CHIERICATO, Giovanni Maria
Nacque a Padova l'8 sett. 1633 da Angelo e da Angela Dorigoni, in una famiglia di misere condizioni economiche, benché di origine comitale (un avo del C. si era trasferito da Vicenza a Padova nel XVI secolo). All'età di sette anni fu affidato alle monache canonichesse benedettine, le quali, apprezzata la sua precoce intelligenza, gli fecero prendere nel 1641 l'abito clericale e lo mantennero agli studi. Il C. compì successivamente le classi di grammatica, di retorica e di filosofia, e nel 1650 poté cominciare a frequentare l'università di Padova.
Conseguita la laurea in utroque iure il 20 genn. 1654, ottenne il posto di coadiutore nella Curia vescovile, dove riuscì a conquistare la stima del vescovo Giorgio Cornaro che lo scelse come suo segretario. Nel dicembre 1655 venne ordinato suddiacono ricevendo dalle canonichesse benedettine un beneficio, cioè il secondo chiericato della chiesa di S. Nicolò, che gli permise con i suoi proventi di proseguire la via verso il sacerdozio e lo costituì membro della Congregazione dei parroci diPadova. Nel settembre 1656 divenne diacono e nel dicembre celebrò la prima messa nella parrocchia di S. Pietro, ove fu nominato coadiutore del parroco, don Antonio Pulcheri. Frattanto nel 1655 era entrato nell'oratorio di S. Filippo Neri. Nel 1656 cominciò ad esercitare l'avvocatura ecclesiastica e l'anno seguente fu nominato promotore fiscale della Curia; il C. divenne quindi uditore vescovile, consultore ed esaminatore dei chierici e dei confessori. Nel 1663 il C. entrò nella Congregazione di S. Filippo Neri, ma gli fu concesso di mantenere la carica di promotore fiscale dal nuovo vescovo monsignor Gregorio Barbarigo. Questi nel 1664, nella prima visita alla diocesi, nominò suo uditore il C., il quale compose, per ordine del vescovo, la lettera enciclica indirizzata ai parroci il 20 sett. 1664 Sulla frugalità del vitto e delle spese della Visita (Padova). Nell'ambito della sua Congregazione, il 30 giugno 1666 il C. fu eletto ministro, procuratore e cassiere.
In occasione del conclave seguito alla morte di Alessandro VII, il C. seguì a Roma il cardinale Barbarigo, rimanendo assente da Padova dal 24 maggio al 2 nov. 1667: a Roma frequentò assiduamente la Congregazione dell'oratorio notandone le usanze, secondo le quali, tornato a Padova, riformò le regole del suo istituto. Ritornò a Roma il 1º genn. 1670 per il conclave che elesse Clemente X, sempre al seguito del cardinale Barbarigo, e vi rimase quattro mesi.
Il 16 marzo 1671 il cardinal Barbarigo, per poter utilizzare più assiduamente a vantaggio della Curia vescovile le doti del C., ottenne dai padri filippini che egli venisse dispensato temporaneamente dall'obbligo della dimora nella casa della Congregazione, pur continuando ad esserne membro. Fissata la sua residenza nel palazzo vescovile, il C. il 10 febbr. 1673 fu investito dalle canonichesse benedettine della cappellania di S. Bellino di Padova e nell'aprile dello stesso anno ricevette dal vescovo la prepositura della SS. Trinità. Nel 1676 seguì ancora a Roma il Barbarigo in occasione del conclave seguito alla morte di Clemente X. Il 2apr. 1686 ottenne la cappellania dell'altare di S. Paolo, conferitagli dalle monache di S. Pietro. Nel dicembre 1690 venne nominato dal vescovo subcollettore delle decime e dei sussidi papali della città e diocesi padovane. Nello stesso anno il C. successe a mons. Alessandro Mantovani nella carica di vicario generale del vescovo.
Nel 1693 egli chiese di essere dispensato da ogni incarico per dedicarsi soltanto agli studi, e da allora visse ritirato in parte presso i filippini e in parte in una casa di sua proprietà, nella parrocchia di S. Pietro. Fu ancora utile con i suoi consigli al nuovo vescovo di Padova, cardinale Giorgio (II) Cornaro.
Il C. morì nella città natale, Padova, il 29 dic. 1717.
Se si prescinde dalle lettere pastorali che egli scrisse a nome del cardinale Barbarigo e da alcuni brevi scritti agiografici, la produzione pubblicistica del C. iniziò nel 1690. Di questo anno sono le Decisiones quaesitorum et casuum conscientiae a RR. parochis et confessariis Patavinae diocesis editae anno Domini 1687 materiam sacramentorum in genere,ac sacramentalium continentes,ultra casus prudentiales ad mores Ecclesiasticorum,et laicorum in melius reformandos spectantes... (Patavii), che inaugurarono il metodo che sarà alla base di tutta l'opera del C.: trarre dalla concreta esperienza di uditore vescovile una sterminata casistica utile a risolvere qualsiasi questione morale. I casi sono trattati succintamente ma chiaramente e le risposte o soluzioni, molto schematiche, rimandano sempre all'autorità di insigni teologi, tra i quali, a parte s. Tommaso, molto di frequente appare la citazione delle opere del cardinale Brancati di Lauria. Sempre a Padova nel 1693 videro la luce le Decisiones cleri Patavini anno Domini 1688 editae de sacramentis baptismi,et confirmationis..., che rappresentano il primo volume di una raccolta di nove libri ristampata più volte e nota sotto il titolo di Decisiones sacramentales,theologicae,canonicae,et legales in quibus tota materia sacramentorum,theologiae moralis,iuris canonici,et quaestiones plurimae iuris civilis explicantur,dilucidantur,et traduntur... (l'edizione più completa e diffusa uscì a Venezia nel 1757).
Gli altri libri erano: De venerabili Eucharestiae sacramento decisiones theologico-legales... (Venetiis 1697); De sacrosancto missae sacrificio decisiones... (ibid. 1700); De virtute,ac sacramento poenitentiae decisiones... (ibid. 1702); De ordinis sacramento decisiones... (ibid. 1705); Decisiones de matrimonio... (ibid. 1706); Erotemata ecclesiastica... (ibid. 1702); Via lactea sive institutiones iuris canonici per quam,et quas,suavi,ac brevi itinere,studiosi iuvenes ad intelligentiam sacrorum canonum,et lectores omnes conducuntur... (ibid. 1713); Decisiones miscellaneae... (ibid. 1703). Sul piano teologico l'opera è ben scarsamente caratterizzata: ispirandosi al tomismo ufficiale, il C. evita ogni polemica e ogni ostacolo prendendo sempre come punto di riferimento i documenti pontifici o, in mancanza di questi, presentando le diverse opinioni senza prendere posizione.
Qualche interesse, in quanto aprono uno spiraglio sulle polemiche morali che allora vertevano pul profitto proveniente dall'attività finanziaria, presentano alcuni casi proposti dalle Decisiones miscellaneae in tema di usura. Fondandosi sulla bolla di Pio V, opportunamente interpretata e adattata alla nuova realtà economica, il C. sostiene la liceità dei cambi marittimi all'uso di Spalato, mentre alcuni anni più tardi condannerà in un opuscolo (Quaestio de nova specie cambii maritimi de recenti proposita..., Venetiis 1711) come cambio secco usurario il cambio marittimo fittizio, quello cioè stipulato da Tizio (che non è mercante né proprietario di nave) che riceve da Caio un prestito all'interesse trimestrale del 6% senza obbligo di restituzione se la nave di una terza persona non partecipante al contratto va perduta.
Altra caratteristica delle Decisiones sacramentales è la propensione del C. a trattare casi fantastici o meravigliosi basandosi su un'acritica lettura di testi, per lo più classici e medievali: così egli non pone in dubbio l'esistenza dei centauri, dei fauni, dei satiri, dei tritoni, delle ninfe, delle sirene, dei cinocefali, dei giganti, dei demoni incubi e succubi (De sacramentis in genere, pp. 124 s.); così non esita ad attribuire agli untori la diffusione della peste di Milano (ibid., p. 260);così dà per certa la validità degli esorcismi contro gli animali posseduti dal demonio (De sacrosancto missae sacrificio, p. 374); così fornisce con sicurezza le misure della torre di Babele (uno stadio di lato e quattromila di altezza; ibid., pp. 408 s.).
A questo ingenuo interesse per lo straordinario è riconducibile una sua opera storica in tre volumi, in cui invano si cercherebbe una sia pur lontana eco della storiografia contemporanea dei maurini e dei bollandisti: La prima età del mondo overo Ragionamenti sopra la sacra genesi del principio sino alla fine del diluvio universale..., Venezia 1708; La seconda età del mondo overo Ragionamenti sopra la sacra genesi dall'uscita di Noè dall'arca dopo il diluvio fino alla partenza di Abrahamo dalla Chaldea: et alla fugga di Lot suo nipote da Sodoma..., Padova 1712; La terza età del mondo overo Ragionamenti sopra la sacra genesi dopo la nascita d'Isaac figliuolo del patriarca Abrahamo sino alla morte di Gioseffo viceré dell'Egitto..., ibid. 1713.
Scritte in stile barocco, ricco di metafore e immagini ardite, ma soprattutto di notizie peregrine e di questioni curiose (dal numero al sesso degli angeli, dalla localizzazione del paradiso terrestre alla descrizione dell'arca di Noè e delle specie di animali che vi entrarono, ecc.), essi miravano forse a costituire un buon repertorio cui potessero, attingere i predicatori per stupire e impressionare un uditorio di gente umile e semplice. Allo stesso scopo certamente serviva un vero e proprio dizionario enciclopedico, Le spighe raccolte cioè annotazioni erudite,ed erudizioni notate nella lettura delle sacre,e profane istorie; delle vite de' santi,e sante; e di molti altri libri de dottissimi uomini in qualsiasi scienza... (I-III, Padova 1716-17).Il C. pubblicò anche una vasta raccolta di casi riguardanti il diritto canonico, il diritto civile e il diritto "criminale", affrontati nella sua carriera di avvocato ecclesiastico e di uditore vescovile: le Discordiae forenses..., edite a Venezia in sei parti (De beneficiis, 1708; De pensionibus ecclesiasticis, 1708; De iurisdictione, 1712; De regularibus, 1712; Discordiae forenses civiles, 1715; Discordiae forenses criminalis, 1715).
Testimonianza della versatilità del C. è una commedia (Donna Rensa. Commedia moralissima,ma d'allegrezza massime tra persone religiose per honesto divertimento nel tempo delle ricreationi à loro concesse, Venetia 1703), scritta in dialetto padovano, incentrata intorno ai raggiri che due zingari operano ai danni di un contadino balordo, Biasio, cui fa da contrappunto una moglie assennata, Rensa (Renza, Fiorenza). Nonostante il dichiarato intento moraleggiante, la commedia ha uno svolgimento agile e spigliato e raggiunge notevoli effetti comici.
Fonti e Bibl.: L. Allacci, Drammaturgia... accresciuta e continuata fino all'anno MDCCLV, Venezia 1755, col. 664; A. B.Sberti, Memorie intorno alla persona e alle opere di monsignore G. C. padovano..., Padova 1790; G. Vedova, Biografia degli scrittori padovani..., I, Padova 1832, pp. 257-60; G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, IV, Milano 1833, p. 409; C. A. Rosa di Villarosa, Memorie degli scrittori filippini..., II, Napoli 1842, pp. 41 ss.; S. Serena, S. Gregorio Barbarigo e la vita spirituale e culturale nel seminario di Padova, Padova 1963, pp. 30, 340, 454, 461; I. Daniele, Le principali vite di s. Gregorio Barbarigo, in Fonti e ricerche di storia eccl. padovana, II (1969), pp. 285, 294, 296; H. Hurter, Nomenclator literarius..., IV, col. 971, Biogr. univ. antica e moderna..., XI, pp. 361 s.; Enc. catt., III, col. 1435.