DOGLIONI, Giovanni Nicolò
Nacque a Venezia nel 1548 da una famiglia originaria di Belluno: alle sue ascendenze cadorine resterà sempre legato e sarà iscritto al locale Consiglio dei nobili.
Compì i suoi studi in parte nella città natale e in parte a Padova; esercitò il notariato a Venezia, ma soprattutto vi fu addetto al magistrato della Sanità. Durante la pesante epidemia di peste del 1576 non si allontanò dalla città lagunare perdendovi, in seguito al contagio, la moglie e i due figli; egli stesso fu portato al lazzaretto, dove sopravvisse a stento. Ricuperata la salute, riprese l'esercizio delle sue funzioni; due anni dopo si risposò e dalla seconda moglie ebbe quattro figli, due maschi e due femmine. Condusse sino alla fine un'esistenza economicamente molto modesta, ricoprendo peraltro la carica di cancelliere dell'officio delle Miniere, circondato dalla stima e considerazione generale. Pare che a lui ricorresse per consulenze anche il Consiglio dei dieci, cui egli dedicò un trattatello "dello scriver in zifra", composto durante la sosta forzata cui fu costretto, in seguito a una brutta caduta, nel gennaio 1618.
Si spense a Venezia a ottantun anni nel 1629 lasciando una imponente e variegata mole di trattati storici ed eruditi: essi si pongono tutti nell'ambito di quella produzione tardocinquecentesca tesa a inserire la storia contemporanea in un contesto temporale "ab orbe condito" (E. Cochrane, p. 377) nell'intento di sostituire le grandi cronache universali tipiche del Medioevo con stesure più consone ai nuovi ideali di scrittura storica.
In quest'ottica il D. ampliò i suoi studi su Venezia e Belluno sino a farli confluire in un Compendio historico universale..., pubblicato per la prima volta nel 1594 e aggiornato via via per altri sette anni; raccolse ogni notizia ricuperabile all'epoca su una regione ancora in gran parte ignota, l'Ungheria (L'Ungheria spiegata del 1595), pur dimostrando devozione e reverenza nei confronti della città di adozione (Venetia trionfante, et sempre libera). Sia le opere di più ampio respiro sia i brevi libelli rappresentano uno sforzo non indifferente, almeno da un punto di vista quantitativo, di raccolta di materiale bibliografico e di dati assunti dalla tradizione cronachistica, che spesso viene recepita senza altro filtro che un occasionale "dicono" o "dicitur". Certo nel suo racconto le connessioni causali cedono il posto alla pura coincidenza cronologica e si enfatizza - riducendone la pregnanza - un'altra rilevante innovazione tecnica tipica della storiografia umanistica: gli indici dei nomi, dei luoghi e dei soggetti, dei fenomeni naturali e delle qualità morali ("Sceleratezze di Heliogabalo", "Sdegno di Solimano", "Segno notabile apparso a Roma"). In definitiva il D. - accanto a Tarcagnota, Gasparo Bugati, Girolamo de' Bardi, per citarne solo alcuni - si colloca nell'alveo di una produzione che - invece di condurre la storiografia umanistica ai suoi più alti portati - finisce per respingere (o almeno ignorare) quegli stessi principi scientifici ed estetici e rifarsi piuttosto alle radici medievali della cultura rinascimentale.
Di lui si hanno in ordine cronologico di pubblicazione: Oratione al serenissimo Sebastiano Veniero principe di Vinegia, Venetia 1577; L'anno dove si ha perfetto et pieno raguaglio diquanto può ciascun desiderare sì d'intorno allecose del mondo celeste et elementare, come d'intorno a quelle de' tempi et del calendario. Secondo la nuova reforma Gregoriana, ibid., G.A. Rampazetto, 1587; Della origine et antichità diCividal di Belluno, et brevemente de' successi diquella città, ibid., idem, 1588, Vita della signora Modesta Pozzo di Zorzi nominata ModerataFonte, ibid. 1593, ma inserita come premessa al libro Il merito delle donne di Moderata Fonte [nipote del D.], ibid., D. Imberti, 1600; La città di Venetia con l'origine et governo di quella eti dogi che vi sono stati et tutte le cose notabili chedi tempo in tempo vi sono avvenute dal principiodella sua edificatione sino a questi tempi, ibid., Bertelli, 1594; L'Ungheria spiegata da Gio. Nicolò Doglioni, ove chiaramente si leggono tutte lecose successe in quel regno da che prima fu cosìnominato sino all'anno corrente 1595, ibid., D. Zenaro, 1595; Historia venetiana scritta brevemente da Gio. Nicolò Doglioni, delle cose successedalla prima fondation di Venetia sino all'anno diChristo MDXCVII, ibid., idem, 1597; Theatrouniversale de' prencipi et di tutte l'historie delmondo di Gio. Nicolò Doglioni, ibid. 1607; Venetia trionfante, et sempre libera, ibid. 1613; Compendio historico universale di tutte le cosenotabili successe nel mondo, dal principio della sua creatione sinhora, ibid. 1622, Anfiteatro diEuropa in cui si ha la descrittione del mondo celeste et elementare per quanto spetta alla cosmografia, ibid. 1623; Le cose maravigliose et notabili della città di Venetia, riformate, accomodateet grandemente ampliate da Leonico Goldioni [anagramma del D.], ibid. 1624.
Fonti e Bibl.: G. Brusoni, Le glorie degli Incogniti o vero Huomini illustri dell'Accademia dei Signori Incogniti di Venezia, Venezia 1647, pp. 257 ss.; M. Foscarini, Della letter. veneziana, Padova 1752, pp. 277 e nn. 148 ss., 366 e n. 89, 398 e n. 194, 401 e n. 208; E. A. Cicogna, Delle inscrizioni veneziane, II, Venezia 1826, pp. 23-26; S. Ciampi, Bibliografia critica, Firenze 1834, I, p. 98; A. Buzzati, Bibliogr. bellunese, Venezia 1890, ad Indicem; A. Novello, Notizie di G. N. D. e di un suo scritto inedito, in Arch. stor. di Belluno Feltre e Cadore, XVII (1939), 61, pp. 1045-1050; E. Cochrane, Historians and historiographyin the Italian Renaissance, Chicago 1981, pp. 378 ss., 386 s.