GARBIERI, Giovanni
Nacque a Bologna il 14 sett. 1849 (l'anno è ricavabile dall'atto di morte, ove è detto "di anni 81") da Camillo e Luisa Baldini, in una famiglia di origini e di condizioni economiche modeste.
Conseguita la licenza magistrale, iniziò giovanissimo l'insegnamento nelle scuole elementari di Bologna. Anche durante il servizio militare, non ancora laureato, si impegnò per l'istruzione dei carcerati. Conseguita nel 1870 la laurea in matematica nell'Università di Bologna, divenne professore di meccanica e di geometria descrittiva nell'istituto tecnico di Reggio Emilia. Nel 1879 fu trasferito all'istituto tecnico di Roma, sezione fisico-matematica.
Tra i lavori di questo periodo si ricordano: I determinanti con numerose applicazioni (Bologna 1874); Intorno al trattato sui determinanti del prof. Sigismondo Günther, in Bull. di bibliogr. e storia delle scienze matematiche e fisiche, XI (1878), pp. 257-319.
Lasciò Roma nel 1881, quando venne chiamato alla presidenza dell'istituto nautico e tecnico di Savona. Il suo studio Sulle forme invariative delle quadriche apparve nell'Annuario, da lui fondato, dell'istituto (I [1882], pp. 1-76).
Nel 1882, in seguito a concorso, successe a G. Bellavitis sulla cattedra di algebra complementare dell'Università di Padova, dove insegnò fino al 1889. La facoltà di scienze patavina propose per due volte la sua promozione a professore ordinario, ma in entrambi i casi la domanda non fu accolta per motivi di bilancio.
Tra i lavori padovani del G. segnaliamo le seguenti memorie pubblicate negli Atti dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti: Sopra una classe di funzioni simmetriche, I (1883), pp. 33-75; Sulle equazioni a derivate parziali, ibid., pp. 1173-1225; Sulle superfici inviluppi, ibid., II (1884), pp. 1201-1220; Sulle superfici polari covarianti e sugli invarianti, ibid., IV (1886), pp. 1149-1166; Sulla eliminazione delle funzioni arbitrarie, ibid., V (1887), pp. 830-841. Nello stesso periodo collaborò con A. Capelli alla stesura del Corso di analisi algebrica, purtroppo interrotto al primo volume (Teorie introduttorie, Padova 1886).
Nel 1889 il G. si trasferì alla facoltà di scienze dell'Università di Genova, ove succedette a G.B. Marsano sulla cattedra di algebra e geometria analitica; a Genova insegnò, prima come professore straordinario e poi (dal 1902) come professore ordinario, fino al 1922, quando fu collocato a riposo. A partire dall'anno accademico 1890-91 separò i due insegnamenti di algebra e geometria. Tenne anche, per incarico, gli insegnamenti di statica grafica e di applicazioni di geometria descrittiva nella scuola di applicazione per ingegneri.
A Genova il G. si adoperò con grande impegno per realizzare nella facoltà di scienze la scuola di magistero in matematica che fu poi approvata dal ministero della Pubblica Istruzione nel 1906, e fu fra i fondatori della Biblioteca della scuola di magistero, destinata a diventare l'attuale Biblioteca di matematica della facoltà di scienze dell'Università di Genova.
Divenne preside della facoltà di scienze nel 1916, in seguito alle dimissioni di G. Pellizzari, e mantenne la presidenza fino al 1920. In questo quadriennio si adoperò per il completamento della scuola di applicazione per ingegneri e per l'assetto edilizio dell'Università di Genova. Nel 1922 fu nominato membro corrispondente dell'Accademia Gioenia di Catania.
Fu interventista e durante la guerra promosse iniziative atte a ottenere la sospensione del collega tedesco O. Pensig, che fu poi reintegrato nel 1919.
Durante la sua permanenza a Genova, il G. fu completamente assorbito dagli impegni accademici e didattici. Pubblicò alcuni scritti di argomento matematico, tra i quali: Introduzione ad una teorica dell'eliminazione, in Giornale di matematiche di Battaglini…, XXX (1891), pp. 41-105; Sulla teoria della eliminazione fra due equazioni, in Atti dell'Acc. Gioenia di scienze naturali in Catania, s. 4, VI (1892), p. 9; Sulla misura del calore solare secondo le esperienze del prof. Bartoli, in Rivista di sociologia, I (1894); nonché diversi scritti pubblicati in proprio, nei quali sono riprodotte alcune delle sue lezioni universitarie.
Del G. ebbero fortuna i testi di matematica elementare, apprezzati e adottati per diversi anni in scuole medie di ogni parte d'Italia (in particolare Trattato di algebra elementare…, I-II, Padova 1886; 2ª ed., Torino 1905).
Il G. morì a Genova il 6 febbr. 1931.
Sposato con Matilde Cassani, ebbe sette figli: Ubaldo, Carlo, Giorgio, Emilio, Maria, Ada, Mario Bruno. Il figlio Ubaldo perse la vita nella guerra 1915-18, mentre il secondogenito fu gravemente ferito e meritò due medaglie d'argento e la croce al valore militare.
Fonti e Bibl.: Boll. uff. del Ministero della Pubblica Istruzione, 9 genn. 1890; Annuario dell'Univ. di Genova e Verbali delle adunanze della Facoltà di scienze, annate 1898-1922; Boll. dell'Unione matematica italiana, X (1931), p. 56; Periodico di matematiche, XX (1905), pp. 118-122; F.G. Tricomi, Matematici italiani del primo secolo dello Stato unitario, in Mem. dell'Acc. delle scienze di Torino, s. 4, I (1962), p. 57; E.G. Togliatti, Matematici in Liguria, in Atti dell'Acc. ligure di scienze e lettere, XXIX (1972), p. 35.