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MARRASIO, Giovanni

di Remigio Sabbadini - Enciclopedia Italiana (1934)
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MARRASIO, Giovanni

Remigio Sabbadini

Poeta, nato a Noto (Sicilia) verso il 1405, morto ivi dopo il 1457. A vent'anni si trovò, come altri umanisti, a dovere scegliere tra le armi e le lettere. Scelse le lettere e si recò a Siena a frequentare i corsi delle arti nel 1425, quando stava per allontanarsene il Panormita. Nei primi mesi del 1430 si trasferì a Firenze, forse per continuarvi gli studî; ma costrettovi dalla pestilenza, migrò a Padova, seguendovi per tre anni la scuola di medicina. Addottoratosi, ne partì poco dopo, e già il 17 settembre 1432 era a Ferrara. Ivi sostò un decennio; verso il 1444, dopo breve dimora a Genova col Cassarino, si ritirò in Sicilia a fare il medico.

La produzione del M. fu poetica. A Siena compose un canzoniere amoroso, modellato sul corpus Tibullianum, l'Angelinetum, che, venuto in luce nel settembre 1429, fu il primo canzoniere latino umanistico in ordine di tempo. Consta di sette elegie, con un prologo e un epilogo a Leonardo Bruni, e vi sono intrecciate scene immaginarie e scene reali, perché l'amata era un'Angelina Piccolomini e l'autore con Enea Piccolomini, allora suo condiscepolo a Siena, tenne intima corrispondenza. A Ferrara nel carnevale del 1439, per divertire i plenipotenziarî riuniti al congresso della pace, organizzò una mascherata mitologica, componendo per l'occasione due elegie, alle quali il Guarino aggiunse una sua. Anche a Ferrara cantò d'amore per una Medusa e dedicò la poesia a Leonello d'Este. Le sue poesie giacciono in gran parte inedite in molti codici.

Bibl.: R. Sabbadini, Biografia documentata di G. Aurispa, Noto 1891, pp. 174-86; id., L'Angelinetum di G. M., in Bibliot. delle scuole italiane, IV, Verona 1892, n. 12; id., Epistolario di Guarino Veronese, Venezia 1915-1919, II, pp. 149-54; III, pp. 294-96.

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