INGHILLERI, Giovanni
Nacque a Porto Empedocle, nell'Agrigentino, il 9 marzo 1894 da Francesco Paolo e Almerinda Bacco. Diplomatosi in pianoforte e composizione al conservatorio di S. Pietro a Majella di Napoli, incominciò a lavorare come pianista accompagnatore di cantanti: scoperto di avere una bella voce baritonale, decise di dedicarsi alla carriera teatrale ed esordì nel 1919 al teatro Carcano di Milano, interpretando il ruolo di Valentino nel Faust di C. Gounod. Il successo riportato lo indusse a proseguire nella carriera di cantante. Dopo un periodo di perfezionamento, nel 1921 tornò alle scene, apparendo con successo al teatro Paganini di Genova in Andrea Chénier di U. Giordano, Cavalleria rusticana di P. Mascagni, Pagliacci di R. Leoncavallo, e Il trovatore di G. Verdi, opera interpretata nella stagione successiva anche al Politeama genovese. Fu quindi nel 1924 al teatro Carlo Felice di Genova in Otello di Verdi (direttore F. Capuana) e Giulietta e Romeo di R. Zandonai. Nello stesso anno cantò al teatro Comunale di Bologna ne La bohème di G. Puccini, accanto a Rosetta Pampanini ed E. Pinza.
Nel 1925, a Roma, fu Amonasro al teatro Costanzi in Aida di Verdi (direttore E. Vitale), quindi all'Augusteo negli oratori di L. Perosi, Transitus animae e l'Entrata di Cristo in Gerusalemme. Nel 1928 fu impegnato al teatro Regio di Torino in Pagliacci e in Sly ovvero La leggenda del dormiente risvegliato di E. Wolf-Ferrari; quindi al teatro Carlo Felice di Genova ne Il pirata di V. Bellini (direttore E. Failoni), e al teatro Coccia di Novara in Lohengrin di R. Wagner, La traviata di Verdi, accanto a Gilda Dalla Rizza, Rosmunda di E. Trentinaglia e Thaïs di J. Massenet, opera in cui si ripresentò nel 1929 al Carlo Felice. Apprezzato anche in campo internazionale, nel 1928 riportò un entusiastico successo in Pagliacci al Covent Garden di Londra, ove tornò nel 1930 per memorabili recite de La traviata, accanto a B. Gigli e Rosa Ponselle; in questo teatro fu attivo per varie stagioni sino al 1935. Frattanto nel 1929 aveva partecipato alla stagione della Civic Opera House di Chicago, e si era esibito con grande successo in Francia e in Spagna. Nel 1930 al teatro La Fenice di Venezia, accanto a Mafalda Favero e S. Baccaloni, fu tra gli interpreti de I misteri dolorosi di N. Cattozzo. Particolarmente apprezzato in ruoli wagneriani, nel 1931 interpretò con successo il ruolo di Amfortas nel Parsifal al teatro Comunale di Bologna, sotto la direzione di A. Guarnieri. Richiesto dai maggiori teatri italiani, nel 1932 partecipò alla prima assoluta de La donna serpente di A. Casella (17 marzo), diretta dall'autore al teatro dell'Opera di Roma ove, nella stessa stagione, apparve ne La bohème, accanto a Claudia Muzio, e in Lodoletta di Mascagni. Nello stesso anno fu al Maggio musicale fiorentino in una memorabile interpretazione del ruolo di Scarpia in Tosca di Puccini, ancora accanto alla Muzio, direttore A. Votto. Ancora nel 1932, al teatro Massimo di Palermo, fu tra gli interpreti de La forza del destino di Verdi, quindi al teatro La Fenice di Venezia apparve in Francesca da Rimini di Zandonai, Romanticismo di I. Robbiani (10 genn. 1933), e LaWally di A. Catalani.
Nel 1933 fu al Politeama genovese ne Il barbiere di Siviglia di G. Rossini, accanto a Margherita Carosio, e al teatro Carlo Felice ne Le maschere di Mascagni, accanto a Maria Caniglia e Iris Adami Corradetti. Nello stesso anno al teatro Civico di Cagliari apparve in Francesca da Rimini di Zandonai insieme con Franca Somigli. Nel 1936 fu tra gli interpreti del Giulio Cesare di G.F. Malipiero, rappresentata l'8 febbraio in prima assoluta al Carlo Felice di Genova. L'anno seguente, all'Opera di Roma, fu ancora Scarpia in Tosca (sotto la direzione di T. Serafin, accanto a Maria Caniglia e B. Gigli, alternandosi nel ruolo con M. Stabile), e protagonista nella prima assoluta del Re Lear di A. Ghislanzoni (24 apr. 1937). Ancora nel 1937, al teatro Massimo di Palermo, fu Monforte de I vespri siciliani di Verdi e Scarpia in Tosca, accanto a Iva Pacetti, quindi al teatro Bellini di Catania fu Simone in Liolà di G. Mulè. Apprezzato interprete verdiano, nel 1938 fu il Conte di Luna ne Il trovatore al teatro Regio di Parma; a Genova, con il Carro di Tespi, cantò ne LaGioconda di A. Ponchielli. Nel 1939 si esibì al teatro del Popolo di Catania ancora ne La bohème e in Saffo di G. Pacini, accanto a Pia Tassinari. L'anno seguente, al teatro dell'Opera di Roma, fu Jack Rance ne La fanciulla delWest di Puccini, accanto a B. Franci; passò poi al teatro alla Scala di Milano, ove apparve in Fra Gherardo di I. Pizzetti (27 dic. 1941). Nel 1942 ottenne grandi consensi di critica nel ruolo di Mandryka in Arabella di R. Strauss all'Opera di Roma, ove tornò l'anno successivo in Kovancina di M.P. Musorgskij (15 genn. 1943), e nel Sigfrido di Wagner. Nella stagione 1942-43 fu Douglas in Guglielmo Ratcliff di Mascagni, diretta dall'autore al Maggio musicale fiorentino; quindi ancora alla Scala, quale Amfortas, nel Parsifal (12 dic. 1944) e ne Il tabarro di Puccini, diretti da G. Marinuzzi. Nella stagione 1943-44 fu ancora al teatro Coccia di Novara in Tosca, accanto a M. Del Monaco e Gina Cigna, e in Un ballo inmaschera di Verdi; sempre alla Scala tornò nelle stagioni successive ne La Gioconda (1945), Lohengrin, accanto a Renata Tebaldi, T. Pasero e Onelia Fineschi, e nel ruolo di Don Carlo ne La forzadel destino (1946), quindi ancora ne Il tabarro (1947).
Frattanto nel 1946, al teatro Municipale di Reggio Emilia, interpretò il ruolo di Enrico Ashton in Lucia di Lammermoor di G. Donizetti, accanto a Lina Pagliughi. Sempre nel 1947 al teatro dell'Opera di Roma fu Tebaldo in Giulietta eRomeo di Zandonai, e tornò poi al teatro Massimo di Palermo per alcune recite di Tosca. Nel 1948 fu Rigoletto nell'opera omonima di Verdi al teatro Colosseo di Genova; quindi al Maggio musicale fiorentino per Kovancina (direttore V. Gui), opera che interpretò nello stesso anno al teatro alla Scala, oltre a Regina Uliva di A. Sonzogno e a Le pauvre matelot di D. Milhaud. Sempre nello stesso anno fu Jago in Otello di Verdi al politeama Garibaldi di Palermo; ancora nella stessa stagione fu impegnato al teatro Coccia di Novara in Tosca e Andrea Chénier. Nel 1950, al Regio di Parma, fu Escamillo in Carmen di G. Bizet. L'anno successivo fu interprete del ruolo di Manfredo ne L'amore dei tre re di I. Montemezzi al teatro Comunale di Bologna.
Concluse la carriera al Carlo Felice di Genova con Il tabarro di Puccini nel 1953. Si dedicò in seguito all'insegnamento del canto, svolgendo tale attività presso i conservatori di Pesaro e di Milano. Compose inoltre l'opera teatrale La burla, un balletto, musica sinfonica e da camera.
L'I. morì a Milano il 10 dic. 1959.
Artista versatile, dotato di una potente voce baritonale dalla perfetta intonazione, fraseggio impeccabile ed elegante portamento scenico, fu ammirato sia in ruoli verdiani sia nel repertorio verista, emergendo tra i baritoni del suo tempo per la bellezza della voce e lo stile autorevole.
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