Pittori minori liguri, lombardi, piemontesi del Seicento e del Settecento, Venezia 1931, pp. 61 s.; Invent. degli oggetti d'arte d'Italia, W. Arslan, Provincia di Padova, Comune di Padova, Roma 1936, pp. 119 s., 149; N. Ivanoff, Intorno al Langetti, in Boll. d'arte, XXXVIII (1953), pp. 321 s.; W. Arslan, Pittura venez. dal XIV al XVIII sec., Bergamo 1958, p. 146; Il Museo Correr di Venezia, T. Pignatti, Dipinti del XVII e XVIII sec., Venezia 1960, pp. 57 s.; L. Mortari, B. Strozzi, Roma 1966, p. 73; C. Donzelli-G. M. Pilo, I pittori del Seicento veneto, Firenze 1967, p. 122; G. V. Castelnovi, in Lapittura a Genova e in Liguria dal Seicento al primo Novecento, Genova 1971, pp. 143, 165 s.; G. Godi, Dipinti e disegni genovesi dal 500 al 700 (catal. della mostra a Soragna), Parma 1973, pp. 17 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 123; Encicl. Ital., IX, p. 326.