MARTINOTTI, Giovanni
MARTINOTTI, Giovanni. – Nacque il 1° ott. 1857 a Villanova Monferrato, presso Alessandria, da Leonardo, medico, e da Elena Boggione.
Dopo aver conseguito la maturità classica a Casale Monferrato, si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Torino; qui il M. si formò alla scuola di due illustri morfologi, l’anatomista C. Giacomini e l’istologo G. Bizzozero, e completò la propria preparazione come allievo interno nell’istituto di anatomia patologica diretto da F.V. Colomiatti. Laureatosi il 3 luglio 1880, iniziò un brillante percorso accademico e scientifico. Il 1° sett. 1882 fu nominato settore del Museo Riberi, annesso all’ospedale Maggiore di Torino, del quale divenne direttore incaricato il 1° gennaio dell’anno successivo ed effettivo il 14 dic. 1886. Nell’Università, assistente presso la cattedra di anatomia patologica dal 1882, il 16 febbr. 1883 con decreto rettorale fu incaricato di sostituire nelle dimostrazioni pratiche della disciplina il maestro Colomiatti, incarico che gli fu confermato con decreto ministeriale il successivo 19 novembre; conseguita la libera docenza in anatomia patologica il 26 luglio 1884, dall’anno accademico 1884-85 fu dichiarato insegnante libero con effetto legale e il 20 genn. 1889 ottenne il titolo di «aiuto ai settori» dell’istituto di anatomia.
Contemporaneamente si dedicava a una serie di ricerche su importanti branche della specialità, mettendo presto in evidenza brillanti doti di studioso.
Il M. recò originali contributi tecnici all’istologia normale e patologica, tra i quali si ricordano, per la loro importanza nella ricerca e nella diagnostica microscopica, il metodo per la dimostrazione delle figure cariocinetiche (Un metodo per rendere evidenti le figure cariocinetiche, in Zeitschrift für wissenschaftliche Mikroscopie und mikroscopische Technik, IV [1887], pp. 326-329, in collab. con L. Resegotti), la tecnica della colorazione vitale (Sopra l’assorbimento dei colori di anilina per parte delle cellule animali viventi, ibid., V [1888], pp. 305-313 e in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, s. 3, XXXVI [1888], pp. 324-334), il metodo di colorazione delle fibre elastiche (Della reazione delle fibre elastiche coll’uso del nitrato d’argento e dei risultati ottenuti, ibid., pp. 367-377). Di eccezionale rilievo furono le sue ricerche di patologia sperimentale sul pancreas: per primo, infatti, dimostrò che, contrariamente all’allora radicato convincimento di tutti gli sperimentatori, è possibile mantenere in vita gli animali ai quali sia praticata la rimozione parziale o totale dell’organo (Sulla estirpazione del pancreas, ibid., pp. 348-360; Sui fenomeni consecutivi all’estirpazione totale e parziale del pancreas, ibid., pp. 383-394). Fu autore di importanti osservazioni anatomopatologiche su vari organi e apparati: sul cuore e sull’aorta, riguardanti in particolare le anomalie valvolari (Sulle anomalie numeriche delle valvole semilunari aortiche e polmonari, in Atti della R. Acc. di medicina di Torino, VI [1884], pp. 187-202; Des anomalies numériques des valvules sémi-lunaires aortiques et pulmonaires, in Archives italiennes de biologie, 1884, vol. 4, pp. 181-193; Le anomalie numeriche delle valvole semilunari del cuore; la loro genesi ed i loro rapporti colle affezioni della vita extrauterina, in Gazz. delle cliniche, 1886, vol. 23, pp. 273-281, 289-296, 305-313; Le anomalie valvolari numeriche del cuore umano e l’atavismo, ibid., 1886, vol. 24, pp. 161-163), i tumori cardiaci (Contribuzione allo studio dei tumori del cuore, ibid., 1886, vol. 23, pp. 65-76, 198-206, 210-215; Nuovo contributo allo studio dei tumori del cuore, ibid., 1886, vol. 24, pp. 145-150), le ferite del miocardio (Sugli effetti delle ferite del cuore, in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, s. 3, XXXVI [1888], pp. 405-414), la patologia aneurismatica (Una rara forma di aneurismi dell’aorta ascendente, in Gazz. delle cliniche, 1886, vol. 24, pp. 193-201, 214-221, 231-238, 241-249); sul sistema nervoso centrale, principalmente con l’esposizione delle conoscenze all’epoca acquisite e delle ricerche personalmente condotte sulle alterazioni midollari conseguenti alle lesioni encefaliche (Sulle degenerazioni sistematiche del midollo spinale secondarie a lesioni della corteccia cerebrale, in Collezione italiana di letture sulla medicina, s. 3, II [1885], pp. 449-515; Ricerche sulle alterazioni del midollo spinale concomitanti le lesioni cerebellari, in Il Morgagni, XXX [1888], pp. 39-46, in collab. con F. Mercandino; è opportuno, in proposito, precisare che la descrizione del particolare tipo di cellule cerebrali ad assone ascendente, note come «cellule di Martinotti» e da molte fonti riferita al M., fu in realtà fornita da Carlo Martinotti, un neurologo allievo di C. Golgi).
Il M. fu anche autore di accurate osservazioni di teratologia, tra le quali si ricordano in particolare lo studio anatomico di un feto doppio riunito per la testa (Sui centri nervosi di un diprosopus tetrophtalmus appartenente alla specie umana, in Atti del XII Congresso della Associazione medica italiana… 1887, I, Pavia 1888, pp. 150-152, in collab. con G. Sperino; Studio anatomico sopra un mostro Diprosopus tetrophtalmus (Förster), in Monatsschrift für Anatomie und Physiologie, VI [1889], pp. 175-192, in collab. con G. Sperino) e le numerose descrizioni di trasposizioni laterali dei visceri (Trasposizione dei visceri, in C. Taruffi, Storia della teratologia, V, Bologna 1889, pp. 473-593).
Dal marzo 1889 il M. assunse la direzione dell’insegnamento dell’anatomia patologica e del relativo gabinetto dell’Università di Modena, dapprima come professore incaricato, poi, dal 1° dic. 1890, come straordinario. Il 1° febbr. 1891 fu trasferito all’Università di Siena come professore ordinario di anatomia patologica e direttore dell’annesso gabinetto, che nel 1893 divenne un vero e proprio istituto ubicato in una nuova, idonea sede; nell’ateneo senese, inoltre, esercitò le funzioni di preside di facoltà nell’anno accademico 1892-93. Gettava così le fondamenta di quella che sarebbe in breve divenuta una rinomata scuola di anatomia patologica.
In coincidenza col suo insediamento a Modena, il M. iniziò una serie di importanti ricerche nel campo della patologia infettiva: in collaborazione con O. Barbacci, dopo alcuni rilievi batteriologici di interesse igienico-pratico compiuti nel Modenese (Presenza di bacilli del tifo nell’acqua potabile, in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, s. 3, XXXVII [1889], pp. 435-445), fornì la fondamentale documentazione anatomopatologica e sperimentale del significato del tumore acuto di milza nelle malattie infettive (La tumefazione acuta della milza nelle malattie infettive, in Il Morgagni, XXXII [1890], pp. 521-556, 593-620; Studio sperimentale intorno alla tumefazione acuta della milza nelle infezioni, in Rass. di scienze mediche, V [1890], pp. 97-102) e condusse un accurato studio sperimentale sul carbonchio (Über die Physiopatologie des Milzbrandes, in Fortschritte der Medizin, IX [1891], pp. 371-386, 411-424, 451-468); dimostrò che gli agenti infettivi inoculati direttamente nei centri nervosi degli animali da esperimento mostrano una esaltazione del loro potere patogeno (Ricerche sugli effetti dell’inoculazione del carbonchio nei centri nervosi, in Lo Sperimentale, XLV [1891], pp. 493-517 e in Atti del XIV Congresso dell’Associazione medica italiana… 1891, Siena 1892, pp. 243-264, in collab. con A. Tedeschi; Gli effetti dell’inoculazione della morva nei centri nervosi, in Gazz. medica di Torino, XLIII [1892], pp. 441-446). Tra i vari lavori pubblicati dal M. in questo periodo vi sono ancora lo studio sui rapporti tra attitudine funzionale e capacità rigenerativa degli elementi ghiandolari (L’iperplasia e la rigenerazione degli elementi ghiandolari in relazione colla loro attitudine funzionale, in Rass. di scienze mediche, V [1890], pp. 360-366; Über Hyperplasie und Regeneration der drüsigen Elementen in Beziehung auf ihre Funktionsfähigkeit, in Zentralblatt für allgemeine Pathologie und pathologische Anatomie, 1890, vol. 1, pp. 633-638) nonché la dotta rassegna metodologica sui principî clinici, anatomopatologici e sperimentali sui quali deve fondarsi la dottrina e la pratica medica (L’anatomia patologica e le fonti della medicina. Prolusione, in Atti della R. Acc. dei Fisiocritici in Siena, s. 4, III [1891], pp. 379-398).
Il 1° genn. 1894 il M. assunse come professore ordinario la direzione della cattedra e dell’istituto di anatomia patologica dell’Università di Bologna: in questa sede, ove concluse la sua carriera didattica e scientifica, fu preside di facoltà negli anni accademici 1903-04 e 1904-05 ed ebbe gli incarichi degli insegnamenti di anatomia microscopica ed embriologia nel 1897-98, dell’istologia normale con la direzione del relativo istituto dal 1° dic. 1905, di istologia e fisiologia con direzione dell’annesso gabinetto nel 1907-08.
Proseguì instancabile la sua attività di ricercatore dedicando una speciale attenzione alla patologia infettiva: in particolare condusse una serie di ricerche volte a dimostrare la possibilità di realizzare una efficace vaccinazione intervenendo nelle fasi latenti o iniziali della patologia, così da stimolare nell’organismo una reazione in grado di potenziare l’attività degli anticorpi che chiamò «immunità istogena o cellulare» (Azione della formaldeide sullo sviluppo del bacillo della tubercolosi e dello stafilococco piogeno aureo, in La Riforma medica, XXII [1906], pp. 729-734; Untersuchungen über die Wirkung des Formaldehyd auf die Entwicklung des Tuberkelbacillus und des Staphylococcus pyogenes aureus, in Zentralblatt für Bakteriologie und Parasitenkunde, 1906-07, vol. 43, pp. 246-257; Sulla vaccinazione antitubercolare, in Memorie della R. Acc. delle scienze dell’Ist. di Bologna, cl. di scienze fisiche, s. 7, VII [1919-20], pp. 59-68 e in La Riforma medica, XXXVI [1920], pp. 602-606; Sulla presenza e sul valore degli anticorpi nella vaccinazione antitubercolare, in Bull. delle scienze mediche, s. 9, IX [1921], pp. 351-356, in Riv. critica di clinica medica, XXII [1921], pp. 385-388, e in Gazz. medica di Roma, XLVIII [1922], pp. 62-69; Principii ed applicazioni della vaccinazione antitubercolare, Bologna 1924). Redasse inoltre il capitolo «Patologia generale delle malattie infettive» per il Trattato italiano di patologia e terapia medica diretto dai proff. A. Cantani ed E. Maragliano, I, pt. 1ª, Milano s.d., pp. 65-268 con una Appendice di aggiornamento (pp. 269-272). Il M. fu anche autore di interessanti studi storici sull’insegnamento dell’anatomia in Italia e sulla scuola anatomica bolognese (L’insegnamento dell’anatomia in Bologna prima del secolo XIX, Bologna 1911; Nei primordi dello Studio bolognese: la lezione di anatomia, in Illustrazione medica italiana, IV [1922], pp. 150-154; Francesco Del Pozzo e la sua critica di Vesalio, in Memorie della R. Acc. delle scienze dell’Ist. di Bologna, cl. di scienze fisiche, s. 7, IX [1922], pp. 31-43; Nelle antiche Università: scuole, scolari e lezioni, in Illustrazione medica italiana, V [1923], pp. 90-96; Il testamento del maestro Jacopo Barigazzi da Carpi o Berengario da Carpi…, in Riv. di storia delle scienze mediche e naturali, XIV [1923], pp. 65-73); sulle presunte doti taumaturgiche possedute dal re di Francia Francesco I, recatosi a Bologna nel 1515 per incontrarvi papa Leone X (Re taumaturghi: Francesco I a Bologna nel 1515, in Illustrazione medica italiana, IV [1922], pp. 134-137; Le toucher royal des écrouelles, in Aesculape, n.s., XVI [1926], pp. 112-117).
Il M. morì a Bologna l’11 ott. 1928.
Aveva sposato Francesca Carlevaris, dalla quale ebbe i figli Leonardo e Ferdinando.
Fonti e Bibl.: Necr., in Rass. internazionale di clinica e terapia, IX (1928), pp. 957 s.; in Riv. di storia delle scienze mediche e naturali, XIX (1928), p. 305; in Rendiconto delle sessioni della R. Acc. delle scienze dell’Ist. di Bologna, cl. di scienze fisiche, n.s., XXIII (1928-29), p. 14; in Annuario della R. Università di Bologna per l’a.a. 1928-29, Bologna 1929, pp. 333-335; in Archeion. Arch. di storia della scienza, XI (1929), pp. 234 s.; in Pathologica, XXI (1929), pp. 1 s.; in Boll. della Sezione italiana della Soc. internazionale di microbiologia, I (1929), pp. 27-29; Siena, Università degli studi, Arch. storico, Personale docente, VI.A.9, n. 178; Bologna, Università degli studi, Arch. storico, Professori ordinari, f. 100; Annuario della R. Università degli studi di Torino, a.a. dal 1882-83 al 1888-89; T. Mozzani, L’Università degli studi di Siena dall’anno 1839-40 al 1900-01, Siena 1902, pp. 279, 284, 292; A. Castiglioni, Storia della medicina, Milano 1927, pp. 797 s.; A. Ferrannini, Medicina italica (Priorità di fatti e di direttive), Milano 1935, pp. 27, 70; F. Spirito, Storia della facoltà medica senese, Siena 1935, p. 11; V. Busacchi, Ricordo di G. M., anatomo-patologo e storico della medicina, nel primo centenario della nascita, in Bull. delle scienze mediche, CXXX (1958), pp. 102 s.; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte…, Suppl., II, p. 999; Lessico universale italiano, XIII, p. 129.