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GRONCHI, Giovanni

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
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GRONCHI, Giovanni (App. II, 1, p. 1095)


Rieletto deputato nella seconda legislatura (1953), fu nuovamente scelto a presiedere la Camera dei deputati. Pur continuando ad espletare con grande equilibrio il suo ufficio, non cessò dal rivolgere la sua attenzione alla politica attiva, militando nei gruppi della Democrazia cristiana più avanzati in senso sociale. Notevole importanza ebbe il discorso da lui pronunziato al congresso del suo partito, tenuto a Napoli nel giugno del 1954. Il 29 aprile 1955 le Camere riunite lo elessero a succedere a Luigi Einaudi nella carica di presidente della Repubblica, al terzo scrutinio, con larghissima maggioranza di voti (sulla sua persona, oltre a quelli della Democrazia cristiana, confluirono i suffragi di comunisti, socialisti, monarchici e appartenenti al M.S.I.). L'11 maggio, prestato giuramento dinanzi alle Camere, il nuovo presidente indirizzò a queste e al paese un messaggio, nel quale esprimeva il suo pensiero sui compiti che lo attendevano e sui grandi problemi nazionali e internazionali.

Ravvisando nella propria elezione il simbolo dell'inizio di una nuova ase della storia italiana - chiuso il periodo dell'agitato dopoguerra e della ricostruzione -, G. indicava il nuovo grande compito della democrazia italiana, l'allargamento della base popolare col completo inserimento del proletariato e dei ceti medî nello stato, suggerendo una decisa politica economica e finanziaria, tale da sviluppare al massimo le energie produttive e diffondere il benessere; coglieva i tratti salienti del nuovo corso della politica internazionale, auspicando un adeguamento ad esso della politica estera italiana, nello sforzo di salvaguardare la pace e di promuovere il superamento di tutte le barriere nella collaborazione europea e mondiale; invocava la moralizzazione della vita pubblica da affidarsi soprattutto a una rinvigorita severità del costume; richiamava il parlamento ed il gorerno alla sollecita attuazione di tutti i disposti costituzionali ancora inattuati.

Il messaggio presidenziale ebbe vasta eco nel paese, per l'altezza dei concetti, per la passione civile, per l'individualità vigorosa dell'uomo che in esso traspariva. Soprattutto evidente fu che la figura costituzionale del presidente della Repubblica riceveva ora, se non una nuova interpretazione, una nuova accentuazione, nel senso di un maggior dinamismo e d'una accresciuta possibilità d'iniziativa politica di valore assai ampio, superiore alle parti. Tale accentuazione del compito presidenziale si è manifestata soprattutto nel campo della politica estera, in cui il presidente G. ha voluto portare il suo personale contributo, recandosi a rappresentare l'Italia in molti e fruttuosi viaggi all'estero (sempre accompagnato dal ministro degli Esteri di volta in volta in carica).

Si ebbero così: nel 1956 una visita negli S. U. A. e in Canada (febbraio-marzo), e una visita in Francia (aprile); nel 1957 visite in Persia (settembre) e Turchia (novembre); nel 1958 una visita in Brasile (settembre), nella quale si ebbe l'importante "dichiarazione di San Paolo" dei due presidenti, G. e J. Kubitschek; nel 1960 (febbraio) una visita nell'URSS, che dette peraltro motivo a discussioni, per alcune difficcoltà create nel corso delle conversazioni dal primo ministro Chruščëv.

In ognuno di questi viaggi il presidente G. nelle conversazioni, nei discorsi, nelle dichiarazioni conclusive, ha nobilmente portato la voce della nuova democrazia italiana, impegnata nella pacifica ricerca dei migliori e più utili rapporti con le altre nazioni, fornendo così un valido contributo al prestigio e alla prosperità italiana e alla pace mondiale.

Scritti del G.: Ricostruzione, democrazia, giustizia, Perugia 1945; L'ascesa delle classi lavoratrici nella rinnovata democrazia italiana, Roma 1948; Communism vesus freedom, Roma 1948; Il parlamento presidio di libertà democratiche, Roma 1948; International policy and the working classes, Roma 1949; Torniamo alle origini, Roma 1952; Una politica di rinnovamento, Roma 1953; Una politica nuova, Roma 1955; Turati e Treves, nel vol. miscell. Omaggio a F. Turati nel centenario della nascita, Roma 1957; Discorsi d'America, Milano 1956.

Bibl.: G. Vigorelli, Gronchi. Battaglie di oggi e di ieri con documenti inediti, Firenze 1956; L. Bedeschi, Un cattolico al Quirinale, Roma 1958.

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grónchio
gronchio grónchio agg. [etimo incerto]. – Nei dialetti pisano e lucchese, aggranchito, intirizzito, intorpidito, per freddo o per altro motivo: Lo stringevate, che non vi cadesse, Con le due mani, ancora gronchie, al core (Pascoli).
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