GIOVANNI Mosco ('Ιωάννης ὁ Μόσχος, detto anche Εὐκρατᾶς, malamente tradotto con Eviratus)
Monaco bizantino del monastero di S. Teodosio, poi eremita presso il Giordano, passò gran parte della sua vita in lunghi viaggi in compagnia di S. Sofronio, futuro patriarca di Gerusalemme, per visitare a scopo di edificazione i famosi monasteri e romitaggi di Egitto, Sinai, Palestina, Siria, Asia Minore e Isole Greche. Giunse fino a Roma, dove morì nel settembre 619. Sofronio curò il trasporto della salma nel monastero di S. Teodosio, come anche la pubblicazione dei suoi appunti di viaggio.
In quest'opera intitolata Prato spirituale (Λειμών o Λειμωνάριον) descrive con semplicità e candore le straordinarie pratiche e virtù monastiche, mescolandovi tratti prodigiosi, apoftegmi, e particolari interessanti anche per la storia del tempo. Il Prato ebbe larga diffusione anche presso gli Slavi e in Occidente. La lingua di G. M., che non si è ancora staccata letterariamente dal greco antico e rimane dotta per certi lati, annuncia per molti altri rispetti il greco moderno.
Ediz.: in Migne, Patrol. Graeca, LXXXII, 3, coll. 1851-3112, si riproduce l'ediz. di F. Ducaeus, Auctarium novum, II (Parigi 1681) pp. 1057-1159, integrata da J. B. Cotelerius, Ecclesiae Graecae monumenta, II (Parigi 168I), pp. 341-456. Il prologo presso H. Usener, Der heilige Tychon, Lipsia 1907, pp. 94-99. La versione italiana di Feo Belcari (Venezia 1475), è fatta sulla traduz. latina di Ambrogio Traversari.
Bibl.: K. Krumbacher, Geschichte der byzant. Lit., 2ª ed., Monaco 1897; S. Vailhé, J. M., in Échos d'Orient, (V (1902), pp. 107-116; N. Turchi, La Civiltà bizantina, Torino 1915, pp. 154-158; D. C. Hesseling, nell'introd. ai Morceaux choisis du Pré Spirituel de J. M., Parigi 1931; O. Bardenhewer, Geschichte der altkirch. Lit., V, Friburgo in B. 1932, pp. 131-135.