MIANI, Giovanni
Viaggiatore italiano, nato a Rovigo il 19 marzo 1810 da modesta famiglia, ma educato a Venezia in una casa patrizia, ove ricevette una cultura varia, per quanto disordinata. Si occupò dapprima soprattutto di musica; ma presto si diede ai viaggi, visitò Costantinopoli e varî paesi del Levante; tornato in patria, prese parte nel 1849 alla difesa di Venezia, poi emigrò in Francia, percorse la Spagna e altri paesi europei, indi si trasferì in Egitto. Quivi concepì un piano di spedizione per la ricerca delle sorgenti del Nilo: nel 1858 si recò a Parigi per esporlo alla Società geografica col sussidio di una carta da lui costruita che suscitò vivaci discussioni e controversie. Ottenuti tuttavia cospicui appoggi, riunì al principio del 1859 in Egitto un piccolo gruppo di Europei partecipanti alla spedizione, e partì dal Cairo per Khartum il 10 maggio 1859 su due barche. Ma giunta a Khartum la spedizione si sciolse; il M. proseguì allora per Gondokoro su una barca del maltese Andrea De Bono e da Gondokoro con un'agguerrita scorta d'indigeni si dispose al tentativo di raggiungere le sorgenti del Nilo per via di terra (marzo-maggio 1860). Risalì effettivamente lungo il fiume più a monte di qualsiasi altro Europeo, fino a una località detta Galuffi, a circa 3° 32' lat. N. a monte della confluenza di un tributario del Nilo per l'innanzi sconosciuto, l'attuale Ashoa o Assua; era a poco più di 100 km. dal Lago Alberto, ma ebbe tuttavia dagl'indigeni notizie del tutto errate sull'alto corso e sulle sorgenti del fiume, forse perché esse si riferivano all'Ashoa anziché al ramo principale. La località raggiunta poté nondimeno essere identificata, avendo egli inciso il suo nome sul tronco di un albero più tardi ritrovato da S. Baker.
Dopo un altro tentativo fallito (1861), il M. tornò in Italia recando ricche collezioni etnografiche (tuttora conservate per la massima parte nel Museo civico di scienze naturali di Venezia) e si diede a ricercare, in Italia e fuori, i mezzi per una nuova spedizione.
Allorché, al principio del 1862, si diffusero le notizie delle scoperte fatte dallo Speke nel secondo viaggio, il M. contestò allo Speke che il ramo principale del Nilo uscisse dal Lago Vittoria. Tornato in Egitto, nel 1867, dopo il viaggio del Baker, abbandonò ogni progetto relativo alla scoperta delle sorgenti del Nilo; trasferitosi di nuovo a Khartum come direttore del museo zoologico, fu attirato dalle prime notizie delle importanti scoperte fatte da G. Schweinfurth, di cui era amico, nel Mombuttu. Allora organizzò affrettatamente e con mezzi inadeguati una nuova spedizione per proseguire sulla via segnata dallo Schweinfurth e lasciò Khartum il 15 marzo 1871 con alcuni agenti del mercante Ghattas, incettatore d'avorio, e con piccola scorta propria da Gaba Sciambil, dove soggiornò tre mesi, si inoltrò a ovest fino a Farial e a Mondu (4° 40′ lat. N.), indi alla seriba di un piccolo sultano detto Kuffa. Abbandonato dal Ghattas e perdute in un incendio le collezioni e le note di viaggio, nel maggio 1872 raggiunse la residenza del sultano Munza, oltre lo spartiacque Nilo-Congo, nel bacino dello Uelle, in regioni mai prima toccate da Europei. Di qui, traversati parecchi affluenti dell'Uelle, in regioni coperte dalla foresta equatoriale, si spinse fino a una località detta Bakangoi a circa 3° N., 27° E. La scorta si rifiutò di procedere oltre ed egli stesso rifece la strada all'indietro fino alla residenza di Munza ove, affranto dagli stenti, morì nel novembre 1872.
Della spedizione non pervennero in Italia se non pochi oggetti e un diario assai mutilo.
La tomba del M. fu ritrovata nel 1881 da G. Casati e definitivamente identificata da L. Cipriani nel 1929.
Bibl.: La carta costruita dal M. e sulla quale è fondato il progetto del primo viaggio alla scala di 1 : 444.444, fu pubblicata a Parigi nel 1858. V. inoltre G. Miani, Spedizione alle origini del Nilo, Cairo 1860; id., Confronto geografico intorno alle scoperte del Nilo fatte dai signori Speke e Grant e da G. Miani, Trieste 1864. Per l'ultimo viaggio vedi: Viaggio di G. M. a Monbuttu, riordinato da M. Camperio con cenni biografici, in Bollett. Soc. geogr. (1875); ristampato anche a parte (Roma 1884). Del M. si hanno poi parecchie lettere, pubblicate per lo più in giornali politici. Le biografie di M. sono assai numerose. Citiamo: T. Minelli, Della vita e dei viaggi di G. M. di Rovigo, Rovigo 1877; L. Leotar, Souvenir de l'Uelé: M., in Congo, Bruxelles 1928, pp. 367-87; G. Piva, Un pioniere italiano delle scoperte del Nilo: G. M., Firenze 1930; R. Almagià, Il viaggiatore G. M. e le sue raccolte etnografiche, in Riv. mens. della città di Venezia, 1927; G. Miani, Note biografiche e ricordi di viaggio, Rovigo 1927; C. Cimegotto, G. M. esploratore, Padova 1930; E. Bellorini, M. e Speke alla scoperta delle sorgenti del Nilo, Torino 1932.