Marchetti, Giovanni
Diplomatico marchigiano (Senigallia 1790 - Bologna 1852), fu dal 1811 presso l'ambasciata del regno d'Italia a Parigi.
Tornato nel 1815 a Bologna, aspirò a un risorgimento italiano, ma non si compromise nei moti del 1831, nonostante fosse chiamato a far parte del governo provvisorio. Inviato al pontefice per ottenere clemenza nel 1832, visse poi lontano dalla politica fino al 1846, quando scrisse per il condiscepolo Pio IX una cantata, musicata dal Rossini. Divenne ministro degli esteri con il conterraneo Mamiani (1848), ma fu incarico solo onorifico.
Classicista, scrisse canzoni di tipo petrarchesco, odi, sonetti: tradusse 22 odi di Anacreonte, 15 da Orazio, e altri testi classici, ridusse brani biblici e inni liturgici. Il Giordani lo disse un " buon leopardiano " per la forma e certo filosofeggiare. Lodevole l'ode Sul traffico degli schiavi (1829).
Contribuì alla restaurazione del culto di D. nell'Ottocento scrivendo con Paolo Costa un commento all'Inferno (Bologna 1819-21), preceduto dal discorso Nuova interpretazione della prima e principale allegoria del poema di D., dove egli propone un'interpretazione autobiografica che ebbe fortuna: la selva e la valle simbolo della miseria dell'autore privato di ogni cosa più cara, e così via. Il commento, attribuito nella stampa al solo P. Costa, ebbe grande diffusione. Celebre fu la cantata Una notte di D. (4 canti in terzine), pubblicata nel 1838.
Tratta del soggiorno leggendario di D. al monastero di Fonte Avellana, dove s'immagina che il poeta ascolti da un frate il racconto della strage della propria famiglia per lotte politiche, e discorra delle tristi vicende d'Italia e delle speranze in un riscatto con Castruccio Castracani.
Bibl. - A. Borgognoni, pref. a G.M., Poesie, Firenze 1878; F. Wolf, Kleinere Schriften sammlengestellt von Edm. Steugel, Marburgo 1890, 20-32; L. Mancini, Spigolature marchettiane, Senigallia 1904; L. Grilli, Di G.M. e dell'opera sua, in " NuovaAntol. " 1 dic. 1925, 232-243; G. Natali, G.M. ministro di Pio IX, poeta e dantista, in " Siculorum Gymnasium " VI (1953) 59-75.