MARCHI (De Marchi), Giovanni Francesco Maria
Nacque a Milano il 4 dic. 1689 da Paolo e Anna Jugali (Busnelli).
Sebbene il nome di battesimo fosse Giovanni Francesco Maria, nelle fonti coeve è sempre citato come Giovanni Maria, e, almeno a partire da Gerber (1790), risulta attestato anche come Giovanni Francesco.
Il M. iniziò la sua carriera musicale nella cappella del duomo di Milano cantando tra i "soprani figlioli" (1705-07) e sostituendo occasionalmente il primo o il secondo organista fino al 1713, anno in cui, morto quest'ultimo, inoltrò domanda per concorrere alla titolarità del secondo organo. Vinto il concorso per sorteggio - giacché i candidati ottennero le stesse votazioni alle prove -, nel settembre dello stesso anno assunse l'incarico di secondo organista, che tenne fino al 1737, quando poté finalmente sedere al primo organo. Durante tutti questi anni affiancò il maestro di cappella Carlo Baliani, attivo presso la cattedrale ambrosiana fra il 1714 e il 1747.
Il M., oltre a lavorare in qualità di organista per la chiesa metropolitana, operò come maestro di cappella e compositore in alcune chiese di Milano: in particolare a S. Maria della Pace, fra il 1720 e il 1728, e a S. Maria della Passione, a partire dal 1731, come si ricava dai libretti degli oratori da lui intonati per queste chiese in occasione di festività liturgiche. Per la chiesa di S. Maria della Pace compose La morte in spavento (1720), I portenti del zelo eloquente (1722), Il doppio miracolo (1726) e La probatica piscina (1728), tutti destinati a celebrare in giugno il culto di s. Antonio da Padova promosso dai minori osservanti.
Tuttavia, nonostante gli oratori da lui intonati per S. Maria della Pace, nei registri contabili della chiesa non compaiono emolumenti intestati al M. (Vaccarini Gallarani, p. 480). Anche per S. Maria della Passione mise in musica, nel 1731, un Oratorio (senza titolo specifico) in onore del santo patavino.
Fra il 1719 e il 1726 il M. compose occasionalmente drammi sacri per altre istituzioni ecclesiastiche milanesi, oltre che per le due chiese citate in cui figura quale maestro di cappella. In particolare scrisse quattro oratori natalizi per la Congregazione dell'Immacolata Concezione, presso la chiesa di S. Fedele, tutti eseguiti nei giorni dell'Epifania secondo una prassi documentata fra il 1708 e il 1726: l'Oratorio per il santissimo Natale (1719), L'angelo a' pastori (1721), La colpa originale piangente alle culle del Redentore (1723) e Li elementi in gara nell'ossequio di Gesù Bambino (1724).
Il libretto de L'angelo a' pastori è un adattamento della Cantata a tre per Natale di Andrea Diotallevi, musicata da Giovanni Giorgi ed eseguita nel palazzo apostolico Vaticano nel 1719 (Vaccarini Gallarani, p. 469). Alle prove per l'esecuzione de Li elementi in gara partecipò un viaggiatore olandese di passaggio a Milano nei primi venti giorni del 1724, Jan Alensoon (cfr. Vlaadingerbroek, p. 545).
Quale compositore milanese, il M. fu anche coinvolto, insieme con i fratelli Giovanni Battista e Giuseppe Sammartini, nella composizione di alcune arie per l'oratorio-centone La Calunnia delusa, eseguito nella cappella regia e imperiale della chiesa di S. Maria della Scala nel maggio del 1724, in onore di s. Giovanni Nepomuceno. Dal repertorio di drammi sacri composti dal M. va però espunto il Trionfo della Grazia (1708), a lungo attribuitogli per via delle iniziali sul frontespizio del libretto ("poesia e musica del signor G.M."): la paternità, già messa in dubbio da Busnelli, è stata risolta da Vaccarini Gallarani (p. 468) con l'individuazione dell'autore, il padre gesuita Giacomo Machio.
La produzione sacra del M., oltre agli oratori, dei quali non è pervenuta alcuna partitura, comprende anche singoli brani la cui musica si conserva manoscritta. In particolare si rammentano: una raccolta di mottetti e cantate morali a voce sola (Milano, Biblioteca e Arch. del Capitolo metropolitano, b. 25, n. 4; cfr. Sartori e Semeraro), tre Gloria a quattro e cinque voci con accompagnamento strumentale (Engelberg, Musikbibliothek, Mss., A.436-438, già 5808-5010), due Magnificat a quattro voci altrettanto accompagnati (Einsiedeln, Musikbibliothek, Mss., 542.7-8, già 4117-4118) e Letanie, a quattro voci, a cappella della Beata Vergine Maria (Treviri, Bistumsarchiv, 104/135 00), datate, in base alla fonte, 20 genn. 1711.
A partire dal 1733 la produzione di drammi sacri del M. si avvicendò con quella di drammi profani. Musicò tre opere per il Regio Ducal teatro di Milano - Il Catone in Utica di P. Metastasio (1733), Emira (1736), e La clemenza di Tito ancora di Metastasio (1737) -, delle quali si conservano diciassette arie in una raccolta manoscritta, segnalata da Busnelli e custodita nella Biblioteca del Conservatorio di Milano (Mss., 52). Il M. è autore altresì di un'opera destinata alla scena teatrale veneziana, La generosità politica di C. Goldoni (1736), il cui allestimento durante la fiera dell'Ascensione (13 maggio) lo fece allontanare da Milano per un mese, come risulta dal permesso da lui richiesto al capitolo del duomo (il 26 aprile) e concesso a condizione che si facesse sostituire ("purché ponghi un cambio sufficiente"). È verosimile ritenere che il M. ricevette la commissione dell'opera veneziana dallo stesso autore, giacché, oltre a essere librettista del dramma stesso, Goldoni era attivo in quegli anni come drammaturgo del teatro veneziano di S. Samuele (1736-41), ed è probabile che avesse conosciuto il M. in occasione della rappresentazione milanese del Catone in Utica, trovandosi in città in quel periodo.
Non si hanno notizie precise né sul giorno né sul luogo del decesso del M., che probabilmente avvenne a Milano; le richieste di partecipare al concorso per il posto di primo organista da lui lasciato vacante permettono di collocare la sua morte all'inizio di dicembre del 1740.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Milano, Spettacoli pubblici, p.a., cart. 14 (opere eseguite a Milano); Milano, Arch. della chiesa di S. Giorgio, Arch. della chiesa di S. Sisto, Battesimi-Matrimoni-Morti, anni 1606-1725, c. 149; Ibid., Arch. della Veneranda Fabbrica del duomo, cart. 404 bis, f. 11, n. 2 (aprile 1736: richiesta e permesso di assentarsi); f. 13, nn. 1, 6 (accenni alla morte e al periodo in cui il M. ricoprì il ruolo di primo organista); f. 32, nn. 2, 4, 5 (1713: concorso e assunzione); cart. 412, f. 206, n. 51 (primo compenso come secondo organista); C. Sartori, La cappella musicale del duomo di Milano: catalogo delle musiche dell'archivio, Milano 1957, p. 249; G. Barblan, Il teatro musicale in Milano nei secoli XVII e XVIII, in Storia di Milano, XII, Milano 1959, p. 977; F. Mompellio, La cappella del duomo dal 1714 ai primi decenni del '900, ibid., XVI, ibid. 1962, p. 562; M. Busnelli, Notizie inedite su G.M. M. (1689-1740), in Fontes artis musicae, XXXI (1984), pp. 233-239; R. Semeraro, I mottetti di C. Baliani, tesi di laurea, Cremona, Scuola di paleografia e filologia musicale dell'Università degli studi di Pavia, a.a. 1989-90, pp. 230-237; K. Vlaadingerbroek, Faustina Bordoni applauds Jan Alensoon. A Dutch music-lover in Italy and France 1723-1724, in Music and letters, LXXII (1991), pp. 536-555; Sammartini e il suo tempo: fonti manoscritte e stampate della musica a Milano nel Settecento, a cura di M. Brusa - A. Rossi, in Le fonti musicali italiane, I (1996), suppl., pp. 81-83; M. Vaccarini Gallarani, L'ambrosianità del contesto nella storia dell'oratorio milanese, in L'oratorio musicale italiano e i suoi contesti (secc. XVII-XVIII). Atti del Convegno internazionale, Perugia… 1997, a cura di P. Besutti, Firenze 2002, pp. 469-475, 480; M. Toffetti, Sammartini in commissione d'esame presso il duomo di Milano (1733-1773), in G.B. Sammartini and his musical environment, a cura di A. Cattoretti, Turnhout 2004, pp. 422, 454 s.; E.L. Gerber, Historisch-biographisches Lexikon der Tonkünstler, I, p. 134; C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800, Indici, I, p. 412.