GIOVANNI IX papa
Di Tivoli, benedettino, fu eletto, dopo la morte di Teodoro II, dal partito formosiano in contrapposizione a Sergio III, e fu consacrato nell'aprile 898. Spiegò attività moderatrice. In uno, o forse due sinodi romani, riconobbe la validità dell'elezione di Formoso e delle ordinazioni compiute da lui, cancellando la sentenza del celebre sinodo del cadavere, ma assolse i partecipi a questo; confermò la coronazione di Lamberto, annullando la "estorta coronazione barbarica" di Arnolfo; rinnovò i decreti dei papi precedenti sul diritto dell'imperatore d'impedire i torbidi in Roma nell'elezione papale, ma stabilì che questa fosse fatta dai vescovi e da tutto il clero di Roma, per domanda del senato e del popolo, e solo la consacrazione si compisse in presenza dei legati imperiali; riaffermò la giurisdizione privilegiata dei vescovi. In un altro sinodo a Ravenna, presente Lamberto, ottenne garanzie per i possessi della S. Sede e prese disposizioni per il mantenimento e il retto impiego delle decime. Anche rispetto all'Oriente tenne atteggiamento conciliativo tra i due partiti di Ignazio e di Fozio, riconoscendo la legittimità di ambedue. Mandò tre vescovi a mettere pace nella Moravia, riaffermando l'autorità diretta della S. Sede sui paesi slavi. Morì nel maggio 900.
Bibl.: Lettere in Patr. Lat., CXXXI, col. 27 segg.; Jaffé, Reg., I, p. 442 seg.; Lib. pontif., II, ed. Duchesne, Parigi 1886, p. 232; Mansi, Sacr. conc. coll., XVIII, Venezia 1773, p. 189 segg.; Histor. Jahrb., I (1880), p. 141 segg.; Arch. d. R. Soc. Romana di st. patria, XXXIII (1910), p. 191. Vedi le opere del Watterich, Hergenröther, Lapôtre, Duchesne, cit. a giovanni viii.