FROLLO, Giovanni Luigi
Nacque a Venezia l'8 giugno 1832 da Luigi e Caterina Foscarini. Suo padre, discendente da un'antica famiglia di Pisa, era consigliere imperiale e assessore presso il tribunale mercantile di Venezia e già interprete di lingua tedesca presso il tribunale di appello generale. Dopo gli studi elementari presso la scuola "S. Raffaello Arcangelo" (1837-40), il F. frequentò il ginnasio-liceo "S. Caterina" (1841-49). Nel corso degli ultimi due anni seguì anche i corsi inferiori dell'Accademia di belle arti. Trasferitosi a Padova nell'autunno del 1849, s'iscrisse al primo anno di scienze matematiche, ma l'anno seguente cominciò a frequentare i corsi di diritto laureandosi nel 1854.
Rientrato a Venezia e dedicatosi per un breve periodo alla carriera giudiziaria presso il tribunale provinciale, prima come aspirante poi come uditore, nel 1856, appena ventiquattrenne, il F. partì per la Romania, chiamato dai familiari di Arturo Graf, ancora fanciullo, che si erano appena trasferiti a Brăila, porto romeno sul Danubio. Giunto l'11 giugno in questa città, il F. fu precettore del Graf e di alcuni suoi cugini, poi del solo Graf fino al 1863, insegnando latino, greco, francese, tedesco, storia, geografia, disegno e a far versi. La partenza del Graf per Napoli (1863), dove completò gli studi, non interruppe, però, i rapporti tra i due, come è documentato dal carteggio relativo agli anni 1864-74, conservato presso i discendenti del F., stabilitisi definitivamente in Romania, e pubblicato parzialmente dal glottologo O. Densuşianu sulla rivista Viaţa Nouă (XX [1924], 3-5, pp. 56-64).
Il Graf gli chiedeva consigli, scriveva di come studiasse "di tutto un po' e sempre solo", metodo di studio che preferiva "perché più libero e perché esercita maggiormente l'intelletto all'indagine", e si informava sulla salute del maestro da lui molto amato e definito "Dizionario universale, un uomo che si logorò la vita e forse anche lo spirito studiando quante lingue mai sono uscite dalle impazzate mura della torre di Babele… Maestro eccellente… fatto per insegnare", anche se, come preciserà più tardi nelle memorie (1904), "gli mancava un po' l'arte di farsi obbedire".
Il F., nominato per concorso nel 1863 professore di lingua italiana nel Ginnasio "Carol I" a Brăila, insegnamento creato in quello stesso anno dal municipio locale, cominciò a preparare una grammatica italiana - la prima in lingua romena - destinata alle scuole secondarie, allo scopo di diffondere lo studio della lingua italiana in Romania. Questa sua opera, Lecţiuni de Limba şi Literatura italiană. Cursul I. Elemente de Gramatică. Lecturi şi traducţiuni (Brăila 1868), che a partire dalla seconda edizione ebbe il titolo di Lecţiuni elementare de gramatică italiană (Bucureşti 1879), continuamente aggiornata con correzioni e aggiunte, giunse alla quarta edizione (1895).
Tale lavoro, nonostante gli evidenti meriti, presentava, tuttavia, gravi mancanze a causa di alcune inesattezze linguistiche dovute all'insufficiente conoscenza della lingua, semplificata in modo eccessivo per rendere quanto più simili le forme italiane e quelle romene corrispondenti.
Nel 1869 veniva stampato a Pest il Vocabolario italiano-romanesco, francese-romanesco e romanesco-italiano-romanesco, con tre trattati grammaticali e con l'aggiunta dei principali nomi propri, al quale il F. aveva lavorato fin dal 1858.
Di questa opera si pubblicava, tuttavia, solo la prima parte, il Vocabolario italiano-romanesco, in 480 esemplari, alla cui stampa contribuirono con sussidi sia il municipio di Brăila sia lo stesso governo romeno. La seconda parte, il Vocabolario francese-romanesco, redatta solo fino alla lettera I (circa diecimila parole), è rimasta manoscritta. Con tale lavoro il F. si proponeva di colmare una lacuna ormai insostenibile a causa della grande estensione che aveva lo studio della lingua italiana, introdotto in ogni ordine di scuole. Egli riconosceva di aver incontrato molte difficoltà nel corso del suo lavoro, soprattutto per "la mancanza di fonti e lo stato transitorio e fluttuante in cui trovasi la odierna lingua romanesca". Utilizzando anche il confronto con vocabolari già esistenti, ma incompleti, per la traduzione del romeno in altre lingue moderne e viceversa, il F. si proponeva di utilizzare un sistema che presentasse la lingua romena così "com'è, e non come dev'essere". Allo scopo di riformare la lingua romena il F. sosteneva la necessità di realizzare tre postulati: a) creare un glossario della lingua romena, eliminando i neologismi, confrontando i dialetti e studiando le iscrizioni, i documenti e la terminologia popolare; b) arginare il latinismo; c) evitare l'abuso della lingua francese.
Precedeva il Vocabolario una Grammatica romanesca, la prima scritta in italiano con regole e numerosi esempi, che presentava, tuttavia, molte e gravi lacune ed evidenti errori lessicografici e morfologici, imputabili all'ancora incompleta padronanza della lingua romena da parte del Frollo.
Il Vocabolario italiano-romanesco comprendeva nella prima parte il lessico propriamente detto, con circa 45.000 parole; nella seconda, nomi di persona, storici e mitologici e nella terza, nomi geografici. Tale lavoro si caratterizzava per la presenza di numerosi proverbi italiani tradotti in romeno, spesso con sorprendenti corrispondenze; di molte parole tecniche o scientifiche; di espressioni antiche e rari provincialismi e di neologismi e termini figurati.
Elogiato dal letterato, storico e glottologo Bogdan P. Haṣdeu, direttore dell'Archivio di Stato di Bucarest, sulla rivista mensile di storia e linguistica, fondata nel 1865, Columna lui Traian del 16 marzo 1870, il Vocabolario fu accolto anche in Italia con grande entusiasmo e considerato dagli studiosi - tra cui G. Vegezzi Ruscalla, G.D. Nardo e A. Graf - un contributo importante per una migliore conoscenza fra i due popoli. Per tale lavoro il principe (re dal 1881) Carol di Hohenzollern-Sigmaringen, che governò la Romania dal 1866 al 1914, decorò il F. con una medaglia al merito e lo nominò nel Consiglio permanente della Pubblica Istruzione.
Nel febbraio 1869, con la pubblicazione di Limba româná şi dialectele italiane (Brăila), egli venne segnalandosi sempre più come eminente romanista e propagatore di italianità.
Si trattava di un piccolo opuscolo (28 pp.) di sintesi filologica, in cui il F. riprendeva con molta competenza e documentazione una questione già discussa da I. Heliade Rădulescu (Paralelism între dialectele Român şi Italian, Bucureşti 1841), C. Cattaneo (Del nesso fra la lingua valacca e l'italiana, Milano 1846) e G. Ascoli (Sull'idioma friulano e sue affinità colla lingua valacca, Udine 1846): quella, cioè, di un parallelismo fra le lingue romena e italiana. Il F. confutava la tesi espressa da V.A. Urechia nel discorso tenuto presso l'Accademia Romena il 15 sett. 1868, che affermava una forte affinità tra i dialetti provinciali d'Italia e la lingua romena prendendo unicamente in considerazione il dialetto friulano. Il F. presentava, invece, uno studio comparativo che considerava la lingua letteraria toscana, da lui intesa come una sintesi, seppure imperfetta, dei dialetti di tutta Italia. Proponeva poi la compilazione di un glossario completo comparato della lingua romena con la lingua letteraria e i dialetti italiani, comprendente solo parole comuni, raggruppate in base alle radici affini, e infine auspicava la necessità di moderare la tendenza a italianizzare la lingua romena e di migliorare l'insegnamento della lingua italiana.
Nell'autunno del 1869 il F. si trasferì a Bucarest, dove insegnò lingua italiana al liceo "Matei Basarab" fino al 1878. Qui conobbe B.P. Haşdeu, T. Maiorescu e A. Odobescu, con i quali strinse un'amicizia che andò oltre le questioni prettamente letterarie e linguistiche. Nel suo saggio Limbanaṭionalăşi limbile străine in şcoalele României (Bucureşti 1871) il F. riprendeva con osservazioni e proposte, in forma più ampia, le argomentazioni già espresse nel suo lavoro precedente, evidenziando il danno che derivava alla lingua romena dall'attenzione esagerata e dannosa data alla lingua francese e proponendo come correttivo lo studio della lingua italiana.
Nell'ambiente culturale del tempo, caratterizzato da intensi dibattiti filologici, il F. ebbe l'idea di elaborare un nuovo sistema ortografico romeno, fondato sul principio fonetico anziché su quello etimologico, che egli esponeva nel suo lavoro, segnalato favorevolmente anche dal Graf, O nouă încercare de soluṭiune a problemului ortografic (Bucureşti 1875), raccolta di una serie di articoli apparsi poco tempo prima sulla rivista Columna lui Traian, alla quale collaborò ancora con gli articoli Poesia populară româná în Italia (VII [1876], pp. 136-139) e Consideraţiuni asupra istoriei literaturei neolatine (VIII [1877], pp. 49-62).
Col suo tentativo per la soluzione del problema ortografico, il F. aveva talmente destato l'attenzione e l'ammirazione dei contemporanei che venne chiamato a insegnare alla facoltà di lettere dell'università di Bucarest. Nominato supplente del defunto professore di lingua e letteratura francese U. de Marsillac, il 7 maggio 1878 aprì il corso su Utilitatea studiilor neolatine în România. Il 7 ottobre, con la nomina a professore, alla quale l'Haşdeu contribuì in modo determinante, gli venne attribuita - a titolo definitivo solo nel gennaio 1881 - la cattedra vacante che, con il nuovo nome di storia delle letterature neolatine, egli occuperà fino alla morte. Nell'estate del 1883, in occasione di un suo viaggio in Italia, ebbe l'incarico da parte del ministero della Pubblica Istruzione di ricercare negli archivi di Venezia documenti riguardanti la storia nazionale romena.
Le indagini del F. (Raport asupra cercetarilor facute în Arhiva Statului şi în Biblioteca Marciană din Veneţia, in Analele Academiei Române, s. 2, VI [1883-84], 1, pp. 12-29 e O exploraţie la Arhiva de Stat şi la Bibl. Naţională din Veneţia, in Convorbiri literare, XVII [1883-84], pp. 405 ss.), portate a termine nonostante una grave malattia agli occhi, completarono le note e gli appunti raccolti da C. Esarcu in Documente istorice descoperite în Arhivelei Italiei (Bucureşti 1878) con una serie di documenti di grande interesse storico relativi alla Romania e ai suoi contatti con i popoli vicini nei secoli XVI-XVIII.
In quel periodo egli prese parte attivissima alla propaganda cattolica, scrisse e tradusse numerose pubblicazioni di argomento religioso e organizzò un pellegrinaggio a Lourdes (estate 1885).
Il F. morì il 19 apr. 1899 a Bucarest.
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