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GIOVANNI Mauropode

di Silvio Giuseppe Mercati - Enciclopedia Italiana (1933)
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GIOVANNI Mauropode ('Ιωάννης Μαυρόπους "dai piedi neri")

Silvio Giuseppe Mercati

Nato nella Paflagonia, studiò a Costantinopoli, acquistandosi fama di dotto anche nelle scienze e in giurisprudenza: conosceva anche il latino. Fu maestro di Michele Psello, del quale favorì la nomina a professore nell'accademia restaurata da Costantino Monomaco nel 1045. Con la caduta del primo ministro Costantino Licudi, suo congiunto, fu destinato metropolita di Eucaita (donde il soprannome di Eucaita: 'Εὐχαΐτης). Passò gli ultimi anni in un monastero della capitale.

Un codice Vaticano ci ha conservato la migliore produzione letteraria di lui: 99 poesie, 77 lettere e 12 discorsi e omelie sacre. Le poesie, tutte in metro giambico, contengono descrizioni di oggetti religiosi o artistici, dediche di opere o donativi, epigrammi sepolcrali, ecc., con molte preziose allusioni personali e ad avvenimenti del tempo. Commovente l'addio alla propria casa venduta, e il saluto ad essa nella gioia d'averla ricuperata. Caratteristica del suo atteggiamento verso gli autori pagani è quella poesia in cui supplica Dio di risparmiare dalla dannazione Platone e Plutarco. Anche i discorsi e le omelie, redatti con la preziosità retorica dell'epoca, contengono importanti elementi culturali e storici, come il culto di S. Teodoro martire e la vittoria sui Peceneghi (1048), la rivolta di Leone Tornicio (1047). Di grande importanza è la Novella sulla nomina del Nomofilace ch'egli redasse per incarico di Costantino Monomaco nel 1045. G. M. fu uno dei più fecondi poeti liturgici, avendo composto oltre 150 canoni, in massima parte ancora inediti. Frutto del suo insegnamento letterario è un lessico etimologico in 476 giambi che conserva notevoli elementi delle teorie etimologiche dell'antichità.

Ediz.: Migne, Patrol. Graeca, CXX, coll. 1039-1200; Bollig-De Lagarde, Quae in cod. Vatic. Gr. 676 supersunt, Gottinga 1882. La Novella di fondazione della scuola di diritto edita e tradotta da C. Ferrini, in Archivio Giurid., XXXIII (1884). Il lessico etimologico in R. Reitzenstein, M. Terentius Varro und J. M., Lipsia 1901.

Bibl.: K. Krumbacher, Geschichte der Byz. Lit., 2ª ed., Monaco 1897, pp. 171 segg., 740 segg.; Thiele, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IX (1916), pp. 1760-64; M. Jugie, in Dictionnaire de théologie cathol., X (1927), pp. 443-447.

Vedi anche
Psèllo, Michele Psèllo, Michele (gr. Μιχαὴλ Ψελλός). - Scrittore e uomo politico bizantino (n. Nicomedia 1018 - m. 1078 o 1096). Ebbe cariche politiche sotto Michele V e Teodora, e da Costantino Monomaco fu nominato professore di filosofia nell'università fondata nel 1054. Ravvivò in Costantinopoli lo studio di Platone, ... Costantino IX Monomaco imperatore d'Oriente Costantino IX Monomaco imperatore d'Oriente. - Marito (m. 1055) dell'imperatrice Zoe; pervenne al trono sposandola (1042), già vedova di due mariti e vecchia sessantaduenne. Vi si mantenne (anche dopo la morte di Zoe, 1050), nonostante le rivolte militari dei generali armeni Maniace (1043) e Tornicio ... Michèle VII Ducas Parapinace imperatore d'Oriente Michèle VII Ducas Parapinace imperatore d'Oriente. - Successo nel 1067 al padre Costantino X, rimase sotto la reggenza della madre Eudossia Macrembolitissa e del suo secondo marito, Romano IV Diogene, fino al 1071, quando quest'ultimo fu sconfitto dal sultano Alp Arslān e fatto prigioniero. Michele VII ... Leóne VI il Saggio o il Filosofo imperatore d'Oriente Leóne VI il Saggio o il Filosofo imperatore d'Oriente. - Figlio (n. 866 - m. 912) di Basilio I e di Eudocia Ingerina. Successe al padre nell'886. Nella continua guerra contro gli Arabi, Leone VI il Saggio o il Filosofo imperatore d'Oriente riuscì a difendere i confini orientali, ma in Occidente non poté ...
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