NANINO, Giovanni Maria
Musicista, nato a Tivoli (Roma) tra il 1545 e il 1530 e morto a Roma l'11 marzo 1607. Ebbe sepoltura in S. Luigi dei Francesi. Fu putto cantore nella primaziale di Vallerano (Viterbo) ove nacque il fratello Gio. Bernardino (v.). Nell'aprile del 1871 occupava il posto di maestro della Cappella Liberiana di S. Maria Maggiore (Roma), posto già occupato dal Palestrina, del quale fu probabilmente allievo, e ove il N. restava fino al maggio 1575. In questi anni pubblicò il Primo libro dei Madrigali a 5 voci, di cui si conoscono solo ristampe posteriori, ma nel quale è chiamato "maestro di cappella in S. Maria Maggiore di Roma". Dal giugno 1575 all'ottobre 1577 fu maestro di cappella a S. Luigi dei Francesi. Il 27 ottobre 1577, fu ammesso tra i cantori della cappella pontificia, in qualità di tenore; nel 1604 fu nominato maestro della stessa cappella. Intorno al 1580 il N. aprì la prima scuola pubblica di musica che fosse istituita a Roma da un italiano. Tale fatto può esser messo in relazione con la necessità che ebbero in quei tempi i musicisti di perfezionarsi nella composizione, sia per ottenere il titolo di idoneità rilasciato dalla Congregazione (poi accademia) di S. Cecilia, fondata nel 1566 e confermata con bolla di Gregorio XIII, sia per poter entrare a far parte della cappella pontificia.
In un'importante lettera, pubblicata nel 1685 dal cantore pontificio Antimo Liberati e da lui scritta in risposta di altra direttagli da Ovidio Persapegi, si afferma che il Palestrina "non ebbe genio di far schola, o non potendo per l'assiduo impiego della Compositione harmonica; ma s'unì e si conformò con la Schola di Gio. Maria Nanino". Da quella scuola, che ebbe a insegnanti i due Nanino e a consulente il Palestrina, uscì una folla di dotti musicisti, alcuni dei quali - come per esempio Antonio Brunelli, Antonio Cifra, Gregorio Allegri, Loreto Vittori, Stefano Landi, Anton Maria Abbatini - salirono a meritata fama, provandone l'efficace insegnamento.
Il N. appartenne alla surricordata Congregazione di S. Cecilia e in una raccolta di madrigali (Le gioie. Madrigali a 5 voci, ecc., Venezia 1589) di 19 maestri congregati ve ne è uno del N. In una gara provocata dallo spagnolo Sebastiano Raval (venuto a Roma nel 1593) rimasero nettamente superiori il N. e il suo collega Francesco Soriano. Da questa gara il N. trasse occasione di comporre (1602) una serie di contrappunti e canoni da 2 a 11 voci, sopra il cantus firmus scritto da Costanzo Festa e contenuti in un manoscritto, forse autografo, ora nella bibl. del liceo musicale di Mantova.
Il N. fu uno degli ultimi rappresentanti della gloliosa e austera scuola palestriniana. Dotto e abile contrappuntista, oltre che inspirato compositore, tentò di opporsi, con la pratica della composizione e con l'insegnamento, all'inevitabile decadenza della severa polifonia vocale, minata dall'affermarsi dello stile monodico-rappresentativo, sorto in quegli anni, e dall'uso invalso delle eccessive fioriture vocali. Ma le nuove correnti finirono col trascinare lo stesso N., come dimostrano i suoi Salmi a 8 voci, nei quali sono improvvise modulazioni e rapidi ritmi sillabici, indizî certi della drammatizzazione del genere.
Le composizioni del N., di cui si conoscono antiche edizioni, sono le seguenti: Primo libro dei Madrigali a 5 voci (già citato), prima ristampa del 1579, presso Angelo Gardano, in Venezia. Madrigali a 5 voci, Venezia 1581 (contenente 20 madrigali, di cui 9 sono di Annibale Stabile); Terzo libro dei Madrigali a 5 voci, Venezia 1586 (questo terzo fa supporre un secondo libro di Madrigali a 5 voci" a meno che esso non sia il libro pubblicato a mezzo con lo Stabile); un libro di Mottetti a 3 e 5 voci, Venezia 1586 (la nuova invenzione, di cui il N. parla nella prefazione, consiste nell'aver praticato il canone nelle parti liberamente inventate, sovrapponendolo al cantus firmus, mentre era d'uso di fare il canone col cantus firmus, contornandolo con un contrappunto di voci liberamente inventate); Primo libro delle canzonette a 3 voci, Venezia 1593. Altre composizioni si trovano stampate e ristampate nelle raccolte dell'epoca (dal 1574 al 1634) e sono circa 125, in maggioranza madrigali. Manoscritti negli archivî romani e in altre biblioteche d'Europa si trovano inoltre mottetti, inni, salmi, e altre composizioni, tra cui notevoli: la Messa "Vestiva i colli", a 5 voci, le Lamentazioni, a 4 voci, l'antifona Haec dies, a 5 voci, e il mottetto Hodie nobis coelorum Rex, a 6 voci, che ancora si canta il mattino di Natale nella Cappella Sistina. Si conoscono infine del N. alcune opere teoriche sul contrappunto.
Bibl.: F. X. Haberl, Giovanni Maria Nanino musicista tiburtino del secolo XVI, traduzione con note e aggiunte bibliografiche di G. Radiciotti, Pesaro 1907; G. Radiciotti, L'arte musicale in Tivoli nei secoli XVI, XVII, XVIII, 2ª ed., Tivoli 1921.