BRIGANTI, Giovanni Gabbriello (Gabriele)
Nacque il 14 ott. 1874 a Ripafratta (Pisa) da Biagio, fattore, e da Albina Berchielli. Conseguita a Lucca la licenza della scuola tecnica, proseguì a studiare da solo appassionandosi alla lingua e alla letteratura inglese, trovando nel frattempo un impiego di avventizio nella pubblica biblioteca di Lucca. Attento lettore di poesia oltre che inglese, italiana e francese, ebbe modo di conoscere il Pascoli nell'estate del '96, proprio nella biblioteca lucchese dove il poeta si recava dalla sua nuova dimora di Castelvecchio di Barga. Fu un incontro determinante, del quale il B. ha lasciato memoria (Testimonianze e valutazioni pascoliane, nel vol. collettaneo G. Pascoli, a cura di I. De Blasi, Firenze 1937, pp. 175-197; poi in Atti dell'Acc. lucchese di scienze,lettere e arti, n. s., VI [1948], pp. 87-107).
Del Pascoli il B. divenne ben presto amico fedelissimo e prezioso collaboratore: lo rifornì a lungo dei libri di cui abbisognava, lo aiutò nelle traduzioni dall'inglese, in special modo al tempo della compilazione delle antologie italiane Sul limitare (Palermo 1899)e Fior da fiore (ibid. 1901). Quando il B. si sposò (1901) il Pascoli scrisse per lui Il gelsomino notturno, che gli mandò in dono associando al proprio nome quello del comune amico A. Caselli. Alla morte di quest'ultimo, nel 1921, il B. divenne il depositario dell'importante carteggio che il Pascoli ebbe col droghiere e mecenate lucchese; carteggio che custodì gelosamente finché non lo cedette, in massima parte, alla Biblioteca governativa di Lucca nel novembre del 1942.
Per una maggiore conoscenza del Pascoli, e addirittura per mantenerne vivo un vero e proprio culto, il B. si fece promotore di non poche iniziative, dalla fondazione della società italiana che si intitolò al poeta, agli Studi pascoliani dei quali uscirono quattro fascicoli (Bologna, I, 1927; II, 1929; III, 1933; IV, 1936);da celebrazioni ufficiali di portata nazionale, come quella del 1924a Lucca che dette luogo al volume collettaneo dal B. stesso curato, Lucca a Giovanni Pascoli (Lucca 1924;ristampa accresciuta, ibid. 1925), a manifestazioni esprimenti una sorta di mistica pascoliana come l'annuale Sagra delle Forbici sul passo omonimo dell'Appennino tosco-emiliano. Quest'ammirazione legò il B. di affettuosa amicizia a diversi scrittori e letterati, fra cui A. Baldini, P. Pancrazi e M. Valgimigli.
Il B. scrisse versi che rientrano nell'alone pascoliano, seppure con una personale esperienza metrica e ritmica stimolata anche da modelli anglosassoni. Collaborò a giornali locali ed a riviste, ma saltuariamente. Per lunghi anni bibliotecario, oltre che insegnante di inglese, a Lucca, dove si era definitivamente stabilito dal 1901, alla letteratura inglese dedicò la maggior parte dei suoi scritti. Fra questi si segnalano Percy Bysshe Shelley ai Bagni di San Giuliano (per nozze Marchetti-Umana), Lucca 1932; Maria Shelley e il suo romanzo su Castruccio Castracani, in Boll. stor. lucchese, VI (1934), 21 pp. 85-105; Cristina Rossetti nella poesia inglese, in Atti dell'Acc. lucchese di scienze,lettere e arti, n.s., II (1936), pp. 63-86. Anche la commemorazione di Lazzaro Papi (ibid., n.s., VI [1948], pp. 33-54) rientra in questo settore, giacché vi si esamina in particolare la traduzione del Paradisoperduto di Milton. Si aggiungano una traduzione da A. Tennyson, La morte dell'anno (apparsa in Il Popolotoscano, 10 genn. 1926), e una Noterella carducciana. Por un paragone nella "Faida di Comune"(pubblicata in Atti dell'Istituto veneto di scienze,lettere ed arti, XCIX, 2 [1939-40], pp. 783-786).
Socio dell'Accademia lucchese, nella quale ricoprì a lungo la carica di segretario per le Lettere, il B. morì a Lucca il 19 maggio 1945.
Fonti e Bibl.: Ripafratta, Arch. parr.; Com. di Lucca, Anagrafe; G. Pascoli, Lett. agli amici lucchesi, a cura di F. Del Beccaro, Firenze 1960, passim (v. in partic. le lett. del Pascoli al B., pp. 339-359); G. Pascoli, Lettere adAlfredo Caselli, a cura di F. Del Beccaro, Milano 1968, passim; P. Pancrazi, Un pascoliano di Lucca: ricordo di G. B., in La Lettura, 20 sett. 1945, pp. 3 s. (poi in Scrittori d'oggi, s. 3, Bari 1946, pp. 295-304, infine in Ragguagli di Parnaso. Dal Carducciagli scrittori d'oggi, a cura di C. Galimberti, I, Milano-Napoli 1967, pp. 257-264); A. Baldini, Inediti di un pascoliano. Tredici poesie di G. B., in La Fiera letteraria, 3 ott. 1946; E. L. [E. Lazzareschi], G. B., in Atti dell'Accademia lucchese di scienze,lettere ed arti, n.s., VI (1948), pp. XVII-XIX; M. Valgimigli, Unamico lucchese, in Ilmantello di Cebete, Milano 1952, pp. 165-174 (poi in Uomini e scrittori del mio tempo, a cura di M. V. Ghezzo-I. De Luca, Firenze 1965, pp. 367-371); M. Marchi, Dieci anni in Il Tirreno, 13 dic. 1955; C. Pellegrini, Un amicodel Pascoli: G. B., in Giovanni Pascoli, numero unico a cura dell'Istituto magistrale di Barza, Barga 1955-56, pp. 17-21 (Poi ristampato in DaConstant a Croce, Pisa 1958, pp. 251-255).