Uomo politico (Casale Monferrato 1810 - Roma 1882). Medico, ma maggiormente dedito all'agricoltura e al giornalismo, nel 1848 accorse volontario in Lombardia per combattere gli Austriaci e nel maggio fu eletto deputato. Dapprima contrario alla ripresa delle ostilità con l'Austria, quindi favorevole alla resistenza a oltranza dopo la sconfitta di Novara, votò contro la pace di Milano. Vicepresidente della Camera (1853), ministro dell'Istruzione (1855), poi delle Finanze (1858), fu eletto (1860) presidente della Camera, ed esercitò quest'ufficio con rigida imparzialità. Accentuatasi intanto la sua evoluzione dal centro-sinistra alla destra, della quale divenne uno dei capi più autorevoli, fu ministro dell'Interno (sett. 1864 - ag. 1865), nuovamente presidente della Camera (1867-68 e 1869); quindi, presidente del Consiglio (dic. 1869 - luglio 1873), proseguì la riduzione delle spese militari in un regime di stretta economia, evitando l'intervento in favore della Francia, allora in guerra con la Prussia. Proprio la disfatta francese permise l'acquisizione di Roma al Regno (1870). Dimessosi perché respinti i suoi provvedimenti finanziarî, visse poi prevalentemente a Torino, ove (dal 1878) fu presidente dell'Associazione costituzionale.