Filelfo, Giovanni Mario
Umanista (1426 - 1480), figlio di Francesco (v.) e di Teodora Crisolora, fu anch'egli letterato di largo nome, ma, come e più del padre, d'ingegno superficiale e disordinato. La vita nomade e sregolata che egli condusse, lo portò nel 1467 da Milano a Verona, dove trovò un protettore in Pietro di Leonardo Alighieri, pronipote di D., e dove i Veronesi s'illusero di aver trovato in lui un altro Guarino, il grande maestro morto nel 1460 e ricordato nella sua Verona con universale rimpianto.
Il F., " Miles, Doctor et Poeta laureatus ", venne dunque ‛ condotto ' " ad legendum et docendum studia humanitatis " per due anni, con l'obbligo di tenere " tres lectiones omni die, diversorum auctorum et diversis horis, et omni die festo unam aliam et maxime Dantis ". La ‛ condotta ' del F. era dunque modellata su quelle già in uso a Firenze, dove il commento dantesco era stato per lungo tempo abbinato all'insegnamento della retorica e della morale. In questo senso il F. rinnovava a Verona la ‛ lettura ' che già suo padre aveva tenuto a Firenze quasi quarant 'anni prima in S. Maria del Fiore. I rapporti con la famiglia Alighieri e probabilmente l'opportunità di una prolusione informativa che introducesse la lettura della Commedia, indussero il F. a compilare una Vita Dantis che egli - secondo il suo solito - scrisse precipitosamente, affastellando senza critica alcuna il materiale che aveva da più parti raccolto a casaccio, e non peritandosi di spudoratamente inventare quel che più gli facesse comodo: come, ad esempio, i falsi inizi della Monarchia e del De vulgari Eloquentia.
Bibl. - Il documento per la condotta del F. fu pubblicato da G. Biadego, D. e l'Umanesimo veronese, in " Nuovo Arch. Veneto " n.s., X (1905) 426-427. La Vita Dantis è conservata dal cod. Laurenziano LXV 50, l 'elegante esemplare inviato in dono da Pietro di Leonardo Alighieri a Piero de ' Medici e a Tommaso Soderini il 20 dicembre 1468. Errata la data 28 settembre 1468 riferita in L. Agostinelli-G. Benaducci, Biografia e bibliografia di G.M. F., Tolentino 1899, 17 (ma a p. 57, con esattezza: XIII kal. ian. 1468). Alcuni estratti ne pubblicò L. Mehus nell'epistola introduttiva al vol. Specimen historiae litterariae florentinae saeculi decimitertii ac decimiquarti sive vitae Dantis, Petrachae ac Boccaccii a Cel. Iannotio Manetto saeculo XV scriptae, Firenze 1747 (gli estratti alle pp. XXII-XXXIII); e G. Pelli, in Memorie per servire alla vita di D. A. ed alla storia della sua famiglia, ibid 1823. La Vita venne pubblicata poi per intero da D. Moreni, Vita Dantis Aligheri a J.Mario Philelpho scripta nunc primum ex codice Laurentiano in lucem edita et notis illustrata, ibid 1828; e ripubblicata infine da A. Solerti, in Le vite di D., Petrarca e Boccaccio scritte fino al sec. XVI, Milano 1904. Un giudizio complessivo ma non abbastanza penetrante sul F. come dantista in G. Scarlata, G.M. F. interprete di D., Palermo 1931. S'avverta che la moderna valutazione del F. come biografo di D. prende le mosse dal Discorso intorno alla D. C., di U. FoscoLo.