GHERARDI, Giovanni
Nacque a Spoleto (nonostante molti studiosi del teatro italiano lo dichiarino nato a Prato) nella prima metà del Seicento.
Sposò, non sappiamo quando, Leonarda Galli, dalla quale nel 1663 ebbe un figlio, Evaristo, destinato a diventare uno dei più prestigiosi Arlecchini di Francia, e altresì famoso per la pubblicazione del repertorio della compagnia italiana che recitava all'hôtel de Bourgogne a Parigi, di cui lui stesso faceva parte.
Niente sappiamo della gioventù del G., della sua attività artistica prima della fine 1674 - inizio 1675, periodo in cui debuttò sulle scene del Théâtre-Italien, unendosi a quella compagnia di attori italiani che recitava stabilmente a Parigi dal 1660 e che annoverava nel suo organico nomi di prestigio quali Tiberio Fiorillo e Giuseppe Domenico Biancolelli.
Il G. debuttò nell'Arlequin berger de Lemnos, di autore ignoto, come Flautino, nome derivatogli dalla sua straordinaria capacità di imitare con la voce vari strumenti musicali. C. Robinet, passando in rassegna in una lettera in versi datata 5 genn. 1675 tutti gli attori del Théâtre-Italien che avevano preso parte a uno spettacolo (in Rasi, p. 1006), così lo descrive: "On y voit leur Flautin nouveau, / qui sans flute ni chalumeau, / bref, sans nul instrument quelconque, / (Merveille, que l'on ne vit oncque), / fait sortir de son seul gosier, / un concert de flutes entier…".
Il G. sapeva anche suonare bene la chitarra, come apprendiamo dai quattro versi sottostanti il ritratto dell'attore eseguito da Nicolas Bonnart (Flautino, incisione su rame, mm 235 x 178, Parigi, Bibliothèque nationale, Département des estampes, riprodotta in Rasi, p. 1007, e in Guardenti, II, p. 177, fig. 275): "Avec sa guittare touchée, / plus en maître qu'en écolier, / il semble qu'il tienne cachée / une flute dans son gosier". Un altro ritratto dell'attore è conservato a Roma, Biblioteca e Raccolta teatrale del Burcardo (Anonimo, Flautino, mm 65 x 44, riprodotto in Guardenti, II, p. 177, fig. 276). Da queste incisioni vediamo che il costume e la maschera di Flautino sono simili a quelli di Brighella: pantaloni, cappello e mantello bianchi bordati di passamaneria rossa, maschera bruna con baffi neri. Il personaggio stesso è un discendente diretto di Brighella, lo Zanni furbo e intrigante, scaltro inventore di trucchi e stratagemmi, ma sempre senza cattiveria.
La tradizione vuole che anche nella vita il G. mantenesse le sregolatezze dello Zanni: non sono poche le storie del teatro che lo vogliono imprigionato in seguito a un increscioso incidente provocato dai suoi costumi depravati e successivamente espulso dalla Francia.
In realtà, come risulta dall'atto seguente, il G. morì nella sua casa di Parigi: "Le mardy 23e jr de mars 1683 fut inhumé dans le cimetierre de St. André des Arcs Jean Gherardi, comédien italien de la trouppe du Roy, natif de Spolette en Italie, dioceze de Spolette, de l'Estat ecclesiastique, décédé le jour précédent en sa maison, rue St. André, présents Dominique Biancollelj et Ange Lollj, tous deux comédiens de la trouppe royale italienne soussignez: Dominico Biancolelli, Ange Lolly" (in Jal, p. 640).
Anche un documento del 29 apr. 1683 riguardante una convenzione tra gli attori italiani smentisce l'espulsione: tra i firmatari dell'atto è la moglie del G., il quale vi è indicato come "commédien à la dite trouppe et décéddé dans ce service, demeurant rue et parroisse Saint André des Arts" (29 apr. 1683, Convenzione tra gli attori italiani, Parigi, Archives nationales, Minutier central, studio XV, filza 292, pubblicata da Migliori, p. 105). In un altro documento di poco posteriore (15 maggio 1683, Riconoscimento e promessa, ibid., studio VI, filza 578, in Migliori, p. 106) alcuni componenti della compagnia italiana riconoscono di essere debitori nei confronti della vedova di lire 2.250, pari alla paga di un anno e mezzo di lavoro. Entrambi i documenti non fanno parola dell'età del defunto.
Poche altre notizie abbiamo sulla vita del G.: sappiamo che il 15 maggio 1678 tenne a battesimo insieme con Ursula Cortesi, moglie del Biancolelli, un figlio di Veneroni (nome italianizzato di J. Vigneron, segretario e interprete del re, che si spacciava per fiorentino e professore di lingua italiana).
Nel 1680, insieme con T. Fiorillo, A. Zanotti, A. Lolli, G.D. Biancolelli, G. Cei, M. Romagnesi, firmò l'accordo con la compagnia di attori francesi con la quale dovevano alternarsi nell'uso dell'hôtel Guénégaud, in rue Mazarine (Accordo e transazione del 18 febbraio 1680, Parigi, Archives nationales, Minutier central, studio XV, filza 259, cfr. Migliori, pp. 97, 101).
Sebbene, come dimostrano i documenti, la notizia dell'espulsione sia del tutto infondata, essa resta tuttavia importante come segnale di un comportamento "smodato" che comunque l'attore doveva tenere nella realtà: non sarà forse un caso che il figlio Evaristo, educato nel prestigioso collegio parigino della Marche, e destinato ad avere sulle scene una fortuna molto maggiore di quella paterna, non gli dedichi una sola parola di ricordo nell'Avertissement del suo Théâtre Italien e non faccia il benché minimo accenno al fatto di essere un "figlio d'arte" neppure nella nota da lui posta al termine del Divorce forcé di J.-F. Regnard (opera che lo vide debuttare sulle scene nei panni di Arlecchino, il 1° ott. 1689 sotto l'auspicio di T. Fiorillo, amico intimo di suo padre), dove, al contrario, pone l'accento sul grande successo ottenuto pur non avendo ricevuto una formazione teatrale, ma provenendo dal mondo degli studi filosofici, opponendo così un definitivo rifiuto a qualsiasi eredità paterna.
Fonti e Bibl.: Documenti fondamentali per la ricostruzione della vita del G. sono pubblicati in: A. Jal, Dictionnaire critique de biographie et d'histoire. Errata et supplement pour tous les dictionnaires historiques d'après des documents authentiques inédits, Paris 1872, pp. 640, 793, 1242; L. Rasi, I comici italiani, I, 2, Firenze 1897, pp. 1006-1008; A. Migliori, Contributo alla storia dell'Ancien Théâtre-Italien, in Biblioteca teatrale, VIII (1973), pp. 97, 101, 105 s. Cfr. inoltre: F. Parfaict - C. Parfaict, Histoire de l'Ancien Théâtre-Italien depuis son origine en France jusqu'à sa suppression en l'année 1697 suivie des extraits ou canevas des meilleures pièces italiennes qui n'ont jamais été imprimées, Paris 1767, pp. 80-82; A. D'Origny, Annales du Théâtre-Italien depuis son origine jusqu'a ce jour, I, Paris 1788, p. 20; M. Sand, Masques et bouffons. Comédie italienne, Paris 1860, I, p. 54; II, pp. 211, 230; E. Campardon, Les comédiens du roi de la troupe italienne pendant les deux dernier siècles, I, Paris 1880, pp. 239 s.; O. Klinger, Die Comédie italienne in Paris nach der Sammlung von Gherardi, Strassbourg 1902, p. 121; A. Nicoll, Masks, mimes and miracles, New York 1963, pp. 284, 344; R. Guardenti, Gli italiani a Parigi. La Comédie italienne (1660-1697). Storia, pratica scenica, iconografia, Roma 1990, I, pp. 19, 119 s.; II, p. 177; Enc. dello spettacolo, V, col. 1186.