AGHEMO, Giovanni Natale
Nacque a Moncalieri il 23 dic. 1823. Laureatosi in giurisprudenza, entrò nella carriera amministrativa: nel 1861 era applicato nell'ufficio di governo della provincia di Torino. In seguito (anteriormente al 1864) passò nel gabinetto particolare di Vittorio Emanuele II. In rapporti di amicizia col re, divenne suo capo di gabinetto (era imparentato, per via di matrimonio, con la famiglia della contessa di Mirafiori).
Vittorio Emanuele si servì dell'A, per contatti con il Vaticano e nei tentativi di una personale condotta della politica estera del Regno, specie nei riguardi dell'Austria, oltre che in diverse occasioni e come suo portavoce presso uomini di governo o influenti parlamentari. Quanto ai rapporti con Pio IX, consta che l'A. ebbe numerosi colloqui con il cardinale Antonelli e che nel 1877 fu ricevuto dallo stesso pontefice; a lui si rivolse l'8 genn. 1878 mons. Marinelli, sacrista di Pio IX, incaricato di una missione particolare per il re morente. Nel campo della politica estera, Vittorio Emanuele, dopo il marzo 1876, ordinò per mezzo dell'A. agli ambasciatori che riprendessero a corrispondere direttamente anche con lui, ma già nell'aprile 1875, nel corso dell'incontro di Venezia con Francesco Giuseppe, congedandosi dal ministro austriaco conte Andrássy, gli aveva indicato l'A. come la persona cui poteva rivolgersi per relazioni dirette su questioni d'importanza: "Les ministres passent: mais celui là est toujours auprès de moi" (F. Chabod, p. 666). In effetti, specie durante il 1877, costituì il tramite di relazioni dirette del re con l'ambasciatore austriaco a Roma, Haymerle, il quale del resto non aveva dell'A. grande stima.
Passò la vecchiaia a Torino, occupandosi dell'amministrazione del comune, di cui fu consigliere dal 1896 alla morte, e di opere di pubblica beneficenza (presidente del manicomio, dal 1885 al 1888 e dal 1893 al 1906; presidente della Federazione asili suburbani). Era stato riconosciuto nobile, col predicato di Perno, nel 1876 e fatto conte nel 1878. Morì a Torino il 13 marzo 1914.
Bibl.: Lettere e documenti del barone Bettino Ricasoli, pubblicati a cura di M. Tabarrini e A. Gotti, X, Firenze 1898, pp. 409-410; L. Cappelletti, Storia di Vittorio Emanuele II e del suo regno, III, Roma 1893, pp. 405-408; V. Bersezio, Il regno di Vittorio Emanuele II, VIII, Torino-Roma 1895, p. 493; A. Manno, Il Patriziato Subalpino, II, Firenze 1906, pp. 9, 483; L. C. Bollea, L'Archivio personale di Vittorio Emanuele II, in Boll. stor. bibliogr. subalp., X (1908), Suppl. Risorg., p. 61; necrol. in Gazzetta del Popolo, Torino 13 marzo 1914, p. 6; Il R. Manicomio di Torino nel suo II centenario, Torino 1928, pp. 103, 164, 178; V. Spreti, Encicl. stor. nobiliare ital., I, Milano 1928, p. 323; A. Sandonà, L'irredentismo nelle lotte politiche e nelle contese diplomatiche italo-austriache, I (1866-1882), Bologna 1932, p. 259 n. 2; F. Chabod, Storia della polit. estera ital. dal 1870 al 1896, I: Le premesse, Bari 1951, pp. 668-669 e passim.