GATTELLI, Giovanni
Nacque ad Argenta, nella Legazione pontificia di Ferrara, il 3 ag. 1835 da Ignazio e da Clemenza Salvatori. Laureatosi in giurisprudenza presso l'Università di Ferrara, si formò politicamente nell'ambiente democratico-repubblicano. Il 18 genn. 1859, accantonate temporaneamente le divisioni ideologiche, il G., con F. Aventi, D. Pesci e G. Forlani, formò il comitato ferrarese della Società nazionale, dipendente da quello di Bologna e avente tra i suoi scopi l'arruolamento dei volontari da inviare in Piemonte per la guerra all'Austria. Successivamente partecipò all'insurrezione di Ferrara, dove, allontanate le truppe austriache, venne formata una giunta provvisoria guidata dall'Aventi.
In agosto il G. venne indicato dalla Società elettorale di Argenta come candidato all'Assemblea nazionale delle Romagne. In un primo tempo, accettò l'offerta per "dovere" di cittadino, ma poi, in seguito a "più mature riflessioni", a causa delle crescenti incomprensioni con i moderati, preferì "non accettare tale onorevolissimo incarico" (lettera del G. e di G. Bergami a T. Mosti, Ferrara, 27 ag. 1859: Roma, Museo centr. del Risorgimento, b. 585, f. 20, n. 1).
Il successo della politica cavouriana nel 1859-61, a scapito dell'opzione democratico-mazziniana, lasciò il G. insoddisfatto. Nel corso degli anni Sessanta nutrì forti speranze nell'azione di G. Garibaldi, un uomo - confesserà nel 1873 a T. Riboli - "per cui serbo nel cuore un culto che non verrà mai meno che colla mia vita" (Ibid., vol. 180, n. 79), e da Ferrara cercò di dare il proprio contributo raccogliendo fondi a sostegno delle imprese romane del generale.
Nell'aprile 1866, in occasione delle elezioni politiche suppletive nel II collegio di Ferrara, si assistette a uno scontro interno ai democratici locali. All'ultima ora, infatti, alcuni elettori avevano arbitrariamente avanzato la candidatura del Riboli in aperta concorrenza con C. Mazzucchi, candidato ufficiale della Società democratica ferrarese. Per sostenere tale orientamento il G. fu promotore e primo firmatario di un indirizzo al Riboli, nel quale la Società riaffermava il diritto della propria libertà di scelta. Risolto così l'incidente, nel marzo dell'anno successivo, in occasione delle elezioni politiche generali, il G., presidente della Società democratica unitaria, sostenne con forza la candidatura del Riboli, caldeggiata pubblicamente da Garibaldi.
Sergente dell'esercito italiano impiegato in Italia meridionale nella lotta contro il brigantaggio, quindi ufficiale dei volontari garibaldini nella guerra del 1866, il G. ottenne come ricompensa due medaglie al valore; poi, rientrato nella vita civile, ebbe il posto di esattore delle tasse nel Comune di Argenta. Dopo il 1870 si avvicinò gradualmente alla Sinistra costituzionale e il 4 dicembre, in un opuscolo Agli elettori del primo collegio di Ferrara, riconosceva la "prevalenza teorica della repubblica sulla monarchia", ma, "all'astensione", preferiva "il valersi delle libertà che la monarchia consente". Nel 1874 il G., candidato ufficiale della Sinistra, venne eletto deputato nel II collegio di Ferrara.
Convinto oppositore del governo Minghetti, il 15 giugno 1875, durante l'aspra discussione in Parlamento intorno al disegno di legge sui provvedimenti straordinari di pubblica sicurezza da applicare nelle province dove era seriamente minacciato l'ordine pubblico, il G. presentò un o.d.g. in cui deplorava "la pubblicazione del rapporto del prefetto della provincia di Ferrara [G. Scelsi]", che conteneva "non meritate accuse contro le popolazioni ed una esagerata descrizione delle condizioni locali della pubblica sicurezza", e respingeva, "come inopportuna, ogni legge eccezionale" in quella provincia.
Nel marzo 1876 appoggiò la nascita del primo ministero Depretis. Fedele alla nuova maggioranza, venne rieletto nello stesso II collegio di Ferrara nelle elezioni del 1876, del 1880 e, dopo l'introduzione del suffragio allargato e dello scrutinio di lista, in quelle del 1882. Nel 1884, convinto che A. Depretis fosse ormai prigioniero dei moderati, si avvicinò alla Pentarchia e passò all'opposizione. A conferma di questa nuova collocazione politica, nel giugno 1884, alla fine di un acceso dibattito alla Camera sulla politica interna del VI ministero Depretis, votò con l'opposizione di sinistra per condannare l'atteggiamento repressivo assunto dal governo in Romagna nei confronti delle azioni repubblicane e socialiste. Il 25 giugno il G., insieme con un gruppo di 28 deputati tra cui G. Nicotera, si astenne dal voto sull'o.d.g. Mordini di fiducia all'esecutivo, mentre il resto dell'opposizione uscì dall'aula. In seguito, il G. votò contro anche sui provvedimenti riguardanti le convenzioni ferroviarie e la perequazione fondiaria.
Nel 1886, dopo aver respinto l'insistente invito dei radicali a formare una lista unica, il G. venne confermato tra gli eletti nel collegio unico di Ferrara e ribadì la sua opposizione al Depretis. In Parlamento intervenne con frequenza e fu membro di diverse commissioni, tra cui, nel 1879, quella "centrale per i sussidi ai danneggiati poveri in seguito alla rotta del Po, ad altre inondazioni, alla eruzione dell'Etna ed ai terremoti" e, nel 1886, quella di "vigilanza per il culto". Si impegnò, in Parlamento e fuori, nella ricerca di maggiori contributi a favore del Consorzio ferrarese di bonifica.
Con l'ascesa al potere di F. Crispi il G. tornò su posizioni governative, e il 24 marzo 1889, subito dopo la formazione del secondo gabinetto Crispi, venne nominato prefetto di Piacenza. La provincia affidatagli non era tra le più importanti, ma destava qualche preoccupazione per l'attività dei socialisti rivoluzionari e degli anarchici.
Il G. affrontò l'incarico evitando di assumere posizioni troppo rigide; in più di un'occasione, anzi, escluse che dall'estrema sinistra socialista potessero giungere pericoli concreti per il governo. Così fece in occasione dell'inaugurazione del monumento a Garibaldi e del busto a Mazzini nel maggio 1889 o nei giorni seguenti i fatti di Conselice, di fine maggio 1890 (Arch. centr. dello Stato, Crispi, Roma, relazione del G. a Crispi, scat. 12, f. 273; scat. 4, f. 116). Riservò invece maggiore attenzione al comportamento del "partito clericale" e del clero piacentino, guidato dal vescovo conciliatorista G.B. Scalabrini, prelato "attivo, intelligente e relativamente spregiudicato (uno dei cosiddetti vescovi liberali, che professano, per quanto la posizione loro il comporti, la teoria della conciliazione fra la Chiesa e lo Stato) [il quale] più che agitarsi in una sterile opposizione all'attuale ordine di cose, mette ogni cura in opere ed istituzioni, che valgono ad assicurare a lui quel predominio sulle masse che i tempi mutati tendono a togliere" (Ibid., … Rapporti dei prefetti, 1889).
Il G. era turbato dal possibile "connubio" tra il partito moderato e i cattolici transigenti piacentini, già verificatosi nelle elezioni politiche del maggio 1886. Tuttavia - scriveva ancora, stavolta con soddisfazione - "il partito progressista ha la supremazia ed il potere in molti Comuni della provincia e nella città capoluogo" (ibid.).
Nell'inverno-primavera del 1890 scoppiò lo scandalo degli ingenti debiti che il G. aveva accumulato ad Argenta nei confronti della Cassa di risparmio e del Consorzio di bonifica. Già da alcuni anni si sapeva che la situazione finanziaria del G. era precaria, ma nessuno aveva immaginato che potessero apparire nella stampa accuse di ruberie e malversazioni. Travolto dalle critiche, in febbraio il G. fuggì da Piacenza e il 15 giugno 1890 comunicò le sue dimissioni da prefetto.
Il G. era stato consigliere comunale di Argenta e, dal 1869 al 1890, anche membro del Consiglio provinciale di Ferrara, di cui fu presidente nel 1890 per un breve periodo e più volte membro della deputazione. Il 9 genn. 1891 lasciò anche l'Assemblea provinciale, ritirandosi definitivamente a vita privata. Morì a Lugano (Svizzera) il 22 agosto 1897 (Almanacco Italiano, ed. Bemporad, Firenze 1898, p. 303).
Fonti e Bibl.: Sulle elezioni politiche a Ferrara nel 1866 e 1867 si veda Roma, Museo centr. del Risorgimento, Archivio T. Riboli, b. 497, f. 3; b. 88, f. 2; voll. mss. 177, n. 23; 182, n. 17. Sette lettere (1865-80) del G. all'operaio G. Federzoni e una lettera a F. Crispi sono in Arch. centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Gabinetto (1849-1902), b. 8, f. 57; Crispi - Gabinetto, b. 6, f. 1557, 27 luglio 1887. Per l'attività di prefetto, Ibid., Ministero dell'Interno, Gabinetto, Rapporti dei prefetti (1882-1894), b. 17, f. 48, Piacenza, sottofasc. 7, 1889, 5 marzo 1890. Da consultare gli Atti parlamentari, Camera dei deputati, Discussioni, legg. XII-XVI, ad indices, e gli Atti del Consiglio provinciale,1869-1890, conservati presso l'Arch. di Stato di Ferrara.
Sullo scandalo finanziario: Sempre l'affare Gattelli, in Gazzetta ferrarese, 23-24 giugno 1890, e la raccolta Dieci anni di vita piacentina (1884-1893), giorno per giorno. Dall'arrivo del telefono all'apertura del Rione Giordani, a cura di C. Sforza Fogliani - M.A. De Micheli, Piacenza s.d., ad indicem. Notizie sul G. in R. De Cesare, Roma e lo Stato del papa. Dal ritorno di Pio IX al XX settembre, I, 1850-1860, Roma 1907, ad indicem; R. Jannucci, Storia di Ferrara. Dalle origini ad oggi, Ferrara 1958, p. 96. Per un orientamento: I. Zanni Rosiello, Romagne. Introduzione, in Gli archivi dei governi provvisori e straordinari 1859-1861, II, Romagne, Provincie dell'Emilia. Inventario, Roma 1961, pp. 11 s., 35; G. Berti, Trasformazioni interne della società parmense-piacentina dal 1860 al 1900. Appunti e note, Piacenza 1972, p. 141 ss.; hanno parzialmente utilizzato i rapporti del G. prefetto: A. Berselli, Primi decenni dopo l'Unità, in Storia dell'Emilia Romagna, a cura di A. Berselli, Bologna 1980, III, pp. 277, 297; e E. Lanzoni, Ferrara una città nella storia, dal XVIII sec. ai primi anni del Novecento, Ferrara 1990, p. 188. I dati sulle elezioni in L'Emilia Romagna in Parlamento. Elezioni, deputati, attività parlamentare (1861-1919), a cura di M.S. Piretti - G. Guidi, Bologna 1992, I, Collegi, elezioni, comportamento parlamentare, pp. 72-104; II, Diz. dei deputati, p. 150. Infine si vedano T. Sarti, Il Parlamento subalpino e nazionale, Terni 1890, p. 501; Enc. biogr. e bibliogr. "Italiana", A. Malatesta, Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1922, II, p. 18; M. Missori, Governi, alte cariche dello Stato, alti magistrati e prefetti del Regno d'Italia, Roma 1989, ad indicem.