LORIGA, Giovanni
Nato a Osilo, presso Sassari, il 18 maggio 1861, studiò medicina e chirurgia all'Università di Roma. Dopo avere conseguito la laurea, frequentò la clinica medica universitaria diretta da G. Baccelli dedicandosi a studi di patologia e clinica medica.
Poté così pubblicare alcune interessanti osservazioni: Stenosi ed obliterazione congenita dell'aorta, in Riv. clinica di Bologna, s. 3, VII (1887), pp. 529-569; Aneurisma dell'arteria celiaca, in Lo Spallanzani, s. 2, XVI (1887), pp. 249-251; Contributo allo studio delle manifestazioni cutanee della malaria, ibid., XVIII (1889), pp. 7-20, 49-62; Sulla eziologia delle pleuriti, in Bull. della Soc. Lancisiana degli ospedali di Roma, X (1891), pp. 378-381, in collab. con V. Pensuti.
Costretto, tuttavia, a lasciare l'attività universitaria per assicurarsi un lavoro remunerato, dopo avere superato il relativo concorso entrò a far parte della Sanità pubblica. Dapprima medico provinciale a Firenze e a Venezia, fu chiamato in seguito a Roma presso la Direzione della Sanità pubblica. Nacque allora il suo interesse per i vari problemi prospettati dall'igiene e dalla profilassi (Diffusione della febbre tifoidea per mezzo dell'acqua potabile, in Rivista d'igiene e sanità pubblica, II [1891], pp. 269-283; Per un esperimento di profilassi della malaria, in Supplemento al Policlinico, VII [1901], pp. 705-708), in modo particolare dall'igiene industriale e dalle condizioni ambientali e medico-sociali del mondo del lavoro. Approfonditi gli studi sul vasto e complesso argomento, avvertì ben presto la necessità di istituire un organo di vigilanza speciale sull'applicazione delle leggi per la tutela sanitaria dei lavoratori, richiamandovi l'attenzione degli esperti e delle autorità competenti (Gli ispettori medici del lavoro, in Il Policlinico, sezione pratica, XI [1904], pp. 823-828). Conseguita la libera docenza in igiene industriale, nel 1906 fondò a Roma la scuola medica del lavoro per medici aspiranti alla carriera di ufficiale sanitario, presso la quale svolse il corso di igiene del lavoro sino al raggiungimento dei limiti di età. Nel frattempo fu incaricato di collaborare alla lotta contro la pellagra nel Veneto e di prestare la propria opera per fronteggiare l'epidemia di colera a Napoli nel 1910.
L'attenzione del L. era soprattutto rivolta al lavoro industriale e ai problemi di fisiopatologia a esso inerenti. Di notevole importanza fu la sua descrizione, nel 1911, di una forma morbosa provocata dall'uso del martello pneumatico, prima segnalazione di patologia circoscritta da vibrazioni consegnata alla letteratura medica: Il lavoro con i martelli pneumatici, in Bollettino dell'Ispettorato del lavoro. Direzione generale del lavoro, II (1911), pp. 35-60.
Trattasi di una tecnopatia la cui patogenesi è verosimilmente riconducibile alle alterazioni determinate dallo stato spastico arteriolare conseguente alla stimolazione esercitata dalle vibrazioni sui recettori dell'innervazione autonoma, responsabile di una insufficienza circolatoria locale e di possibili fenomeni degenerativi a livello cartilagineo e osteoepifisario (si veda: S. Maugeri - M. Salvini, Malattie da vibrazioni, in Trattato italiano di medicina interna diretto da P. Introzzi, XI, Firenze-Roma 1966, pp. 11 s.; W. Taylor, Vibration white finger: a newly prescribed disease, in British Medical Journal, 1985, vol. 291, p. 921).
L'approfondimento di questi studi lo spinse ad adoprarsi tenacemente per contribuire a una rigorosa regolamentazione delle condizioni igienico-sanitarie del lavoro: di ideali socialisti, riteneva infatti che le condizioni economiche, amministrative e politiche del paese dovessero interessare, oltre quella dei sociologi e dei politici, la competenza specifica dei medici. Collaborò attivamente all'istituzione del corpo degli ispettori del lavoro, sancita dalla legge n. 1361 del 22 dic. 1912, e dell'Ispettorato medico del lavoro, prevista dal regio decreto n. 1431 del 27 apr. 1913 sul regolamento per l'applicazione della legge. Divenuto capo dell'Ispettorato medico del lavoro, ne esercitò le funzioni fino all'età di 70 anni. Membro della Commissione internazionale permanente per la medicina del lavoro, dopo il conflitto mondiale assunse la presidenza dell'Istituto di rieducazione degli invalidi di guerra. Nel 1925 cooperò alla elaborazione del complesso di norme tecniche e legislative che dettero vita al Regolamento generale dell'igiene del lavoro.
Il L. orientò l'attività dell'Ispettorato medico del lavoro verso due obiettivi fondamentali: lo studio e la consulenza nel settore dell'igiene del lavoro e l'esercizio della vigilanza diretta. Condusse numerosi studi riguardanti l'igiene e la patologia del lavoro, l'intima connessione tra fattori tecnologici e rischio professionale, l'organizzazione scientifica del lavoro, la salubrità degli ambienti lavorativi e la fenomenologia della fatica, le condizioni di vita dei lavoratori. Fu autore di 120 lavori scientifici, tra i quali si ricordano: Le malattie professionali degli operai e la legge sugli infortuni del lavoro, in Supplemento al Policlinico, VIII (1902), pp. 662-666; L'alimentazione delle classi rurali ed il modo di migliorarla, in Atti del II Congresso di pellagrologia italiana, Bologna 1902, pp. 253-269; L'assicurazione contro le malattie professionali degli operai, in Igiene moderna, II (1909), pp. 165-174; Saturnismo e tubercolosi, in Il Ramazzini, VI (1912), pp. 87-93; Sistema automatico di depurazione biologica artificiale delle acque di rifiuto, in Igiene moderna, VI (1913), pp. 65-74; Problemi dell'assistenza sanitaria relativa all'assicurazione contro le malattie, in Il Policlinico, sezione pratica, XXVI (1919), pp. 970-975; Professione e tubercolosi, in Boll. del lavoro e della previdenza sociale, XXXIX (1923), pp. 453-459; I nuovi orizzonti della igiene e della previdenza sociale, ibid., XLIII (1925), 3-4, parte IV, pp. 3-84; Le condizioni igieniche dell'industria della seta artificiale, ibid., 5, parte IV, pp. 81-94; Le condizioni igienico-sanitarie dei lavoratori del mercurio nelle miniere del Monte Amiata, ibid., XLIV (1925), 1, parte IV, pp. 3-20 (in collab. con C. Biondi); Il regolamento generale di igiene del lavoro, in Rass. della previdenza sociale, XIV (1927), 4-5, pp. 13-24; Storia dello studio della fatica. Stato della questione nei vari paesi, ibid., 7, pp. 12-34; La funzione igienica dell'assicurazione contro la malattia, in Le Assicurazioni sociali, III (1927), 2, pp. 24-42; Alcuni punti morti della organizzazione scientifica del lavoro, ibid., V (1929), 5, pp. 1-6; La collaborazione igienica, in Rass. di medicina applicata al lavoro industriale, I (1930), pp. 4-8; La razionalizzazione del lavoro e la fatica, ibid., pp. 195-198; Il lavoro in atmosfera chiusa e condizionata, ibid., IV (1933), pp. 1-11; La crisi economica e la salute pubblica, in Difesa sociale, XV (1936), pp. 75-82.
Del L. debbono inoltre essere ricordate alcune importanti opere: La struttura e le funzioni del corpo umano, Torino 1906; Lavoro dei fanciulli e crescenza del corpo, Roma 1910; Igiene industriale, Milano 1910; Manuale di igiene ed assistenza sociale, ad uso delle scuole medie e delle persone colte, Roma 1923, pubblicazione alla quale fu assegnato il primo premio messo a concorso dalla Croce rossa italiana; L'organizzazione umana del lavoro, Firenze 1923; Le malattie del mondo industriale, in Il Diz. industriale italiano, 2a ed., Roma 1927-28, I, pp. 11-143; Igiene del lavoro, Milano 1937.
Il L. ebbe importanti riconoscimenti: premiato con la medaglia d'oro della Società italiana di medicina del lavoro, della quale era stato socio fondatore, medaglia d'oro dell'Opera nazionale invalidi di guerra, fu delegato del governo italiano alla conferenza di Johannesburg sulla silicosi nel 1930 e svolse missioni in Belgio, in Francia e in Gran Bretagna. Partecipò numerose volte ai lavori del Bureau international du travail a Ginevra presso la Società delle nazioni.
Ritiratosi a Sassari, il L. vi morì il 24 dic. 1950.
Fonti e Bibl.: Necr., in Difesa sociale, XXX (1951), p. 65; La Medicina del lavoro, XLII (1951), pp. 107-111; Rass. di medicina industriale e d'igiene del lavoro, XX (1951), pp. 51-54; A. Figueroa, L'Ispettorato del lavoro. Organizzazione - Funzioni - Poteri, Cesano Boscone 1979, pp. 11-15; G. Berlinguer, Storia e politica della salute, Milano 1991, pp. 60 s.