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COTTA, Giovanni Francesco

di Simonetta Coppa - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 30 (1984)
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COTTA, Giovanni Francesco

Simonetta Coppa

Scarse le notizie intorno a questo pittore valtellinese, nato a Morbegno (Sondrio) il 26 nov. 1727 da Domenico e da Caterina Migazzi (Morbegno, Arch. parrocch., Libro dei nati, ad annum). Secondo le fonti contemporanee la sua formazione di pittore si svolse a Bologna, secondo il Füssli (1779) alla scuola di Stefano Torelli (ciò che appare improbabile, avendo Stefano Torelli a partire dal 1740 lavorato esclusivamente in Germania, Polonia e Russia); secondo il Giovio (1784), il C. lavorò "nel suo paese", ossia in Valtellina, dipingendo ad affresco e su tela, dopo esser stato alla scuola di uno Stefano Storia non meglio noto.

Le opere a lui attribuite dalla letteratura locale sono peraltro perdute o disperse: è il caso di una Crocifissione su tela nella parrocchiale di Talamona (Monti, 1902; Bassi, 1927-28) e di trenta "medaglie", non meglio identificate, nella medesima chiesa, opera di un Gaspare Cotta (evidentemente errore per Giov. Francesco) secondo il Bassi, che menziona come suoi genericamente anche "altri dipinti in diverse chiese e cappelle del mandamento (di Morbegno)" e un affresco "all'esterno di una casa" nel centro di Talamona. A Gaspare Cotta il solo Gianoli (1953) riferisce le quattordici Stazioni della Via Crucis, su tela, sempre nella parrocchiale di Talamona, variamente attribuite dalla letteratura locale a Pietro Ligari o a Giovan Pietro Romegialli.

Allo stato attuale delle ricerche, le uniche opere sicure del C. sono tre tele: una Resurrezione, dipinto laterale nella terza cappella di sinistra della chiesa di S. Fedele di Buglio in Monte (pagatagli nel 1758, come risulta da documenti dell'Archivio parrocchiale), una Gloria di s. Lorenzo, pala dell'altar maggiore nella chiesa di S. Lorenzo a Fusine (1771, come da docc. dell'Arch. parrocchiale) ed una Madonna del Rosario con i ss. Domenico e Francesco, pala d'altare della seconda cappella di sinistra della chiesa dell'Immacolata di Andalo, pagatagli 240 lire di Valtellina nel 1798 (docc. dell'Archivio parrocchiale).

È invece dispersa una tela con I quattro Dottori della Chiesa, dipinta per la quadreria di Palazzo Malacrida a Morbegno in collaborazione con altri due pittori morbegnaschi, Giovan Pietro Romegialli e Acquistapace Catena, che "vollero per ghiribizzo tutti tre insieme dipingere quel quadretto" (Morbegno, palazzo Malacrida: Memorie storichee genealogiche della famiglia Malacrida di Valtellina compilate da Ascanio Malacrida, ms. [1815 c.], p. 117).

Il C. morì a Morbegno il 4 maggio 1804 (Morbegno, Arch. parrocch., Libro dei morti, ad annum.).

Lo stile del C., per quanto si può giudicare dalla pala di Fusine e dalla tarda pala di Andalo. che venne dipinta quando il pittore aveva ormai oltre settanta anni (la Resurrezione di Buglio è pesantemente alterata da ridipinture e scarsamente leggibile), è caratterizzato da un sostanziale classicismo che si esprime in un ritmo compositivo statico, in gamme cromatiche fredde e sobrie, in un chiaroscuro sfumato e avvolgente.

Recentemente (Gianasso, 1979) gli sono stati attribuiti una tela con S. Giorgio e il drago nel presbiterio della chiesa di S. Giorgio a Cino e gli affreschi con Storie dell'Antico Testamento nella seconda cappella di destra della medesima chiesa: attribuzione che, almeno per quanto riguarda gli affreschi, non appare improbabile.

Secondo il Giovio (1784), seguito dal Gandola (1879), il C. fu maestro di Pietro Romegialli da Morbegno.

Fonti e Bibl.: J. Füssli, Geschichte der besten Künstler in der Schweiz, V, Zürich 1779, p. 101; G. B. Giovio, Gli uomini della comasca diocesi antichi e moderni, nelle arti e nelle lettere illustri, Modena 1784, pp. 72, 237 s.; L. Gandola, Albo stor. biogr. d. uomini illustri valtellinesi, Sondrio 1879, pp. 134 ss.; S. Monti, Storia ed arte nella prov. ed antica diocesi di Como, Como 1902, p. 336; E. Bassi, La Valtellina. Guida turistica illustrata, Monza 1927-28, pp. 54, 91 s., 96; G. B. Gianoli, Guida art. della prov. di Sondrio, Sondrio 1953, p. 52; P Glaviano, Giacomo Parravicini e Giovan Pietro Romegialli pittori valtellinesi, in Commentari, XV (1964), pp. 91 s., 97 s.; [M. Gianasso], Guida turistica della provincia di Sondrio, Sondrio 1979, pp. 6, 22; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, p.559.

Vedi anche
ancona Dipinto su tavola o rilievo in marmo o legno, di soggetto religioso, collocato sull’altare, generalmente entro un’inquadratura architettonica (pala d’altare); il termine è riferito in particolare a opere del Gotico e del primo Rinascimento. affresco Tecnica pittorica consistente nello stendere colori diluiti con acqua su uno strato di intonaco fresco che, asciugandosi, forma una superficie dura e compatta che fissa il colore (➔ pittura). Bologna Comune dell’Emilia (140,7 km2 con 373.026 ab. nel 2007), capoluogo dell’omonima provincia e della regione Emilia-Romagna. È posta sulla Via Emilia, a 54 m s.l.m., allo sbocco della valle del Reno.  ● La pianta della città mostra l’originario nucleo romano a insulae rettangolari (6 cardini e 7 decumani, ... classicismo Complesso di concetti teorici e di norme pratiche desunti dagli antichi Greci e Romani e applicati alla composizione e al giudizio delle opere d’arte. Fu soprattutto il Rinascimento italiano che propose le opere degli scrittori e artisti latini e greci come modelli da seguire, nell’illusione di poter ...
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còtta¹
cotta1 còtta1 s. f. [da cotto, part. pass. di cuocere]. – 1. a. L’azione del cuocere, cottura: dare una c., una breve c. alla carne; togliere la carne dal fuoco dopo la prima c.; zucchero di prima, di seconda cotta; zucchero di tre cotte,...
còtta²
cotta2 còtta2 s. f. [dal fr. cotte, voce di origine germanica]. – 1. Sorta di tunica ampia con maniche lunghe usata nel medioevo da uomini e donne: allora suo marito le promise, dal primo guadagno che prendesse, di farle una bella c. (Novellino)....
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