Giovanni marchese di Monferrato
Ultimo della dinastia degli Aleramici; figlio di Guglielmo VII (v.), era ancora un fanciullo al momento della tragica morte del padre, per cui dovette riparare in Provenza e poi a Napoli sotto la protezione di Carlo Il, adattandosi a riconoscere Matteo Visconti come governatore delle sue terre.
Tornato nel 1294 e liberatosi dall'incomoda tutela del milanese con l'appoggio di Amedeo IV di Savoia, di cui poco dopo sposava la figlia Margherita, iniziò la ricostituzione dei suoi domini. Riprendeva in tal modo il pressoché cronico conflitto Monferrato-Alessandria - la guerra che fa pianger Monferrato e Canavese di Pg VII 135-136 - che, salvo temporanei avvicinamenti per il comune timore dell'espansione viscontea, accompagnò tutta la vita del marchese, che morì nel gennaio 1305 senza eredi, lasciando il marchesato al cognato Andronico Paleologo.
G. è indicato da D., in antitesi a Federico II e Manfredi, tra i principi italiani qui non heroico more, sed plebeio secuntur superbiam, trascurando di proteggere i letterati per circondarsi di carnifices, di altriplices e di avaritiae sectatores (Ve I XII 3-5): com'è noto, essendo qui G. indicato come ancora vivente, l'anno della sua morte costituisce un ‛ terminus ad quem ' per l'inizio del De vulg. Eloquentia.
Bibl. - G. Ventura, De gestir civium Astensium, in Monumenta Historiae Patriae, Scriptores, Torino 1848, 697-816; qualcosa sui rapporti con Alessandria in C.A. - Valle, Storia di Alessandria, II, Torino 1853-55, 256-257, e in F. Bima, Storia degli Alessandrini, Alessandria 1965, 40-41.